Cucciali: «Bossi non è come Haider » di Gigi Padovani

Cucciali: «Bossi non è come Haider » IL CANDIDATO-FILOSOFO «IL LEADER AUSTRIACO NON C'ENTRA CON HITLER, AL MASSIMO DICE STUPIDAGGINI...» Cucciali: «Bossi non è come Haider » «Se non vinciamo in una regione del Nord, toma il Cavaliere» intervista Gigi Padovani inviato a VENEZIA N ON rinuncia al suo ruolo di «enfant terrible» della sini�stra, anche ora che ha 56 anni, sei dei quali passali alla guida della sua città. E cosi Massimo Cac�ciari, ex sindaco ora candidato alla presidenza della Regione Veneto, a chi ha demonizzato Haider consiglia di andarsi a leggere qualche libro sulla Milleleuropa, «perché Bossi è un'altra cosa». Invita l'Asinelio a non guardarsi troppo l'ombelico e gettarsi nella campagna elettorale che bisogna vincere, almeno in una delle tre Regioni del Nord, «altrimen�ti toma Berlusconi». Professor Cacciari, incomincia�mo da Jorg Haider. Lei ha di�chiarato che non si devono «evocare gli spettri del passa�to». Che cosa significa? «La genesi del fenomeno è completa�mente diversa e non permette azzar�dale metafore. Sono gli effetti negati�vi di una unità europea che tende ad omologare invece di valorizzare le differenze, di questa globalizzazione che spaventa i ceti medi. Serve una politica dell'immigrazione controlla�ta e governata, con la rapida espulsio�ne di lutti gli indesiderati. Ma questo con Hitler e con Mussolini non c'en�tra assolutamente niente». Però non può dimenticare le dichiarazioni di Haider e dei suoi su Hitler e sulle SS. «Stupidaggini. Come quelle di Bossi sulle Alpi o il Dio Po. Va valutalo il sintomo, il pericolo di balcanizzazio�ne della Milleleuropa», Veltroni ha detto che Bossi è come Haider... «Non è vero. Il contesto è completa�mente diverso. Bossi, come metà della Lega, ha in iiealtà una storia di sinistra, con i "liberali" di Haider non ha nulla a che spartire. Per capire il leader dei "Freiheitlichen" bisogna aver letto due o tre libri sulla Mitteleuropa: questi fenomeni ci sono sempre slati, a Vienna agli inizi del secolo c'era un sindaco razzista...». A sinistra lei è stato il primo a lanciare la parola d'ordine del federalismo. Dove è finito il movimento dèi sindaci del Nord Est? E'fallito? «Fallito? Siamo passati dalla fase di protesta a quella di costruzione. Il progetto federalista si è fermato con la fine della Bicamerale, a livello governativo e parlamentare. Qual�che passo avanti si è fatto, come la legge che destina alle Regioni il 25 per cento del gettito Iva prodotto a livello locale. Ma non è ancora fede�ralismo fiscale». Jl leader della Lega dice che D'Alema l'ha deluso e allora ha fatto l'accordo il Polo. Come vede questa intesa? «E' soltanto un accordo politico. I motivi s�vedranno, le bugie hanno il naso lungo ma le gambe corte: è un patto di desistenza per le politiche del 2001. Bossi vuole continuare ad avere una pattuglia di 40-50 deputa�li per mantenere il suo potere di interdizione. Fino a quando c'era con lui Miglio, che è stato anche un mio maestro, qualche idea federali�sta l'ha tirata fuori. Ora la sua fase propulsiva è agli sgoccioli. Questo accordo con i Polo sarà la sua tomba». Lei si è appena dimesso da sindaco per accettare la candi�datura alla Regione Veneto. E il movimento delle Centocittà? Fi�nito anche quello? «Il movimento del Nord Est rivive nel mio programma. Noi sindaci sapevamo che il federalismo non poteva essere municipalismo: ci han�no accusato di essere quelli delle cento padelle, i cacicchi. Sappiamo che il federalismo si fa solo con governi regionali dolati di autono�mia impositiva, non con stalerelli che distribuiscono risorse raccolte da altri». Veltroni, dopo che Bassolino ha accettato la candidatura in Campania, dice che voi sarete i veri «governatori». «Speriamo sia vero. Noi ne siamo convinti, con un processo di autori�forma anche delle Regioni in una nuova fase costituente. Se poi c'è qualche furbastro che approfitta per darsi un'immagine federalista, lo capiremo presto». Le liste Bonino toglieranno voti al suo avversario? «I radi cab si sono presentati soltanto in vista della campagna referenda�ria, mi spiace che in Veneto non ci sia la Bonino, mi sarei divertito di più. Quanto ai voti, sa quanti ne dovrebbe togliere a Galan...». Da un sondaggio diffuso da For�za Italia emerge che lei è il sindaco in Italia per il quale la gente ha più fiducia, con un indice del 75 per cento. «Bisognerebbe vedere quanta fidueia ha la gente per il centro-destra, oggi. Se mi candidassi per il Polo, vincerei di sicuro. Purtroppo in Vene ' lo c'è molla perplessità verso il centrosinistra, ora spera che si com�prenda che la mia è una esperienza nuova: qui faremo una lista, che si chiama "Insieme per il Veneto Lista Cacciari' con movimenti autonomi�stici, liste civiche. Popolari, Demo�cratici, Sdi, Rinnovamento Italiano e Udeur. E' il primo passo verso la federazione della sinistra, che dopo può nascere alla pari anche con i Ds. Ma non ci si arriva volando». Il congresso di Torino l'ha con�vinta? I Ds hanno fatto i conti con la loro storia. «Ma li hanno fatti male. Non ne posso più di questo pentitismo dei comunisti, della Chiesa. Ma chi sei tu, per giudicare chi bruciò Giordano Bnino? Ma chi sei tu, per condanna�re Togliatti? Lasciatelo fare al Cava�liere... Gli storici facciano il loro mestiere e i politici presentino i programmi». Cosa si aspetta dall'assemblea dei Democratici? «Deve fare una scelta, anche di linguaggio, ira centrosinistra senza irallino, gamba di centro dell'Ulivo, federazione toul-courl, unione con i Democratici di sinistra, federazione di centro ecc. ecc. Una serie di messaggi confusi e conlraddillori. E chiarire che il concello di federazio�ne non ha nulla a che vedere con il partito unico. E poi diamoci qualche regola interna. In questa fase con�gressuale ci sono siali elementi di degenerazione: corsa alla tessera, difficoltà di dialogo interno. Abbia�mo passalo troppo tempo a guardar�ci l'ombelico». E Di Pietro? «Lo dico in amicizia: ha il difetto di pensare mollo a nonne, regole, è una sorta di suo vizio professionale. Però siamo d'accordo su tante cose: il sistema elettorale, le questioni istitu�zionali con il rafforzamento dell'ese�cutivo con l'elezione diretta del pre�mier». La accusano, lei come Sassoli�no, d�aver tradito la fiducia degli elettori. «Venezia e il Veneto oggi sono distan�ti, invece può essere una risorsa. La mia candidatura è una chance anche per la mia città. Non è un tradimen�to, ma esattamente l'opposto». «I Ds fanno male i conti con la loro storia Ma chi sono per condannare Togliatti? Facciano i politici e lascino agli storici questo mestiere» «L'accordo col Polo sarà la tomba del Carroccio Con il processo di auto-riforma nelle Regioni si aprirà davvero la fase costituente Democratici: basta corsa alle tessere»

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