«Fuori dal Ppe anche chi sta con i comunisti» di Amedeo La Mattina

«Fuori dal Ppe anche chi sta con i comunisti» Al vertice di Madrid che discute le sanzioni contro i popolari austriaci alleati con Haider «Fuori dal Ppe anche chi sta con i comunisti» Berlusconi provoca Castagnetta coerenza Amedeo La Mattina inviato a MADRID Pierluigi Caslagnetli si trova su un crinale scivoloso. Il segretario dei Popolari italiani rischia di finire sotto accusa come Schùssel e il suo partito l'Ovp che presto verranno sospesi dal Ppe. Si, per Silvio Berlusconi questo rischio c'è, perchè non ci possono essere due pesi e due misure: se viene sanzionato chi si allea con l'estrema destra, lo slesso deve capitare a quei Popolari che stringono intese di governo con l'estrema sinistra. Il capo di Forza Italia non ha usato proprio queste parole, ma è questo il ruvido messaggio di sapore elettorale che il Cavaliere ha lanciato dal Parque del Retiro di Madrid dove ieri è stalo presentato il program�ma del Ppe «Europa 2010» e incoronato leader Aznar. «Non ci possono essere trattamenti diversi rispetto a situazioni omogenee. Non ci può esse alcun accordo fra un partilo del Ppe ed uno di estrema destra o sinistra. Su questo ci siamo trovali tutti d'accordo», ha precisalo Berlusconi facendo riferimento ai colloqui dell'altro ieri sera alla Moncloa. Dunque, la sospensione di Schùssel rappresenta un precedente con possibili ricadute in Italia? «Beh ha risposto Berlusconi questo lo lascio alla vostra deduzione. La coerenza è una virtù che non può non essere propria del Ppe». Ma Presidente hanno osservalo i cronisti allora il Ppi potrebbe aprire un contenzioso con Forza Italia e Ccd alleati con la Lega. «Ma che c'entra! Nessuno può affermare che la Lega sia un parlilo che ha radici naziste, fasciste o comuniste. La Lega è nata come un movimento di protesta e le ragioni dei suoi elettori, che chiedono il federalismo, sono apprezzale da lutti». Campagna elettorale a parte, quando Berlusconi fa balenare il fantasma delle sanzioni per il Ppi, si riferisce all'oggi o al domani. Insomma, il Ppi corre questo rischio per l'attuale maggioranza con i comunisti di Cossulta e gli ex comunisti di D'Alema o per un'eventua�le alleanze elettorale con Rifondazione in vista delle politiche del 2001? Una sua frase della prima di salire in macchina fa capire che l'avvertimento è per il futuro. «Sì, sono stato duro con il Ppi, ma non posso mica dire bene, bravi, bis». Ecco, il «bis» sta a significare che un caso Schùssel all'italiana potrebbe aprirsi se i Popolari di Piazza del Gesù andranno al governo con Bertinotti. E' questa infalli l'interpretazione che dà Agag. Per l'uomo messo da Aznar alla segreteria del Ppe, D'Alema e Veltroni non possono certo essere considerati comuni�sti, né gli sembrano determinanti i comunisti del Pdci. «Ma il discorso cambia con Rifondazione comunista. Il problema potrebbe veramente porsi». Mentre Berlusconi sganciava la bomba a Madrid, Caslagnetli era già rientrato in Italia. Il segretario del Ppi, infatti, non ha partecipato alla giornata conclusiva del forum chiuso dallo slesso Aznar. Il quale, per la verità, non ha mai parlalo di opposti estremismi ma solo del pericolo che viene da destra, da «leader populisti e nazionalisti». Una preoccupazione che il primo ministro spagnolo aveva sollevato con forza alla cena dell'altro ieri sera e che sta alla base della sua posizione dura nei confronti del caso Haider. La replica di Caslagnetli da Roma non si è falla attendere. Ha bollalo come «penoso» il tentativo di assimilare il centrosinistra in Italia all'alleanza del Partito Popolare austriaco con la destra xenofoba e antieuropea di Haider. «Posso comprendere la sua ossessione di stare sempre in campagna elettorale ha osservalo il leader del Ppi ma gli consiglio di non superare la soglia del ridicolo». Smemorato Berlusconi, dice Caslagnetli, perché ha dimenticalo che le democra�zie europee hanno la loro origine nell'anlinazismo e nell'anlifascismo. Cavaliere, «cerchi di ricordare le parole durissime, ascollale alla Moncloa insieme a me, di Aznare Bayrou (leader dell'Udf francese ndrl contro i pericoli di involuzione a destra e ne faccia tesoro». Intanto a Madrid un Franco Marini sornione non si dava pace: «Ma come, alla tavola rotonda avevo sentito da Berlusconi un discorso finalmente moderato e poi gli è uscita la solila battuta sui comunisti. Se il Cavaliere venisse più spesso in Spagna, gli passerebbe questa fissazione per i comunisti». Per l'ex leader del Ppi i veri moderali criticano i socialisti per le loro politiche sociali, ma non li accusano di essere comunisti. Poi la stoccata finale: le istituzioni europee vivono su un rapporto dialettico ma coslrutlivo tra Popolari e social�democratici, come del resto dimostra il fatto che lutti, compresi i comunisti e i parlamentari di Fi. hanno votato la slessa risoluzione europea di condanna sul caso Austria. Il segretario del Ppi «E' cos�ossessionato dalla campagna elettorale da essere ridicolo»