Pacchetto sicurezza, la Camera rinvia

Pacchetto sicurezza, la Camera rinvia Pacchetto sicurezza, la Camera rinvia Centinaia di emendamenti, Polo diviso sulla Gozzini ROMA Slitta di una settimana la discussione alla Camera sul «pacchetto sicurezza» che gover�no e maggioranza hanno presentato alla commissione Giustizia. Probabilmente se ne parlerà il 25 febbraio, dopo la richiesta di rinvio avanzala dal Polo per esaminare gli emendamenti presentati. li a proposito di emendamenti, gran parte di quelli depositati ieri mattina in commissione da Alleanza nazionale sono stati dichiarali inammissibili dalia presidente Anna Finocchiaro Ids), che li ha giudicati «non congrui rispetto non solo al testo base, ma anche alla proposta del governo e alle eventuali iniziative parlamen�tare abbinale». Alle proteste; di An contro la decisione della presidenl';, Kinocchiaro ha risposto di essersi limitata ad applicare il regolamento parlamentare. Ora l'ultima parola spetta al presidente della Camera Violante, e il suo parere sarà reso noto alla conferenza dei capigruppo convocata per domani. Nel frattempo considerato il rinvio a Montecitorio, e anche per dare un segnale concreto dal Viminale dopo le polemiche degli ultimi giorni col ministero della Giusti�zia il ministro dell'Interno Biano ha dato una direttiva alle forze di polizia perché le relazioni sulle persone che devono usufruire dei benefici carceri siano «attente e rigoroso» e si svolgano ad ampio raggio. D ora in avanti, i pareri delle forze dell'ordine dovran�no arrivare a conclusione di vere e proprie istruttorie sui reati commessi da chi vuole uscire di galera, e sui possibili collegamenti con la malavita. E questo a partire da subito. «Stiamo lavorando per far seguire alle parole i fatti spiega Bianco -. Non si tratta di cambiare i principi della legge Gozzini, ma per via amministrativa, e forse anche por via normativa, occorre stringere di più le maglie, per evitare episodi gravi come quelli che hanno colpito negativamente l'opinione piubblica». Il ministro è soddisfatto per la «rapida accelerazione» della discussione sulle nuove norme anticrimine, anche se poi è arrivata la notizia del rinvio, e il sottosegretario Brutti ha ribadito «il pieno accordo tra la maggio�ranza e il governo» sulle misure da varare. Per quanto riguarda la legge Gozzini, il relatore Giovanni Meloni (pdei) si appresta a presentare un emendamento da inserire nel «pacchetto» nel quale si dirà che per la concessione di tutti i benefici carcerari saranno necessarie motivazioni «più strin�genti», che tengano conto anche del fatto per il quale il detenuto è stato condannato. Su questo punto l'accordo tra �partiti che sostengono il governo c'è già, mentre ancora si discute su altri due aspetti accantonati durante il vertice dell'altra sera. Il primo riguarda la sospensione condizio�nale della pena, che secondo il testo base non verrebbe più concessa a chi subisce una nuova condanna «per delitti non colposi della stesa specie, salvo che ricorrano fonda�ti molivi». Per alcuni partiti (verdi, sdi, udeur) questa restrizione è.troppo forte, ma sul punto Meloni non ha intenzione di cedere: «Mi pare che cosi com'è formulata la nonna dia sufficienti garanzie, perché co�munque la decisione è rimessa al giudice». Il secondo, invece, è l'articolo 13 del testo base, e cioè la possibilità di ordinare una nuova custodia cautelare dopo le condanne di primo e secondo grado. Anche qui l'ala più «garantista» della maggioranza è contraria, ma in questo caso il relatore proporrà una mediazione: la nuova custodia cautelare si potrà applicare solo dopo una condanna d'appello che conferma quella di primo grado. «Le due sentenze conformi spiega Meloni dovrebbero infatti significare qual�cosa di più per valutare la pericolosità del soggetto e il rischio di fuga». Durante la discussione si parlerà ovvia�mente anche degli emendamenti (almeno quelli accettati finora) presentati dall'opposi�zione. Forza Italia e An criticano il «pacchet�to» e propongono radicali modifiche, ma con «filosofie» diverse. Gli azzurri vogliono infat�ti mantenere fermo l'impianto della Gozzini, intervenendo su altre norme, mentre An insiste per un giro di vite sui benefici carcerari e altri temi, dall'immigrazione clandestina, al contrabbando, al divieto di usare i telefonini per i condannati non definitivi ancora in libertà. I rappresentanti del Polo negano contrasti al loro interno, ma il diessino Leoni commenta: «Il centrosini�stra ha idee chiare, mentre nell'opposizione c'è una chiara lacerazione interna». (gio. bia.l

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