Per gli avvocati «è una svolta»
Per gli avvocati «è una svolta» Per gli avvocati «è una svolta» «L'Italia come le grandi democrazie liberali» ROMA Esultano gli avvocati e si preoccu�pano i magistrali per il «si» della Corte Costituzionale ai tre refe�rendum sulla giustizia. A provoca�re speranze da una parte e scon�certo dall'altra è soprattutto il queslilo sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. «Quel referendum di�ce Giuseppe Frigo, presidente del�l'Unione dello camere penali è sicuramente il più imporlanle e decisivo dal punto di vista dol sistema giudiziario; finalmente potremo dialogare con la gente e capire se vuole o meno questo grande salto di qualità che allinee�rebbe l'Italia a tutti gli altri Paesi d�democrazia liberale avanzata». Per Frigo, una volta separalo definitivamente il destino della magistratura inquirente da quel�la giudicante, bisognerà comun�que «salvaguardare l'autonomia e l'indipendenza dei pm», ma è proprio questo cho la grande mag�gioranza dei magistrati ritiene impossibile. Di qui la netta contra�rietà al queslilo referendario. Spiega Mario Cicala, presidente dell'Anm: «Siamo convinti che i diritti dei cittadini siano maggior�mente garantiti da un pm al servizio della verità o perciò par�tecipe della cultura della giurisdi�zione; non ritoniamo quindi op�portuno un divieto assoluto e incondizionalo al passaggio delle funzioni di giudice a quelle di pubblico ministero e viceversa». L'Associazione magistrati non vede di buon occhio nemmeno l'eventuale vittoria dei «sì» negli altri due referendum, quello che vuole modificare il sistema eletto�rale del Csm e quello per impedire gli incarichi extra-giudiziari delle «toghe». Il quesito sul Csm, secon�do Cicala, «incide piuttosto irra�zionalmente sul sistema, e promierebbe i gruppi più compatti e organizzati», mentre l'altro «ap�pare strabico e riduttivo, perché prende in considerazione solo quella modesta fascia d�incarichi extra-giudiziari svolta dai giudici ordinari». Por l'Anm i problemi della giustizia sono altri, «e non sareb�bero certo risolti o ridotti da un eventuale esito positivo dei refe�rendum», ma l'ex-presidonle del�la Corte costituzionale ed ex-mini�stro della Giustizia Vincenzo Caianiello è di tuli'altro avviso: «Final�mente si potrà razionalizzare il sistema; bastorobboro solo i due referendum sul Csm e sulla sepa�razione delle carriere a dare soddi�sfazione rispetto all'immobili�smo del Parlamento su questi temi». L'ex-presidente dell'Anm MarIone si augura che le Camere «intervengano tempestivamente per dare più adeguata soluzione allo questioni sollevale dai refe�rendum», mentre all'interno del Csm si registrano opinioni diver�se. Per Nello Rossi, di «Magistra�tura democratica», «nella partila sul destino del pm si gioca un valore essenziale della nostra de�mocrazia: l'effettiva uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge», mentre per il «laico» dei Verdi Eligio Resta i referendum posso�no essere «una buona occasione per un dibattito aperto sui temi della giustizia». [r. r.] Mario Cicala, presidente dell'Associazione nazionale magistrati
Persone citate: Eligio Resta, Final, Frigo, Giuseppe Frigo, Mario Cicala, Nello Rossi, Vincenzo Caia
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