Gros-Pietro: capitalismo sveglia di Ugo Bertone

Gros-Pietro: capitalismo sveglia It PRESIDENTE DELL'ENI E LA «NEW ECONOMY» Gros-Pietro: capitalismo sveglia «Il treno di Internet passa una volta soltanto» intervista Ugo Bertone MILANO PROFESSOR Gros Pietro, che conseguenze poLni avere la enovv economy» sul futuro rlcl capitalismo italiano? «Saranno comunque conseguenze enor�mi. Quali saranno? Dipende da loro. L'occasione ò d'oro, purché la sappianò cogliere». Gian Ma�ria Gros Pietro, presidente del�l'Eni, economista industriale, ne è convinto; Internet ò uno di quei treni che passano solo una volta al secolo. Guai a chi arriva in rilardo... E lei è ottimista? «Lo sporo ma non sarà una partila l'acile. Bisogna che chi si seme in una posizione di forza abbia l'accortezza di capire che l'apparente forza di oggi rischia di sbriciolarsi in tempi brevissi�mi e che, al contrario, questo è il momento di rischiare». Ma perdio ó un momento cosi speciale? ((Facciamo un esempio che mi tocca da vicino. Prendiamo la Enron, un'azienda energetica americana per cui ho il massi�mo rispetto. Il suo presidente Kenneth Lay teorizza che il cliente che vuol comprare ener�gia o gas si rivolgerà sempre più Spesso a Internet per trovare le offerte migliori. Per primeggia�re, quindi, la Enron si è posta l'obiettivo di di offrire un servi�zio completo sulla rete; di qui a usare le pròprio strutture per il commercio di terzi e acquistare banda larga per conto terzi il passo è stato breve. Il risulta�to?» Dica? «Ormai la Enron fattura e, so�prattutto, guadagna molto di più come azienda di servizi Internet che per la sua attività industriale. E quando hrabisogno di soldi per nuove attività, dice Lay, vendo una centrale elettrica o un gasdotto...» E l'Eni deve imitare un esempio del genere? «Assolutamente si. Ormai il fuLuro batte alle porte e ronde inutili tutta la disputa sul mono�polio del gas, basata su informa�zioni che appartengono al [lassa�to. Già Oggi non esistono divieti a importare o vendere gas. Do�mani, una volta definita la map�pa dogli utenti liberi di compra�re direttamente il servizio, allo�ra la nuova economia travolge�rà tutto Ir: barriere. Uno andrà su [nteriiet e sceglierà chi vuo�le, al prezzo più conveniente». Sarà una rivoluzione... «Vito. Oggi viviamo una situa�zione paradossale. Ci sono aziende lessili che trovano più conveniente prodursi l'energia in case con impianti di cogene�razione. E' questo il segnali? più evidente dell'inefficienza del si�stema. In una situazione ottima�le lui deve concentrarsi a l'are i tessuti, lo e gli altri concorrenti dobbiamo impegnarci a compe�tere per offrirgli il servizio migliore. Questo vuol dire rimet�tersi in discussione, privilegia�re l'intelligenza». Se conta di più l'intelligen�za, l'economia manifattu�riera diventa un'utility. Prendiamo, ad esempio, l'auto: io, grande marchio, mi occupo del progetto. Chi «fa» l'auto, per paradosso può essere indipendente dame... «Proprio così. Conta sempre più il progetto, la capacità di combi�nare le varie commesse esterne e concentrarsi sui valori immate�riali, dal marchio al marketing, alla ricerca. Il valore aggiunto sta qui. Poi viene la produzione, che segue binari suoi» Cambia tutto, insomma, an�che l'editorìa. Lei ritiene che giornali e tv debbano finire nell'orbita di Inter�net? Che non valgano più le vecchie regole? «Non sono un esperto. Credo che l'informazione abbia anco�ra un grande valore politico e meriti un'attenzione particola�re. Ma è un fatto che il mercato si allarga ed è finito un certo monopolio culturale. Rischiano i giornali italiani, protetti fino ad un certo punto dalla lingua, rischia di più la tv, soprattutto quella pubblica. Ma non faccia�moci illusioni: la protezione della lingua, fino a un certo punto, è una barriera. Satelliti e Internet possono cambiare pre�sto il quadro». Parliamo di Borsa. Come spiega la supervalutazione di Tiscali o Yahoo I rispetto a Fiat o Gm? «I mercati hanno anticipato il cambiamento, come sempre. Torniamo all'esempio del gas, che mi riguarda da vicino. Chi è disposto ad investire il suo denaro in una società che posa tubi o gestisce un gasdotto è alla ricerca di un invóstynento a basso rischio. Ma ^P dovrà accontentare di guadaci ridotti. Chi punta sulla new eco�nomy, nel nostro caso un siste�ma d'avanguardia per vendere il gas in Rete anche come punto di partenza di nuove idee e di nuovi affari, rischierà di più. Ma avrà più possibilità di gua�dagno...». La vecchia economia ri�schia di non disporre di capitali... «Non è detto. Viviamo in una società ricca, che può permet�tersi il lusso di rischiare di più. Ma la nostra è anche una socie�tà segmentata, con bisogni di�versi: chi si preoccupa della pensione, rischierà di meno» Ma la «bolla finanziaria» prima o poi non scoppierà? «Ci saranno fasi diverse, impreve�dibili. Ma la «new economy», comunque, è una realtà vera. Non occorre, del resto, inventare niente: basta vedere cosa hanno fattogli Usa. Non resta che imitar�li sulla strada della crescita della produttività senza inflazione. Con i necessari correttivi sociali». Parliamo dei costi sociali e politici... . «E inevitabile, ma ne vale la pena. Prendiamo il caso del Nord Ovest. Sono convinto che il Piemonte abbia le possibilità di ripetere la storia di successo della costa atlantica degli Usa, dove alla crisi industriali degli anni Ottanta si è risposto con il boom dell'Ili tech. I primi segna�li confortanti già si vedono. Ma, però, per consolidare il trend, occorre che il Canavese, dove, nonostante tutto, si vive benis�simo, accetti di vivere in modo diverso, come è accaduto in Massachussetts». E invece... «Se si vuol proseguire con i prepensionati d'oro o gli impie�ghi iperprotetti, aUoral'occasione sfuma. Lo stesso, natural�mente, vale per il Sud, dove si stanno verificando fenomeni in�teressanti, mternet aipiulla gli svantaggi legati alle infrastrut�ture». * Questo vale per i nuovi. Ma la vecchia economia ri�schia... «Secondo me è una grande op�portunità per tutti. Le econo�mie di scala contano ancora, almeno in certi settori, dove occorrono forti investimenti che richiedono, peraltro, dimen�sioni e strutture mondiali per ammortizzare l'impegno. Cer�to, le dimensioni non sono tut�to. Conta moltissimo la velocità d'esecuzione, la capacità di an�dare incontro alle esigenze vere di un mercato sempre più perso�nalizzato». I grandi, insomma, ce la possono fare.... «Le grandi società possono ave�re un ruolo determinante per favorire le start-up e imprimere velocità al cambiamento. E' ov�vio, però, che i grandi abbiano ben chiaro che stiamo vivendo un momento rivoluzionario, che richiede flessibilità menta�le. Non c'è niente di più suicida, in un quadro del genere, che ostinarsi a difendere le posizio�ni acquisite». «Anche il gruppo Eni finirà nella Rete Il caso Enron insegna più che sull'industria guadagna sui servizi» «Ivrea può diventare come Boston, ma deve dire basta ai prepensionamenti e al laVOrO prOtettO» Il presidente dellEnl Gian Maria Gros-Pietro

Persone citate: Gian Maria Gros-pietro, Gros Pietro, Gros-pietro, Kenneth Lay, Lay, Professor Gros Pietro, Yahoo I

Luoghi citati: Boston, Ivrea, Milano, Piemonte, Tiscali, Usa