Era l'ultimo catto-comunista

Era l'ultimo catto-comunista Mario Gozzini, il parlamentare che ha firmato la legge garantista sulle carceri, si formò al fianco di Pratesi e La Valle Era l'ultimo catto-comunista Filippo Ceccarelli DOPO aver diviso il gover�no al massimo livello (Bianco contro Dilìberlo), la legge Gozzini divìde oggi anche l'opposizione, mettendo in crisi i rapporti tra Forza Italia e An. Del resto va avanti cosi da una settimana: rivedere la Goz�zini, non toccare la Gozzini, restringerla, integrarla, correg�gerla, difenderla e via. Ora, Te leggi, o meglio certe leggi che attraversano la vita della gente non sono soltanto tecnica legi�slativa, o fredde norme. Ci sono anche gli uomini, specie se e quando gli danno il nome. Chi era dunque Gozzini? Mario Gozzini era è morto a 79 anni nel gennaio del 1999 un personaggio per molti versi straordinario, un fiorentino dalla lingua e dall'intelligenza prontissima, una figura di intel�lettuale «pratico» e di parla�mentare diligente che rimanda a una stagione vertiginosamen�te lontana da quella d�oggi, eppure proprio per questo a suo modo indimenticabile. Tanto per cominciare. Tuoinu che ha cambiato il sistema penitenziario italiano non era, come si dice, del ramo. Non era né magistrato, né avvocato, né professore di diritto. Con qual�che approssimazione si potreb�be piuttosto definire Gozzini un letterato (studioso di Papini), e meglio ancora un teologo, sìa pure nell'accezione meno paludata possibile. Consulente della Gei, diretto�re dell'enciclopedia delle reli�gioni e fra i redattori del «cate�chismo degli adulti», da giova�ne Gozzini aveva lavorato con La Pira, il «sindaco santo», aveva conosciuto don Milani e collaborato con padre Emesto Balducci nella Firenze assieme mistica e operosa, profetica e anche uh po' rivoltosa che tra il municipio, Bàrbiana e la Badia Fiesolana, si fece notare negli Anni Cinquanta e Sessan�ta. I titoli dei suoi libri dicono molto di quella stagione: «Con�cilio aperto», «Oltre gli stecca�ti» e soprattutto «Il dialogo alla prova». Laddove il «dialogo», ?ià nel 1964, in piena guerra redda, era quello con il mondo comunista. Mondo al quale, una dozzina d'anni dopo era il maggio del 1976 egli andò incontro con un tale entusia�smo da superare tormentosi problemi di coscienza e a farsi candidare, insieme con La Val�le, Pratesi, Brezzi, Toschi e Romano, nelle liste del pei. Per quella loro scelta, si disse in Vaticano che Paolo VI addirittura pianse. «Il cristia�no disse il Papa quando la notìzia divenne pubblica in�contrerà fra gli stessi fratelli d�fede la discordia, l'avversione e persino, proprio in questi giorni, il tradimento...». Le accorate, ma terribili pa�role di Paolo VI cos�come la dura nota di biasimo della Cei non spensero tuttavìa gli ardo�ri e la speranza di Gozzini, che al partito ateo e marxista ave�va aderito proprio in nome della fede, riconoscendo nel pei uno sforzo «di liberazione da ogni situazione oppressiva e ingiusta» che non vedeva altro�ve. Tantomeno nella De, defini�ta anzi «una delle più gravi cause di ateismo». Insomma: pur con tutte le riserve che tale nomea compor�ta, è difficile non considerare Gozzini l'ultimo vero esponen�te del catto-comunismo italia�no. Ciò nondimeno la brutale definizione, che di solito si tira appresso un preoccupante mi�scuglio di stalinismo e di Inqui�sizione, nel caso dell'artefice della seconda riforma peniten�ziaria sembra più che altro destinata a rompere schemi e far saltare pregiudizi. Difesa da Adriano Sofri co�me dall'avvocato berlusconìano Pecorella, la legge messa sotto accusa per le «scarcera�zioni facili» è in realtà soprat�tutto garantista, oltre che uma�na e umanitaria. Gozzini co�minciò a pensarci dopo aver assistito a una rivolta nel carce�re femminile delle Murate. Poi, nel 1986, furono finalmente approvate una serie di norme per spegnere le sanguinose fiammate e normalizzare le carceri dopo le stretta emergen�ziale del terrorismo, anche se il punto che più stava a cuore al primo firmatario era far passa�re una logica che non fosse più solo punitiva e vendicativa. La rieducazione, in poche parole, come un interesse collettivo primario. Questo non significa che la legge Gozzini sia una legge perfetta e intoccabile e infatti è stata già più volte toccata. Ma certo il suo artefice non ebbe bisogno di scoprire i pro�blemi del carcere solo quando vi finirono i potenti o gli amici. Mario Goizinl. morto un anno fa a 79 anni: è l'artefice della seconda riforma penitenziaria Italiana

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