Il giallo di Andrej disperso in Cecenia
Il giallo di Andrej disperso in Cecenia L'AUTORE DI REPORTAGE SULLA GUERRA IMBARAZZANTI PER MOSCA Il giallo di Andrej, disperso in Cecenia Un video accresce il mistero sul giornalista russo personaggio AnnaZafesova MOSCA ANDREJ Babitsky è vivo, dicono le autorità russe, preoccupate per il cresce�re dello scandalo sulla sorte dell'inviato di Radio Liberty consegnato ai guerriglieri ceceni in cambio di prigionieri russi, in circostanze ambigue. Ma il mistero attorno alla sua scomparsa rimane fitto, con nuovi particolari inquietanti. E mentre amici e colleghi continuano a temere il peggio, l'opinione pubblica liberale ac�cusa ormai apertamente Vladi�mir Putin di essere responsabi�le del dramma del giornalista. Babitsky è stato arrestato dai soldati di Mosca il 15 gennaio scorso, quando ormai tutto il Paese conosceva il suo nome per reportage-verità sul�le atrocità della guerra. Dopo due settimane di detenzione in un campo di concentramento dei militari dove, secondo testimoni, è stalo torturato è stato consegnato dai russi a presunti guerriglieri ceceni. Ieri, per la prima volta dal 3 febbraio scorso, i collegbi di Radio Liberty hanno avuto una nuova testimonianza da Babitsky: una strana videocas�setta, venduta da due ceceni per 300 dollari. Il filmato mostra il giornali�sta: ma è in bianco e nero, e ha un'immagine sfumata che im�pedisce di capire il luogo e il momento della ripresa, e an�che le condizioni di Babitsky. Con la barba nera più lunga del solito e una voce stanchissi�ma l'uomo pronuncia davanti alla telecamera poche parole: «Oggi è il 6 febbraio 2000. Tutto va relativamente bene. Tutto è normale quanto lo può essere in condizioni di guerra. Quelli che mi sono vicini mi stanno aiutando». E poi, dopo una pausa di silenzio: «Il solo problema è che vorrei rientra�re a casa e che tutto questo finisca. E' un problema di tempo». Un messaggio che fa nasce�re più interrogativi che rispo�ste. A Radio Liberty stanno riesaminando fotogramma per fotogramma il filmato, alla ricerca di un indizio: forse l'accenno al «problema di tem�po» era un modo per far capire che la registrazione non è stata fatta il 6 febbraio. Mario Corti, capo del servizio russo della Radio, dice che un testi�mone ha raccontato di aver visto Babitsky il 7 febbraio a Gudermes. Era scortato dai ceceni del comandante filorus�so Beslan Gantamirov, aveva il volto tumefatto e pieno di lividi, e i vestiti macchiati di sangue. Un portavoce ceceno a Mo�sca, Charip Jussupov, invece afferma che Babitsky è in mano a un gruppo di indipen�dentisti che si stanno muoven�do in direzione Sud per consen�tire al giornalista di lasciare la Russia e trasferirsi in un Pae�se europeo, dove sarà al sicu�ro. Ma a Radio Liberty non gli credono: «Non ha nessuna pro�va», dice Savik Shuster, diret�tore della redazione di Mosca. Ci sono invece sempre più indicazioni del fatto che il giornalista-simbolo di questa guerra rimane ancora nelle mani dei russi: nessuno infatti per ora è riuscito a trovare i soldati che sarebbero stati ba�rattati dai guerriglieri ceceni con Babitsky. Ma Mosca insi�ste nel sostenere che il giorna�lista si sarebbe consegnato ai guerriglieri di sua spontanea volontà e ora si trova con loro: «Sano e salvo e in buona salute», secondo il vicemini�stro dell'Interno Ivan Golubev. Anche altri ministri russi proclamano che Babitsky è vivo, senza però specificare le ragioni di questa certezza. Il ministro dell'Interno Vladimir Rushailo ha soltanto reso più fitto il mistero: «Saprete tutto più tardi», ha promesso ieri ai giornalisti con uno strano sor�riso. Il giornalista della radio americana Liberty Andrej Babitsky sorvegliato da un soldato russo
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