John Irving: «Il cinema in simbiosi con i miei romanzi»

John Irving: «Il cinema in simbiosi con i miei romanzi» John Irving: «Il cinema in simbiosi con i miei romanzi» NON sono uno che va al cinema. Negli ultimi die�ci anni ho visto solo due film: Schindler's List e II paziente inglese. E li ho visti perché ero stufo di sentirmi dire dagli amici che erano meglio dei libri da cui sono tratti. Non è vero...». Però John Irving, lo scrittore ameri�cano ammiratore di Ingmar Bergman, ha visto diversi film tratti da suoi romanzi: per dire, Il mondo secondo Garp di George Roy Hill, Hotel New Hampshire di Tony Richardson. Le regole della casa del sidro di Lasse Hallstròm. Dia�rio, saggio, cronaca, memoria, riflessione. Il mio cinema è dedicato soprattutto a quest'ultimp fiJmL.RjcejeAtatP alla Mo^. stra del cinema di Venezia 19MaftltBrpretatQÌdal magnifi�co 'Michael Carne, da Tobey Maguire e da Charlize Theron, adesso prossimo a uscire in Italia: Irving ha lavorato alla sceneggiatura (anzi, alle nume�rose sceneggiature) durante tredici anni, per quattro registi diversi. Il vasto, ricco romanzo «era un manoscritto di oltre ottocen�to cartelle, più di cinquecento pagine a stampa; la sceneggia�tura definitiva occupa appena centotrentasei pagine; la ridu�zione del romanzo a film fini�sce sempre per comportare delle conseguenze». Ed è diffici�le rendere in un film «il senso del trascorrere del tem�po, cos�importante in tutti i miei ro�manzi». Ma se espri�me a volte un senti�mento di delusione, diversamente da tanti scrittori Irving non mo�stra alcun risentimento verso il cinema. Anzi: i film tratti dai suoi libri gli piacciono molto; l'incontro con Lasse Hallstròm «è stato incantevole»; nei dis�sensi «adesso credo che avesse ragione lui»; «era necessaria» l'alterazione frequente (GeorRECENLiTcffri gè Roy Hill eliminò da II mon�do secondo Garp «quello che Kurt Vonnegut cniama "la roba scabrosa", le parti più sconve�nienti e sordide», Tony Richardson comp�«una deliberata esagerazione»). Insomma, è la pragmatica conclusione: «Cos�succede nel cinema, ed è solo una perdita di tempo stare a piangerci su». Per John Irving, gran narra�tore, Il mio cinema è un modo per prolungare la simbiosi con i suoi personaggi, per restare ancora un poco m loro compa�gnia, per discuterne la persona�lità, la psicologia, i comportaIONE ta uoni menti. E' anche un'occasione per parlare di tante al�tre cose. Suo nonno, illustre terapeuta e ostetrico progressi�sta all'inizio del No�vecento americano. L'aborto, tema cen�trale ne Le regole della casa del sidro, rimasto illegale negli Stati Uniti dal 1846 al 1973. L'etere usato come stupefacen�te da uno dei due protagonisti, il dottor Larch, medico in un orfanotrofio nelle misere cam�pagne del Maine. I nani spetta�colari dell'India. Le delusioni ma anche gli entusiasmi del cinema. Orson Welles e Vitto�rio De Sica che avrebbero dovu�to (prima l'uno, poi l'altro) recitare una parte di nonno in «Libertà per gli orsi», film irrealizzato tratto da un roman�zo di Irving. Paul Newman che legge ad alta voce il copione de Le regole della casa del sidro, e decide alla fine che la storia d'un medico abortista non fa per lui. Ma soprattutto Irving medita su cos'è una sceneggia�tura, come si scrive, quali canoni la governano: davvero un assioma sul raccontare, nei film come nei libri. Lo scrittore americano racconta il suo rapporto con i registi, la necessaria inevitabile metamorfosi dell'opera letteraria nel testo di sceneggiatura. «Le regole della casa del sidro» ridotto da oltre 500 pagine a poco più di un centinaio UN DIARIO DI LAVORO, CHE INTRECCIA GIUDIZI E RICORDI: ,... . .; —, LA FIGURA DEL NONNO. TERAPEUTA E OSTETRICO, ORSON WELLES E DE SICA, PAUL NEWMAN E STEVEN SPIELBERG Un'immagine dal film «Le regole della casa del sidro». A destra lo scrittore John Irving, autore dal romanzo al quale si è ispirato il regista Lasse Hallstròm John Irving II mìo cinema Rizzoli, pp. 174.L.26.0OO D I A R I S T I C O RECENSIONE Lietta Tcffriabuoni

Luoghi citati: India, Italia, Maine, New Hampshire, Stati Uniti, Venezia