«Occasione perduta», i popolari non ci stanno di Roberto Ippolito

«Occasione perduta», i popolari non ci stanno SEDUTA TURBOLENTA PER IL PPr«NEL TESTO NON CE' SPIRITO LIBERISTA): «Occasione perduta», i popolari non ci stanno In Consiglio dei ministri dure critiche anche da Rinnovamento retroscena Roberto Ippolito ROMA ^^DESTA volta si è toccalo ■ Sii fondo... Anzi è stato ^^toccato, con tante turbo�lenze, l'argomento dei fondi pensione. E gli animi si sono surriscaldati in consiglio dei ministri. E' bastato che, nella seduta di ieri mattina a Palazzo Chigi, si avviasse l'esame del disegno di legge (poi varalo) sul trasferimento alla previdenza integrativa del trattamento di fine rapporto, perché si aprisse una vivace disputa. A prima vista la controversia può appari�re molto tecnica: in realtà die�tro ci sono enormi interessi, sia politici che economici. E' stato Enrico Letta, mini�stro dell'Industria e capo dell?, delegazione al governo del Parti�to popolare, a partire all'offensiva. Ha preso la parola e ha giudicato con toni severi il dise�gno di legge, definendolo «un'oc�casione perduta per far decolla�re i fondi aperti». Insomma, per lui un torto a banche, assicura�zioni e operatori finanziari, can�didati a gestire i fondi aperti (cioè sottoscrivibili da chiun�que), e un piacere invece ai sindacati, che creano i fondi chiusi insieme ai datori di lavo�ro con i contratti. Letta è irritato, come il suo partito, perché non ci sarebbe traccia nello schema del dise�gno di legge messo a punto quello spirito liberista che do�vrebbe uniformare tutte le ini�ziative. La tesi è questa: sono favoriti i sindacati rispetto a coloro che per mestiere si occu�pano della gestione del rispar�mio, gli uni come gli altri attrat�ti dalla grande torta delle mi�gliaia e migliaia di miliardi del Tfr messi in movimento. Il progetto è stato contestato anche per questo motivo merco�led�scorso dalla Confindustria. E' piaciuto invece alla Cgil e alla Uil, mentre è stato bocciato dalla Cisl di Sergio D'Antoni secondo cui la materia è di competenza delle parti sociali, non del governo. Argomento, quest'ultimo, sollevato poi an�che dai popolari Nella seduta di ieri del consi�glio dei ministri. Letta non è il solo a chiedere correzioni al disegno di legge. E' spalleggialo dal ministro della Difesa, Sergio Mattarella, suo compagno di par�tito. E qualche osservazione in�sieme alla richiesta di modifiche viene dal ministro degli estori Lamberto Dini. Alcuni rilievi, ma con Ioni più sfumali, sareb�bero poi stati espressi dal titola�re dell'interno Enzo Bianco. . Il responsabile economico del Ppi, Giancarlo Lombardi, aveva annunciato un'opposizio�ne dura da parte dei «suoi» ministri. Ma chissà se D'Alema si aspettava quella «discussione di due ore» (rivelata dal mini�stro della giustizia Oliviero Dili�berto), che ha pesantemente segnato il via libera ai disegni di legge su Tfr e ammortizzatori sociali, le misure per le crisi occupazionali. Lasciando Palazzo Chigi, Dili�berto ha però sdrammatizzato: «Alla fine è andato tutto tran�quillo, il Tfr è stato approvato all'unanimità». C'è chi fa nota�re che non c'è stala una vera e propria conta e nessuno ha chiesto di mettere a verbale il proprio dissenso. Ma la contrapposizione c'è stala e forte. «Mi auguro che il Parlamento intervenga appor�tando ulteriori modifiche» ha detto esplicitamente Mattarella in consiglio dei ministri, ricono�scendo che alcuni ritocchi sono slati già apportati ma ritenendo il testo partorito non ancora quello ideale. Il ministro della Difesa ha parlato infatti di inno�vazioni positive: è possibile sce�gliere tra fondi chiusi e aperti senza alcun obbligo di iscrizio�ne ai primi. Ed è poi D'Alema, finita la seduta, a garantire di volere «che i lavoratori siano messi in condizione di sceglie�re» dove destinare i propri soldi per costruirsi la seconda pensio�ne. La questione più delicata quindi appare disinnescata. An�che Dini, che condivide piena�mente l'impianto e la logica del disegno di egge, sembra accon�tentato: alcune richieste di mo�difica, fra le quali le sue e quella di Letta sull'accelerazione del periodo transitorio, sono state accolte. Del resto al provvedi�mento sul Tfr D'Alema ci tiene, ma vuole tranquillizzare gli scal�pitanti alleali: quello varato, dice ai giornalisti, «è un disegno di legge è non un ukaze ed è quindi aperto alla discussione».

Luoghi citati: Dili, Roma