Giordano Bruno non solo martire ma cantore del cosmo infinito di Anacleto Verrecchia

Giordano Bruno non solo martire ma cantore del cosmo infinito Giordano Bruno non solo martire ma cantore del cosmo infinito SI prova un senso di fastidio nel sentir parlare tanto di perdo�no e di riabilitazione a proposi�to di Giordano Bruno, manda�lo al rogo fa in Campo dei Fiori a Roma, all'alba del 17 febbraio 1600. Non lui dev'essere riabilitato! La grandezza morale e intellettuale è testimoniata dalle sue opere. Mon�dadori inaugura la nuova sezione dei Meridiani «I classici dello spiri�to» con i 7 dialoghi filosofici italiani di Brano, a cura di Michele Ciliber�to. Quanto alle opere latino, più numerose di quelle italiane, la Utet ha tradotto i tre meravigliosi poemi di stampo lucreziano, che Bruno pubblicò a Francoforte nel 1591. Tra la bibliografia comparsa in occasione del quarto centenario del la morte di Bruno, c'è da segnalare la ristampa Rizzoli ( pp. 306, LI6.000) del libro scritto dal teolo�go tedesco Eugen Drewermann. Es�sendo anche lui un prete sospeso a divinis, Drewermann vetìe. Brano, fier cosi dire, dall'interno. Ne sente ia personalità. Insomma si identifi�ca in Bruno e, in una specie di diario fittizio, ne parla con slancio e passio�no. Questo non si può dire del libro di Saverio Ricci, edito da Salerno. Un suo ex allievo mi ha riferito che lo storico Walter Maturi, dopo aver letto il saggio di Luigi Firpo sul processo a Giordano Brano, escla�mò: «Chi legge queste pagine viene a sapere ciò che Giordano Brano mangiava nel carcere del Sant'Uffi�zio a Roma. Ma la personalità di Giordano Brano dov'è?». Esatta�mente la stessa cosa si dove dire a proposito del libro di Ricci, che pesa come un messale e non dice nulla di nuovo. Digres�sioni su digressioni, ma la personalità di Bruno dov'è? Per farsi un'idea del�la spaventosa tragedia umana di Giordano Brano, occorre leggere i pochi documenti originali sulla sua vita che ci sono pervenuti. Per esempio l'edizione curata da Vincenzo Spampanato: Documenti della vita di Giordano Bruno, Firen�ze 1933: Husconi no pubblica una ristampa, parziale, a cura di Lucia�no Parinetio (pp.336. L.45.000). Non è puntigliosa come la raccolta curata da Luigi Firpo, ma in com�penso Parinetto, nel lungo saggio introduttivo, non masticale parole. Tranne poche eccezioni, in Italia Brano non è mai stato veramente capito. I cattolici lo hanno sempre diffamato senza conoscerlo, i laici lo hanno spesso strumentalizzato per scopi estranei alla filosofia. E' giusto e sacrosanto inneggiare al martire della libertà di pensiero, a patto che non lo si faccia solo a orecchio. Bisogna conoscerlo, quel pensiero. Allora ci si renderà conto di quanto fosse intellettualmente opima la vittima che i chierici bru�ciarono sull'altare del Dio cristiano: Brano non è solo un grande filosofo, ma anche il padre Clelia filosofia e della cosmologia moderne. Con Copernico, che nessuno sep�pe capire meglio di Giordano Brano, ia cosmologia aveva fatto un grande progresso, passando dal geocentri�smo all'elicentrismo. Ma Brano an�dò ben oltre Copernico, teorizzando l'universo infinito ed eterno, senza centro, e una pluralità di mondi. Molto prima di Keplero e di Galileo, RECENAnaVerre IONE eto chia che lo saccheggiarono. Brano aveva detto: il Sole gira intomo al pro�prio asse; le stelle fisse sono dei soli; anche al di là di Saturno, che allora veniva conside�rato l'ultimo pianeta, ci sono altri pianeti (Urano fu scoperto da Herschel nel 17811; anche gli altri soli possono avere i loro pianeti; tutti i corpi celesti ruotano intomo al proprio asse; la terra è appiattita ai poli; i pianeti percorrono un'orbita ellitti�ca intomo al Sole e la loro velocità è inversamente proporzionale alla di�stanza dal Sole; i pianeti estemi (Giove e Saturno) si muovono intor�no al proprio asse più velocemente dei pianeti interni. Credo che ce ne sia abbastanza per suscitare stupore, soprattutto se si pensa che Bruno né disponeva di un cannocchiale, che del resto non esisteva anpAra^ne aveva un, ricco osservatorio astronomico co�me il contemporaneo Tycho Brahe. Per Bruno i corpi celesti sono degli organismi, non dei meccani�smi, e non è possibile racchiudere in formule matematiche il mistero del mondo. Nell'universo infinito tutto vive e tutto è animato da uno stesso spirito vivificatore. Siamo al moni�smo o, meglio ancora, all'animismo universale. Tra la pianta, l'animale e l'uomo c'è solo una differenza di grado di una natura unitaria, il cui principio vitale e «animante» è uni�co. Quindi gli esseri possono differi�re nell'aspetto, non nella sostanza. La differenziazione, dice il filoso�fo, avviene «nel dorso della mate�ria». Si può anche formulare così: gli esseri viventi sono fenomeni diversi di un'unica sostanza univer�sale. Pensare che il mondo sia là solo per l'uomo è un grave errore. Come si vede. Bruno esce comple�tamente nella cultura dell'occiden�te cristianizzato e suona sul regi�stro molto affine a quello delle Upanishad e, ancora di più, del buddhismo.Non per niente egli ave�va fatto suo il mito della metempsi�cosi. E si capisce facilmente come la sua filosofia cos�rivoluzionaria suo�nasse estranea all'orecchio di un'Eu�ropa attardata sull'aristotelismo e imprinata dai dogmi cristiani. Bruno era nato postumo. E si capisce perché egli fosse avversato dai cattolici e dai calvinisti, dai puritani e dai protestanti. Infatti a Helmstedt fu scomunicato dal pa�store Heinrich Boethius, sovrinten�dente della locale chiesa luterana. A parte quell'incidente, però, e un altro occorsogli dopo a Francoforte, Brano trascorse in Germania i cin�que anni più tranquilli della sua vita. Anche oggi Bruno è capito JOCOPoparabilmeate meglio in Getr^ mania che in Italia. L'ultimo nume�ro della prestigiosa rivista di astro�nomia Stem und Weltraum edita dal Max-Planck-Institut di Heidel�berg, gli dedica un profondo saggio. Ne è autore lo scienziato e filosofo berlinese Jochen Kirchhoffs che fa di Bruno l'antesignano di una vera rivoluzione metafisica, come si può vedere nel libro «Ràume, Dimensionen, Weltmodelle» che Kirchhoffs ha pubblicato da poco presso l'edito�re Dieterichs. Insomma Bruno è per molti aspetti un pensatore unico. E se Schopenhauer dice che fra tutti i filosofi Brano soltanto si «avvicina in un certo qual modo a Platone», Qrtega y Gasset lo chiama «gigante» e Ernst Bloch «cantore dell'infini�to». Lo vogliamo capire, questo, o no? A quattrocento anni dal rogo, più che parlare di perdono e riabilitazione serve studiarne il pensiero. Nei Meridiani le opere filosofiche italiane, le opere latine dalla Utet, i documenti del processo, un diario di Drewerman, una biografia di Ricci e le sue idee astronomiche Giordano Bruno in ritratto di Ottavio Mazzoni per la copertina del saggio di Anacleto Verrecchia (edito a Vienna da Bóhlau) sul filosofo mandato al rogo in Campo dei Fiori. Saverio Ricci Giordano Bruno, Salerno, pp. 650. s.i.p. Giordano Bruno Dialoghi filosofici italiani, Mondadori, pp. 1600. L. 85.000 BIOGRAFIA E SAGGI RECENSIONE Anacleto Verrecchia

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