CUBA LIBRO

CUBA LIBRO CUBA LIBRO L'Italia dei poeti e degli scrittori ospite d'onore alla Fiera internazionale. Per ricordare la «Città delle colonne», pubblichiamo un testo di Alejo Carpentier ALEIO CARPENTIER L'ASPETTO dell'Havana, quando si entra nel porto scriveva Alexander von Hum�boldt nei primissimi anni del secolo passato è uno dei più ridenti e dai più pittoreschi che possono godersi nel litorale del�l'America equinoziale, al Nord dell'Equatore, Onesto luogo, cele�bralo dai viaggiatori di tutte le nazioni, non ha la vegetazione lussuosa che adoma le sponde del Rio Guayaquil, né la selvaggia maestà delle coste rocciose di Rio de Janeiro, porto dell'emisfero australe: la grazia che, nei nostri climi, abbellisce i paesaggi di una naturalezza coltivata, si mescola qui con la maestà dello forme vegetali, con il vigore organico che caratterizza la zona torrida. Sollecitato da impressioni tanto soavi, l'europeo si dimentica del pericolo che corre avventurando�si all'interno delle popolose città delle Antillc; cerca di comprende�re i diversi elementi di un paesag�gio tanto vasto, di contemplare le fortificazioni che coronano le roc�ce a Kst del porto, { uesto lago interiore animato ( all'attività umana, e le palme che si elevano fino ad altezze prodigiose; questa città, por metà nascosta da una selva di albori e dallo volo dolio navi». Qualche pagina più avanti, l'amico di Goethe, riferendosi alla Strada dei Mercanti, scrive: «Qui, come nelle nostre più antiche città europee, solo con grandissi�ma lentezza si riesce a correggere l'indefinito tracciato delle stra�de», 1...] Al principio era l'Architetto, l'uomo della matita a piombo e del mortaio, del cui precoce pas�saggio verso il Nuovo Mondo resta testimonianza nei sedili dei Passeggeri verso le Indie dalla Casa della Contrattazione di Sevilla, (Prima della colonizzazione di Cuba, già in sei erano andati nell'isola spagnola). Per questo dobbiamo metterci alla ricerca di quell'Havana che indipendente�mente dall'Havana precedente, a quanto dicono costruita da alcuni coloni nelle rive del fiume Amendaris costituiva l'autentico nu�cleo generatore della città, in quelle umili e graziose vestigia che ancora resistono in uno dei cortUi dell'antico convento di San: ta Clara, vicino alle classiche bettole equivoche del porto, alla presenza di un piccolo mercato, di un bagno pubblico e di una fonte municipale che, a dispetto della sua modestia, offre una ovidonto nobiltà di fattura. Tutta opnra di architetti, come quella «Casa del Marino», più ambiziosa, che ancora si può vedere a una certa distanza da quella che fu, un tempo, un'agorà tra le rizofore, una piazza tra le erbacce, che dopo essersi rivelata al pubblico, nei giorni della nostra adolescen�za, dietro la reclusione imposta a causa della presenza di un nionastoro di Clarisse, ostentava tutta�via un confuso cartello che la identificava come la «Casa del Pane». Non ò nostro proposito dicia�molo subito fare un abbozzo storico dell'architettura cubana, opera che richiederebbe tutto un apparato erudito. Preferiamo por�tare il lettore, per mano, verso qualcuna delle «costanti» che han�no contribuito a comunicare uno stile proprio, inconfondibile, a quella città apparentemonto «sen�za stilo» (se ci atteniamo alle nozioni accademiche di stile) che è l'Havana, per poi passare alla visione di «costanti» che possono essere considerate come specifica�mente cubane, nell'ambito del�l'isola. Al principio era l'Architetto. Ma poi le case cominciarono ad aumentare, dimore più grandi strinsero il tracciato (Ielle piazze, e la colonna che non era il semplice sostegno dei conquista�tori apparve nella città. Ma era una colonna interna, nata gracil�mente nei patii ombrosi, guarniti di vegetazione, dove i tronchi delle palme si veda quanto eloc uentemonto continua a veni�re il ustrata l'immagino noi super�bo patio del Convento di San Francesco convivevano con i fusti dorici. All'inizio, in case di solida struttura, con tanto tufo nel rive�stimento estorno, come quella che si incontra mettendosi di fronte alla cattedrale dell'Hava�na, la colonna sombrava una raffi�natezza interna, destinata a soste�nere le arcate dei portali all'inter�no. Ed era logico che cos�fosse salvo per ciò che si riferiva alla stessa piazza della cattedrale, alla Plaza Veja, dove si alzavano gli edifici destinati all'amministra�zione dell'isola in una città le cui strado erano tenute in uno stato di volontaria angustia, propiziato�ria dell'ombra, dove né i crepusco�li né le albe accecavano i passegge�ri gettandogli troppo sole sul viso. Così, in molti vecchi palazzi del�l'Havana, in qualche ricca abita�zione che ha ancora conservato l'impronta originale, la colonna è elemento decorativo intemo, lus�suoso e adomo. Solo nei giorni del secolo XIX la colonna si libererà nella strada e creerà in un tempo di ancora evidente decadenza ar�chitettonica una delle più singo�lari costanti dello stile dell'Hava�na: la incredibile profusione di colonne, colonnati infiniti, ultima città ad avere una tale quantità di colonne; colonne che, inoltre, uscendo dai pati originali hanno tracciato una storia della decaden�za della colonna attraverso gli anni. Forse vale la pena ricordare, a questo punto, che all'Havana si può risalire a piedi dalle fortifica�zioni del porto e andare fuori della città attraversando tutto il centro popolare, percorrendo le antiche strade maestro del Cerro o di Jesus del Monte, seguendo un solo e sempre diverso colonnato, in cui sono rappresentati tutti gli stili delle colonne, uniti o mescola�ti all'infinito. Colonne per metà doriche e per metà corinzie, nani ionici, cariatidi di cemento, timi�do illustrazioni o degenerazioni di un Vignola copiato in quanto maestro che contribu�a estendere la città dalla fine del secolo scorso senza ignorare del resto l'esisten�za di un certo «modem style» parigino d'inizio secolo, di certi motivi di architetti catalani e dello pasticciate innovazioni stile «Gran Via» di Madrid. Traduzione: Francesca Sforza Copyright: Lilia Carpentier CHI CE' All'Avana crìtici, editori, agenti anche americani. Dall'Italia Carpinell i per la Rcs, Andreosee la Sgarbi per Bompiani; per Feltrinelli (non confermati) Carlo e Inge, sicuro Turchetta a caccia di novità, come Collo dell'Einaudi che pubblicherà nel 2001 l'emergente Eliseo Alberto e Incontrerà i ragazzi di «Buena vista Social Club» per libro 4video Stile libero; la Tanzi In cerca di un forte saggista caribico per Frasslnelli-Sperling, con Montalban «cubano honoris causa» e le ispaniste-traduttrlei Lyria e Bajini (imminente un suo libro sulla santerìa); Tropea naturalmente a 360 gradi mentre ha già un Prieto e un Pimienta nel cassetto.

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