Matematica costituzionale di Michele Ainis
Matematica costituzionale Par condicio e questione dell'eguaglianza Matematica costituzionale Michele Ainis IN democrazia, si sa, contano i nume�ri. Ma a loro volta, i numeri, c'è modo e modo di contarli. C'è il modo che propone Berlusconi, secondo cui lo spa�zio radiotelevisivo durante le campagne elettorali va ripartito in proporzione al peso delle forze politiche; e all'inverso c'è il modo indicato dalla maggioranza di governo, che divide la torta in fette uguali tra i partiti, quale che sia la loro consistenza. E ovviamente sia gli uni che gli altri s'appellano alla suprema autorità della Costituzione: per il Polo sono 9 gli articoli della carta costituzionale che altrimenti verrebbero violati; nella rela�zione di maggioranza alla legge sulla par condicio (dove peraltro figurano slalom linguistici come «diversificazione ogget�tiva nell'oggettività delle differenze», op�pure «disciplinare per far crescere una liber tà responsabile e una responsabilità libe�ra»), il calcolo si ferma a quota 5. Sicché dopo l'ingegneria costituzio�nale frequentata da Sartori e dai suoi molti seguaci ora è la volta della matematica co�stituzionale: discipli�na per il momento sen�za cattedre, ma con tanti professori. Eppure dietro le quinte del problema c'è una questione non da poco: una questio�ne d'eguaglianza. È in�fatti in nome di questo medesimo principio che le due parti in lite si combattono. E allora per decidere chi ha torto e chi ha ragione bisogna innanzitutto stabilire i termini fra cui corre la relazione d'eguaglianza, dato che quest'ultima come a suo tempo insegnò Aristotele non è identicità. Insomma, chi sono gli eguali? Ecco la domanda chiave, se è vero che perfino i nazisti applicavano il principio d'egua�glianza all'interno della comunità aria�na. E, in secondo luogo, quale sistema di calcolo realizza al meglio l'eguaglianza fra gli eguali? Questioni somme, sospese tra la filosofia e la teoria dei numeri; vediamo dunque come i due contendenti le risolvono. L'opposizione. Vorrebbe dare un po�Come rilo spazdurale camelettotra filoteoria de sto a tavola soltanto a chi c'era già seduto durante la cena precedente. Di�menticando che con questo criterio sa�rebbe rimasta a bocca asciutta Forza Italia nel 1994 (quando il partito si presentò per la prima volta alle politi�che), cosi come i Democratici o la Lista Bonino allo ultime europee. Ossia pro�prio chi ha maggior bisogno della televi�sione per trasmettere una nuova identi�tà, per farsi conoscere dal popolo votan�te, E per di piii distribuendo le vivande in modo impari ira i vari commensali, in proporzione al consenso guadagnato da ciascuno nelle elezioni precedenti: come a dire, l'applicazione del proporzionale in un sistema eleilorale giocalo all'inse�gna del maggioritario. Insomma, l'enne�sima versione di unaggiorzìonale» all'ita�liana. Che peraltro per non subire distor�sioni richiederebbe una dilatazione del�lo spazio t elevisi vo all' infinito; se un partito aveva conquistato un solo senatore (come è capitato alla Fiamma nel 1996), mentre un altro ha raggranellalo 86 parlamentari (è il caso della Lega Nord), vuol forse dire che per ogni minuto di Hauti ci toccherà sorbirci Bossi per un ora e mez�zo? La maggioranza. In questo caso la comuni�tà degli eguali coinci�de con tutti coloro che abbiano presentalo propri candidali alle elezioni. E tutti gli eguali vengono tratta�ti in modo eguale: se Berlusconi parla ire minuti davanti alle televisioni pubbliche e privale, anche Butliglione ha diritto a tre minuti (che poi sappia farne uso, questo è un altro paio di maniche). Qui però l'eguaglianza si converte in egualitarismo, in livella�mento ottuso di soggetti diversi e spesso reciprocamente irriducibili: proprio l'op�posto di un'effettiva parità di trattamen�to, che certo non consiste nel regalare un paio di scarpo nuove anche a chi ha una gamba sola. E in più con la complica�zione di far posto a liste che non li a imo alcuna chance di guadagnare seggi, ma che rivendicano il loro diritto alla cele�brità televisiva. Come venirne fuori? Speriamo che ci salvi un ragioniere. micheleainis(S)iol.it partire io in tv ante pagne orali: sofia e i numeri Come ripartire lo spazio in tv durante le campagne elettorali: tra filosofia e teoria dei numeri
Persone citate: Berlusconi, Bonino, Sartori
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