« E' una legge contro i lavoratori e le imprese» di Ugo Magri

« E' una legge contro i lavoratori e le imprese» « E' una legge contro i lavoratori e le imprese» Callieri: porteremo la nostra protesta anche in Parlamento intervista Ugo Magri CONFINDUSTRIA ha ten�tato di frenare D'Alema in tutti i modi, ha prote�stato, ha diffidato... Ma il governo ha varato ugualmen�te la sua proposta sul Tfr. E adesso, dottor Callieri? ((Adesso faremo quello che è stato annunciato. Manifestere�mo cioè il più fermo, aperto e motivalo dissenso, mettendo in atto tutte le azioni possibi�li». Opporrete resistenze an�che di tipo politico? «Su un disegno di legge delega che tocca la disponibilità delle imprese, non mancheremo di dire la nostra ovunque, anche in Parlamento». Sperate di trovarvi ascol�to? «Crediamo che l�possano esser�ci orecchie più attente di altre. Abbiamo sentito, ad esempio, che i Popolari condividono al�cune nostre posizioni, e ci augu�riamo che le esprimano nelle sedi opportune. Perché questo passo del governo è per Confìndustria inaccettabile». Lei usa toni severi... «Non si capisce come mai si voglia separare il tema della previdenza integrativa da quel�lo della previdenza obbligato�ria quando, in realtà, è un problema unico: unico per i avoratori, in quanto l'una e l'altra forma di previdenza rap�presentano insieme la copertu�ra dei bisogni della vecchiaia. E unico per le imprese. Perché si chiamino contributi, o si chiamino Tfr, sempre di costi si tratta». Il premier sostiene che questa connessione è ben presente al governo: tant'è che l'avvio della previ�denza integrativa consen�tirà un intervento su quel�la pubblica... «Però potrebbe succedere che, una volta puntellata dal pila�stro "integrativo", si lasci la casa pericolante cos�com'è». Fuor di metafora? «Il rischio è di rinviare le soluzioni e di andare avanti con un sistema pubblico ecces�sivamente generoso. Non c'è nessuna garanzia...». Una garanzia è implicita nel fatto che il disegno di legge sul Tfr entrerà in vigore tra un anno, cioè a ridosso della verifica pre�videnziale prevista nel 2001. Questo D'Alema lo ha fatto intendere chiara�mente e a lei non sarà sfuggito. «Ho sentito, certo. Ma come ho detto, noi faremo il possibile perché la proposta non venga approvata prima della verifica de 2001, in modo che la conte�stualità ci sia nei fatti, senza vincoli precostituiti. Natural�mente, poi, non c'è solo un problema di metodo. E' gravis�simo che il tema della previden�za venga affrontato costruen�do ulteriori vincoli invece di allargare gli spazi di libertà. Del lavoratore e delle impre�se». Dov'è che la libertà del lavoratore sarebbe concul�cata? «Non è ancora chiaro se e quando potrà scegliere di desti�nare il suo Tfr anche ai fondi aperti, oltre che ai fondi chiusi di origine contrattuale. In più, si vuole introdurre un meccani�smo di silenzio-assenso che non fa bene alle assunzioni di responsabilità individuali dei lavoratori rispetto al proprio futuro. E' come se il consenso informato, che viene richiesto in ospedale per farsi le opera�zioni, si potere dare col sem�plice silenzio». Ma il governo assicura che la libertà di scelta verrà garantita. «Non ho capito allora perché nella delega manchi una suffi�ciente chiarezza su questo pun�to. La delega è o no una legge di principi? Almeno sul piano dei principi non ci dovrebbero es�sere punti equivoci. Poi il go�verno si lamenta se il Parla�mento osteggia le deleghe...». Qualcuno sostiene che l'opposizione di Confindustria al disegno di legge non abbia nulla a che vede�re con tutte queste nobili ragioni. In realtà voi indu�striali non vorreste molla�re le risorse del Tfr... «E' falso». E non sareste disposti a fare un sacrifìcio. «Falso anche questo. Il Tfr è già impegnabile da parte di molte categorie, per la previ�denza integrativa, fino al 40 percento. Il lavoratore può poi richiederne l'anticipazione per esigenze personali e familiari. Quindi non sarebbe un sacrifi�cio cos�straordinario. Un co�sto, quello sì. Ma in un'ottica generale di riequilibrio tra pre�videnza obbligatoria e integra�tiva, lo si sarebbe potuto com�pensare. Non è su questo che esiste un'opposizione di princi�pio». E dove, allora? «Sui principi di libertà che vengono lesi anche nei confron�ti delle imprese. Mi riferisco al meccanismo labirintico in ba�se al quale il Tfr, che il lavorato�re volesse mantenere, viene destinato a un fondo costituito presso non si sa chi, forse il Tesoro, gestito non si sa da chi, probabilmente dalle corpora�zioni, per essere impiegato in modo discrezionale a favore della piccola e media impresa. Cose che sanno di antico». Però Confapi e Confcommercio non sono cosi osti�li a quello che voi bocciate senza appello. Come lo spiega? «Mi lasci semplicemente espri�mere il mio stupore». Il ministro del Lavoro, Ce�sare Salvi, segnala un cer�to isolamento di Confindustria... «Il ministro Salvi è un esperto di giustizia. Sarebbe cosa utile se sviluppasse la sua compe�tenza sui temi della previden�za e del lavoro. E se parliamo di isolamento, ricordo che altre componenti imprenditoria�li e sindacali sono contrarie ai suoi disegni». Sta di fatto che un certo beneficio per le piccole e medie imprese ci sarà. «Lo nego nel modo più assolu�to. Forse per qualcuna, scella non si sa con quali criteri e da chi. Per parlare di compensa�zione vera ci vorrebbe una riduzione dei contribuii per la previdenza obbligatoria a ironie della devoluzione del Tfr a quella integrativa. Pun�to». Vi si obietta che le condi�zioni della finanza pubbli�ca non lo permetterebbe�ro, che finiremmo fuori dell'Europa... «Non è cosi. Se la spesa per i pensionati futuri si riduce tramite una riforma, migliora l'equilibrio della finanza pub�blica e cala anche il carico contributivo per le imprese. Questo noi chiediamo». Nella vostra battaglia con�tro il disegno di legge dele�ga arriverete fino al pun�to da disertare i tavoli di concertazione con sinda�cati e governo? «Di quali tavoli parla, mi scu�si? Mi pare che su questa materia del Tfr, se ne è esistito uno, non abbia funzionato granché. Sono slati consultati tulli separatamente. E noi sia�mo andati perché, quando vie�ne chiesta un'opinione, Confin�dustria la esprime. Cosa che continueremo a fare. In ogni sede, con forza e con chiarez�za». Negli ambienti governati�vi c'è chi nutre il sospetto che dietro la vostra linea dura ci siano anche le lotte per il rinnovo dei vertici di Confindustria che scadono nel prossimo mese di maggio. Le risul�ta? «Sono sospetti inqualificabili e non qualificati. Noi lenia�mo questa linea fin dai tempi del governo Amato. Chi cono�sce come stanno le cose, non mette in giro certe voci». «Faremo di tutto perché la proposta non sia approvata prima della verifica della riforma previdenziale prevista per il 2001» «Non ci sarà alcun vantaggio per le aziende L'unica possibile compensazione sarebbe un taglio ai contributi» Carlo Callieri vicepresidente di Confindustria GUIDA Al FONDI PONDI CHIUSI Ad oggi ne sono stati autorizzati 31, di cui 21 già operativi dal 31 gennaio scorso e ai quali hanno aderito circa 380 mila lavoratori per 461 —liiardi di contributi. Il maggior numero di iscritti riguarda il fondo dei metalmeccanici Cometa), che conta 259 mi a persone, quello dei chimici (Fonchim) che ne conta 78 mila. PONDI APERTI A fine ottobre '99 i fondi aperti erano 85, per 20 mila lavoratori iscritti e circa 60 miliardi di contributi. A questi fondi aderiscono soprattutto liberi professionisti e lavoratori autonomi e ndipendenti. I VECCHI PONDI Sono 774 quelli nati prima della riforma Amato del '92.1 lavoratori interessati sono circa 1 milione e 600 mila. Hanno 30 mila miliardi di riserve patrimoniali e circa 4000 miliardi di flussi contributivi all'anno. iv,*ijimii\afxmv «in» u«i» ■ mjiiim ■mjiniipii.MiilPiJM. e ri GUIDA APONDI CAd oggi ndi cui 21 gscorso e a380 —lmchePONDA fine ot85, per 2060 miliardiA questi fondprofessionistindipendentiI VECCHI POSono 774 quAmato del '9circa 1 miliomila miliarcirca 4000 miall'anno. ■ mjiiim ■mjiniipii.MiilPiJM.

Persone citate: Callieri, Carlo Callieri, D'alema

Luoghi citati: Europa