Ciampi: sull'odio non si costruisce

Ciampi: sull'odio non si costruisce Ciampi: sull'odio non si costruisce E chiede un seggio unico per l'Europa all'Onu AldoCazzullo inviato a BOLOGNA «Anche i più coraggiosi interventi, per costruire la pace e assetti più solidi, rischiano di fallire, s i si afferma fra i popoli lo spL.,.0 di rispetto della persona umana, se rimangono vivi odii etnici e religio�si». Carlo Azeglio Ciampi non nomi�na mai, nel più ampio discorso sul�l'Europa dall'inizio del settennato, Joerg Haider. Ma il messaggio arriva comunque: nella nuova Europa, che deve darsi una Costituzione e un governo economico, allargarsi a Est, riformare le proprie istituzioni, non c'è posto per i sostenitori della xeno�fobia, per gli apologeti degli anni «in cui il nostro continente usc�di sen�no», per chi non condivido il sistema di valori che verrà delineato dalla Carta dei diritti fondamentali, e che Ciampi riassume nel concetto fonda�mentale della sua politica estera, la «pace europea». Il presidente della Repubblica ne ha parlato anche con Elie Wiesel, sia ieri mattina alla Scuola superiore di studi umanistici di Umberto Eco, sia ieri sera, alla cena che ha riunito a Bologna attorno a Ciampi imprenditori, inlelletluali, artisti. E ha ribadi�to la «preoccupazione» già espressa a Davos, che suona come sostegno alla linea dei 14 sul caso Haider. Il rifiuto del razzismo e dei fantasmi della guerra civile europea indicala an�che nel discorso di ieri all'università come r«orrore» che ha funestato «la mia generazione» è alla base della visione della nuova Uè elaborata dal Quirinale. Ciampi cita Hazard, Chabod, De Gaspcn, al fianco dei due leader cui ha scritto nei giorni scorsi, il francese Jacques Chirac e il tede�sco Johannes Rau, per renderli parte�cipi del suo disegno: subilo la rifor�ma delle istituzioni, con il passaggio dal meccanismo delle decisioni al�l'unanimità a quello delle decisioni a maggioranza, poi l'allargamento; ma a patto di offrire allo nuove democrazie dell'Est, «se non un or�meggio, un ancoraggio» che non le allontani da Bruxelles. Per l'Europa si apre un processo costituente il cui approdo inevitabile, secondo Ciam�pi, è la «stalualilà», da cui derivano principi costituzionali, un esercito e un governo economico in comune. E anche un unico seggio al Consiglio di sicurezza. E' questo un progello che sta molto a cuore al Presidente. Che ne ha accennato riservatamente nei suoi colloqui svizzeri, la settimana scorsa. E ieri per la prima volta no ha parlalo apertamente; occorra che l'Europa si esprima «con una sola voce nel grande concerto delle nazio�ni, a cominciare dalle Nazioni UniIo». Nei mesi scorsi il dossier Orni ha diviso Roma da Londra e Parigi, che una voce propria nel Consiglio di Sicurezza già l'hanno, e da Berlino, che la reclama. Per il resto, Ciampi si muove in sintonia con i suoi contral�tari francesi o tedeschi: «Non è pen�sabile avere una Banca centrale euro�pea e non anche un governo comune dell'economia. In questo modo si ha una zoppia. Sappiamo di doverla eliminare». L'idèa è quella di uno «spazio comuni' di libertà, sicurezza e giustìzia», «un'Europa falla di cer�chi concenlrici», dove «Siali che, più di altri, si sentono custodi dei princi�pi ispiratori dell'Europa» precedano i partner nella cessione di nuovo quote di sovranità: nella politica estera, fiscale, di difesa. Su questo punto viene dal Quirinale un soste�gno a Romano Prodi: «Quest'anno di conferenza intergovernativa, questo 2000 che è un altro anno crociale per l'Europa, deve produne i cambia�menti necessari insiste Ciampi La ricerca di un accordo a livello mini�mo può certo facilitare il consenso. Risulterebbe però miope, sterile, se si ha presente che la variabile "tem�po" non è infinita». E ancora: «Que�sta Europa incompiuta ha mollo da insegnare al mondo. Abbiamo un grande disegno: fare dell'Ho un mo�dello. Sia le opportunità, sia i possibi�li effetti negativi della globalizzazio�ne devono fungere da "federalore esterno" per l'Europa, spingendola a integrarsi. Anche per evitar*, la deca�denza».