«Noi, il partito del no al blocco»

«Noi, il partito del no al blocco» «Noi, il partito del no al blocco» Il Cnr. l'inquinamento cala soltanto del2per cento ROMA C'è anche chi ha il coraggio di diro «no». Si sente ripetere ossessivamente: tutti senz'auto perché servo. Ma ò vero? So si vuole eroderò allo previsioni dogli esporli, serve meno, mollo meno, di quanto si pensa. Riduzione dello smog di uno scarso 2"À) in un mese per la domenica a piedi ogni 30 giorni: è hi stima de! direttore dell'Istituto di inquinamento atmosferico del Cnr, Ivo Allegrìni, So poi si arrivasse a una chiusura un giorno ogni 7, si colerebbe solo del 796. «Ancho in questo caso spiega un cambiamento non drastico dolla qualità del�l'aria». Quindi, più cho i polmoni a beneficiare dolio stop di mass,! sembra essere lo spirilo civico. E perfino tra gli ecologisti si insinua il dubbio; «Queste domeniche sono importanti, ma non basteranno a scongiurare i pericoli dell'inquinamenln», sostiene Passocìazione «Verdi ambien�te e società». Il «no» serpeggia anche all'Aci. «La chiusura delle città è ottima su serve corno stimolo di riflessione, ma non ò la soluzione per risolvere il problema dell'aria sporca», sottoli�nea il portavoce Olirlo Gorìa. Rivelano i dati che oltre la metà (lolle auto italiane (Ili milioni (KJO mila su 32 milioni) non sono catalizzate e aggiungo Gorìa «un'auto�mobile di I 5 anni inquina 500 volle di più di una nuova. E' evidente cho una prima misura passa per il rinnovamento di un parco a 4 ruote particolarmente vetusto». Anche i trasporti pubblici, d'altra parie, non brillano per efficien�za energetica ne per rapidità e affidabilità: lo metropolitane, da noi, continuano a restare un lusso per pochi. E, cosi, sul fronte del «no» al divieto di mettersi al volante si uniscono in tanti. Dai cittadini mialunque ai primi cittadini. Come quello di Cagliari e quello di Mari. «Spiegatemi voi: che senso ha chiudere al traffico una città nel giorno in cui c'è meno traffico?»: a Mari Simeone Di Cagno Abbrescia (che guida una giunta di centrodestra) spiego che l'iniziativa non servirà perché «i disagi supereranno certamente i vantaggi: la chiusura delle città va concordala con i sindaci e non imposta, E poi questo è solo un provvedimento a effetto che servirà a un ministro verde per fare parlare dei Verdi. Tulio resterà pero come prima. Per il governo ci sono solo due strade. La prima: lavorare al piano strategico por la mobilità nelle nroo metropolitane, un piano sottoscrìtto da 14 sindaci. Noi siamo per queUn concertazione che a parole piace mollo aue sinistre. La seconda strada: convocare una conferenza Staio-città. Si decida insieme, senza imporre». E dal municipio di Cagliari Mariano Delogu (che guida una giunta di centrodestra) attacca: «Domeniche a piedi? No grazie. Il blocco della circolazione mi sembra un'iniziativa inutile, di più, folcloristica. Vedo in giro tante idee confu�se: qualcuno ha deciso il blocco totale di un centro urbano, altri solo di un quartiere, per mezza giornata o persino per duo ore. Il problema è più ampio di quel che può sembrare a prima vista: è un fatto di libertà. Non obbligo nessuno a servirsi dell'auto. E non capisco perché dovrei impedire ad una famiglia di fare una passeggiata in macchina. O a piedi, se preferisce. Non sono io che devo imporre le scelte. Lascio la libertà più totale, ciascuno la gestisca come meglio crede. Ritengo sia necessa�rio intervenire solo quando la libertà del singolo nuoce a qualcuno. Ritengo che per chi cerca di rilassarsi dopo una settimana di lavoro e ha programmato una gita il blocco sarebbe stato punitivo. L'avrebbero subila malvolentieri an�che lutti coloro cho si fossero trovati a dover fronteggiare un'emergenza, che so, una corsa in farmacia o in ospedale». Ma l'emergenza è anche normalità, vale a dire lavoro. Tanti non smettono nemmeno nei weekend, nemmeno la domenica. Per esempio Stefano Dominella, presidente della Gattinoni. Ecco che cosa ne pensa: «Non sopporto queste imposizioni alla Haider. Pura follia. Un conto è il monito, un altro la dittaura», sbotta. Oggi avrebbe dovuto visitare un laboratorio di pellet�teria sulla Tiburlina, alla perferia di Roma. «Mai^o il motorino posso usare! I mie collabora�tori dtl io siamo bloccali e fra neanche 10 giorni sfiliamo.a Milano Collezioni. Sai che casino!», commenta furibondo. E la stilista Alberta Feretli si dispera: «Non capisco niente di motori, di marmitte cataliti�che Et company, so solo che a causa di questo insensato divieto sono arrivata a Milano con un giorno d'anticipo per incontrare Alessia Marcuzzi che indosserà i miei vestiti al Dopo Sanremo», racconta. Ieri, da Cattolica si è precipitata a Milano nello showroom di via Donizzelli, guidando la sua Jaguar. «Un giornata persa. Non ci voleva! Proprio adesso, a pochi giorni dalle sfilate di prèt-à-porter (cominciano il 18 febbraio, con un anticipo di due settimane rispetto all'anno scorso), dove ognuno di noi cerca di ottimizzare i tempi... E' meglio che non ci pensi». A CURA DI Antonella Amapane, Corrado Grandesso ' e Sandro Tarantino L'Aci: « Fermarsi è utile solo se serve a riflettere sul problema smog ma non è la soluzione» Il sindaco di Bari: «Un provvedimento a effetto» Il sindaco di Cagliari: «Ci sono troppe idee confuse»