Berlusconi assolto in appello
Berlusconi assolto in appello Caso Medusa Berlusconi assolto in appello MILANO «Giustizia è fatta». Al telefono del suo avvocato, Silvio Berlusconi ha commentato cos�la sua secon�da assoluzione in appello. Un'as�soluzione piena: per non aver commesso il fatto. E' questa la formula che i giudici della secon�da corte d'appello hanno scelto per far cadere nei confronti di Berlusconi l'accusa di falso in bilancio e appropriazione indebi�ta nelle operazioni di acquisto della casa cinematografica Medu�sa. Dopo due ore di camera di consiglio, i giudici hanno quindi accolto le lesi della difesa e respin�te quelle del sostituto procurato�re generale Ugo Dello Russo che nella sua requisitoria aveva chie�sto la convalida della sentenza di primo grado: ovvero una condan�na a 1 anno e 4 mesi che sarebbe stata comunque condonata. Con la sentenza di ieri è dunque la seconda volta che Berlusconi vie�ne prosciolto dalle accuse per le quali era stato mandato a giudi�zio dal pool di Mani Pulite. In ottobre era stata la volta della vicenda relativa all'acquisto della villa di Macherio: anche in quel caso, dopo una prescrizione riportata in primo grado (che non è una condanna ma lascia però sospese le accuse), in appello i giudici lo avevano prosciolto com�pletamente «perché il fatto non sussiste». Qualche giorno dopo era stata poi prescritta l'accusa di finanziamento illecito a Craxi at�traverso la società Ali Iberian. E ora la nuova sentenza. Con la quale, secondo il difensore Ennio Amodio, «si continua in una dire�zione tracciata dalla slessa Corte d'Appello. Forse si sta aprendo un nuovo corso anche in questa sede giudiziaria di Milano, con il preva�lere della ragionevolezza sullo tensioni emotive e sui meccani�smi precostituiti di colpevolez�za». La vittoria del leader di Forza Italia è andata probabilmente al di là delle previsioni che gli stessi avvocati avevano fatto a conclu�sione de) processo, chiedendo si l'assoluzione ma puntando alme�no alla prescrizione. Invece il collegio presieduto da Giuseppe Patrone, considerando che l'am�ministratore della società Carlo Bemasconi, pur confermando un versamento in nero per 17 miliar�di nell'acquisto della società Me�dusa (che era stato risarcito in primo grado alla parte civile, cioè alla Fininvest), aveva negato di aver informato Berlusconi, hanno deciso per una conclusione nella del processo. Nella requisitoria il pg Dello Russo si era espresso por una sicura sussistenza dei l'atti, ricordando che l'appropriazione indebita, in caso di fallimento della società, si sarebbe trasfor�mata in una bancarotta per distra�zione e ha sottolineato l'espedien�te di fare riferimento a creditori e debitori deceduti per mascherare gli aspetti negativi dell'operazio�ne. Ma alla fine, l'unico a rimane�re con il cerino ancora acceso in mano è stato Bernasconi, per il quale il tribunale ha confermalo la condanna a* 1 anno o 4 mesi. Assolti invece gli altri membri del consiglio d'amministrazione: Giancarlo Pescale e Livio Gironi. Ip.col.l
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