U BANALITÀ DEL MALE

U BANALITÀ DEL MALE LIBIÌRAZIQNE, MONI QVADIA E L'OLOCAUSTO U BANALITÀ DEL MALE Pierluigi Battista HA scritto di sentirsi autorizzata a esprimere il suo giudizio perentorio «senza ipocriti "mi pare", "forse"». V. in effetti, su Liberazione, Marisa Musu, valorosa partigiana, non ha risparmiato aggettivi eclatanti per definire con indignazione il film Comedian Harmonists; «revisionista e perciò infame», «pericolosissimo", «un'opera calibrata per disinformare e tramandare una falsa memoria», «un film austro-tedesco piaciuto moltissimo al pubblico di quei Paesi. Speriamo solo che non di tutto il pubblico si tratti, ma solo di chi ha votato Haider". Colpisce la durezza della stroncatura per un film che racconta hi storia di un'orchestrina jazz nella Germania degli anni Venti e Trenta i cui componenti, ebrei, non potranno più suonare e dovranno fuggire negli Stati Uniti. Colpisce che a essere bersaglio di accuse tanto violente sia un artista come Moni Ovadia, che ha tradotto i dialoghi del film in italiano e si dichiara «sbigottitoper essere stato bollato come complice di un'operazione «inlame". Naturalmente suona quasi come un contrappasso che sia proprio un artista impegnato nella difesa della «memoria» come Ovadia a essere accusato di minimizzare o edulcorare la portata apocalittica dello sterminio nazista degli ebrei. E si resta sgomenti di fronte all'uso sempre più intimidatorio di una categoria come «revisionismo-, termine oramai vittima di una dilatazione semantico-politica cos�abnorme da risultare pressoché inservibile se non come invettiva scomunicante. Peri) è diffìcile non condividere l'impressione descritta con allarme da Marisa Musu the la banalizzazione sia nelle tose se non nelle intenzioni. Che ormai, dopo tanti anni, il nazismo risthi cli diventare un argomento molto propizio al boom dei botteghini e che sotto le sembianze di commediole tenere e languide (certamente animate dai migliori propositi, come Comedian Harmonists), di satire frizzanti e apologhi edificanti, il nazismo possa poto a poco trasformarsi in un «banale» scenario del male, nella coreografia fantastica della cattiveria umana destinata a vellicare i buoni sentimenti di un pubblico corrivo. La Musu si sente «brutiarc» da un film the si «conclude con una didascalia che si limita a spiegare che i tre musicisti ebrei vissero felici e contenti negli Usa senza informare che poco dopo milioni di loro correligionari furono gassati nei lager». Ha proprio tutti i torti?

Persone citate: Haider, Marisa Musu, Moni Ovadia, Moni Qvadia, Musu, Ovadia, Pierluigi Battista

Luoghi citati: Germania, Stati Uniti, Usa