La grande sfida tedesca di Emanuele Novazio

La grande sfida tedesca TTA' DELME MERAVIGLIE La grande sfida tedesca Guerra di novità e di prime fra teatri Emanuele Novazio corrispondente (laMFtUNO La Berlino delle meraviglie o degli esperimenti, dei restau�ri e del recupero urbanistico, delle architetture mozzafia�to, delle grandi orchestre e dei direttori star da Claudio Abbiado a Daniel Barenboim torna a competere col mon�do dove lo sue forze più s'erano indebolito negli anni dell'immediato dopo-Muro, t! dove la sua vitalità e la sua creatività più sembravano languire: il teatro e «tutto ciò che si fa in scena», come avvertono i nuovi responsa�bili di un mito appena uscito dal letargo con un cambio di generazione al vortice, la Schaubtthne sul Kurfùrsterdanun che fu l'arena di Peter Stein o Hriino Ganz, di Edith Clever, Angela Winklor, Otto Sander. Oliasi por caso, con l'inci�dentale confluènza degli evonti che accompagna e so�gnala i momenti di grandi novità, il Duemila è comin�ciato nella nuova capitale ancora alla ricorca della sua unità con una sfida che la�sciti intravedere scintille. Po�co prima elio la Schaublihno ritornassi! in vita dopo due unni di silenzio con una équipe di trentenni alla sua guida, era stalo il teatro fondino nel 194!) da Bertold Brecht appena rientrato dal�l'esilio il Berliner Ensemble sullo Schiffhauerdamro a rinnovarsi: la direzione di Claus Peymann, sessantenne ox enfant tèrrible delle scene tedesche, ha segnalato fin dall'inizio che a Brecht sarà concessa ospitalità ma non necessariamente, e non sem�pre, diretta. L'opera del�l'esordio I,'«At.to Brecht» si ricliiaina al maestro di Madre Coraggio, ma è una farsa di George Tabori sulla caccia allo streghe scatenata a Hollywood nel secondo do�poguerra, una vicenda dalla quale fu coinvolto e disgusta�to anello l'emigrato Brecht. Fra Peymann e la diarchia della SchaubQhne la coreograia Sasha Waltz e il regista Thomas Ostermeier è già guerra di stratogin e numeri: 13 prime in 6 mesi al Berli�ner, con attenzione prevalen�te por. i grandi classici (da Shakespeare a Molière), e più in generale por quella che i critici definiscono «la febbre del rétro», opero di Peter Weiss, Thomas Bern�hard, Tabori. Dodici prime in (i mesi al teatro del Ku'Damm: con assoluta pre�valenza di novità (da Lars Noiim a Soeren Voima), con attenzione concentrata sul�l'esperimento (primo esem�pio «Corpo» di Sasha Wait.z, una ricognizione metaforica e reale sul corpo e i suoi spazi fisico-sociali), con cu�riosità confessa por i «conflit�ti col presente» e «voglia di immischiarsi nello scontro politico e sociale», come av�verte Ostermeier che non soltanto per età potrebbe essere il nipotino di Pey�mann e il pronipote di Tabo�ri. Se davvero tornerà ad esse�ri! «scena del mondo» come promette e come fu già negli anni della Repubblica di Wei�mar, Berlino dovrà ringraziare questa inedita sfida di concezioni e di età che, per vie diverse, annuncia altre provo. Al Maxim Gorki Theatcr, per esempio, dove Bernd Wilms promette «gigante�sche novità-spettacolo» e «grandiose messinscena» che «saranno il nostro ingrosso nel futuro». O al Deutsche Theater, dove l'intendente Thomas Langhoff ha affidato al regista Stefan Olteni e al drammaturgo Martin Baucks che potrebbero es�sergli nipoti o figli il ruolo di «accendere la svolta». Resta un interrogativo im�portante: assediato da tanta effervescenza, come reagirà Frank Castori'alla stagnazio�ne della sua Volksbubne, il teatro affacciato alla RosaLuxemburg-Platz e al cuore del vecchio Est?

Luoghi citati: Berlino, Hollywood, Molière