L'Europa in aiuto del Danubio avvelenato di Giuseppe Zaccaria

L'Europa in aiuto del Danubio avvelenato ,TTv^T:LA CATASTROFE HA GIÀ' CANCELLATO L'ECONOMIA DELLA VOJVODINA L'Europa in aiuto del Danubio avvelenato Il cianuro è arrivato nel fiume, paura a Belgrado reportage Giuseppe Zaccaria inviato a BELGRADO La lunga chiazza gialla ha rag�giunto la città quando comincia�va a fare buio. Da questo momen�to non ó più pericolosa, dicono gli esperti, le acque del grande fiume hanno diluito il cianuro fino a percentuali accettabili. Ma ciò che l'ondata di veleno si ò lasciata dietro per più di cento chilometri, fra Vojvodina e Serbia, è devaslazione totale. Il Tisa, l'affluente attraverso il quale i veleni si sono rovesciati in lerrilorio jugoslavo, e ormai un fiume molto e lo resterà per anni. Ieri pomeriggio a Slankamen, ironia chilometri da Belgrado, dove il Tisa si getta nel Danubio il grande fiume si era coloralo di Bianco, decine di migliaia di pesci galleggiavano rovesciali, mo�strando il ventre. I pescatori del villaggio non ricordano di aver mai lavoralo tanto, por ripulire l'acqua di ciuci tappeto di caro�gne. «Molti esemplari non erano ancora morti raccontano al vil�laggio infilarli nei sacchi come carne inerte ò stalo penoso...». Onesta è l'unica misura adotta�la por affrontare la crisi: ammas�sare tonnellate di pesce al cianu�ro in sacchi di plastica. «Ci dicono di aspettare fino a lunedi, quando esporti di Belgrado vorranno a controllare: poi dovremmo sep�pellire tutto sotto tre metri di terréno», dice Djuro Oresanin, sindaco di Slankamon. Nel l'rallompo l'ordino è di far sorvegliare quei maleolenti ammassi di pesce morto da sentinelle armale: biso�gna evitare che qualcuno tonti di piazzate merco avvelenala sul mercato. l'or ragioni non dèi tutto comprensibili il governo serbo ha messo la sordina all'avvenimen�to. Ieri manina mentre i «media» di tutta Europa gridavano alla catastrofe ecologica «Politika», or�gano del regimo, esibiva in prima pagina un lilolo slraoidinario: «Emetyenza ambientale Alluvio�ni in Sud Africa». Il ministro doll'agricoltura, Jovan Babovic, dice a «Radio Belgrado» che le acque del Danubio hanno digerito il veleno: «Le concentrazioni di cianuro questa mattina erano sce�se di quasi dieci volle, ora siamo a 0,02 milligrammi per litro, possia�mo dire cho il pericolo sia cessa�to». Il suo collega Branislav Brazic, capo del dicastero dell'ecolo�gia, concorda sul cessalo allarme ma mette l'accento sull'irrepara�bilità dei danni subiti. «L'enorme massa d'acqua del Danubio ha disciollo i veleni, ma la quantità di cianuro uscita dalla miniera di Baia Mare doveva essere enorme, ben più grande di quella denunciala, se a distanza di cincpie, seicento chilomelri i danni sono stati cos�devastanti». Ieri le autorità serbe avevano fatto chiudere per qualche ora la diga di Kanjca, che controlla il corso del Tisa subito prima della confluenza nel Danubio. La misu�ra però è stata efficace solo in parte: 6 servita forse a far precipilare nello acque una maggiore quantità di veleni ma ha ammor�balo l'aria per chilomelri col puz�zo del pesce cho marciva ammas�salo contro le pareti della costru�zione. I danni che si sta cercando di quantificare sono enormi, e su un'economia disastrala come quella jugoslava i loro effetti sa�ranno anche maggiori. Il ministro Brazic annuncia ricorsi alle corti intemazionali contro la Roma�nia, responsabile del disastro. In una serie di cittadine e villaggi della Vojvodina, le attività legate al Tisa sono cancellate e lo reste�ranno per anni. Kanjca, Knescevac. Senta, Coka, Ada, Novi Becej, Becej sono ormai centri privati d'un colpo dell'economia, almeno trentamila persone sono ridotte alla fame. Eppure, questa cata�strofe potrebbe contenere elemen�ti che U regime di Belgrado potreb�be scoprire positivi. Ieri a Bruxelles fonti della Com�missione europea hanno fallo sapere che il disastro del Danubio potrebbe condurre alla concessio�ne di fondi per i Paesi colpiti. La portavoce della commissione ha annunciato che si sta studiando una soluzione, subordinata però al fatto che i vari Paesi balcanici presentino pioni di intervento o di recupero. L'iniziativa sta muovendo an�cora i primi passi, perchè le cose si muovano occorre anzitutto che la Romania luogo da cui il cianuro è partito chieda assisten�za alla commissione. Le prime missioni di verifica sono pronte a partire, eppure già la decisione si presenta alquanto delicata. Qual�che tempo fa la Jugoslavia tentò di accedere ai fondi comunitari per la ricostruzione dei ponti bom�bardali, senza ottenere aiuti. Adesso se i fondi giungessero come riparazione della catastrofe ecologica, per la prima volta un organismo occidentale rompereb�be il «blocco» economico che con�tinua ad affliggere il Paese. La Commissione Uè fa sapere che verranno concessi fondi a favore dei Paesi colpiti Da Bruxelles già pronti a partirei primi tecnici Tonnellate di pesci morti sorvegliati da uomini armati per evitare che qualcuno tenti di venderli prima del sotterramento Il PERCORSO DELLA CHIAZZA DI CIANURO La chiazza (he dal 31 gennaio sta provocandagrovissimi disastri ecologici nei fiumi dei Balcani, dal fiume Tisa si è immessa sul Danubio ..y^r^v^^^^^^^f-:..—^«..Lll Milli M"'»" ANSA-CENTIMETRI Due uomini raccolgono I pesci morti In un contenitore sulle rive della Tisa. nella provincia della Vojvodina, 160 chilometri a Nord di Belgrado

Persone citate: Bianco, Djuro Oresanin, Jovan Babovic, Milli, Novi Becej