Mussi cita Totò e brucia lo share del Cavaliere di Maria Laura Rodotà

Mussi cita Totò e brucia lo share del Cavaliere .. IL LEADER AZZURRO IN AULA USA TONI PACATI E «DELUDE» I SUOI FANS Mussi cita Totò e brucia lo share del Cavaliere retroscena Maria Laura Rodotà ROMA GRANDE è il disordino poli�tico sotto il cielo, tra refe�rendum, Europa e caso Haider, e par condicio; cosi tra imbarazzi, incertezze, paure e dubbi bon mascherati da arrab�biai uri;, anche a Montecitorio i rubli si riballano. E l'atteso show (si attendeva uno show comunque, visti argomento e seduta movimentata) lo fa un diessino cho viene dalla NormaIo di Pisa e di showbiisiness sa mollo mono del Maestro in aula. Insomma il capogruppo Eabit Mussi: «Olii ci voleva il principi De Curtis, ovvero Totò: ma e faccia il piacerei». Sarebbe Sil�vio Berlusconi quello elio fa il piacere, ma Berlusconi ride. Ouasi s�rasserena a ritrovare la cultura in cui si riconosce moplio e partendo dalla quale ha inventato lo suo tivù, quella del varietà, E ha l'aria di apprezza�re sport ivamento. Anello se que�sta è la conclusione di una battaglia che l'ha preoccupato e innervosito. Tanto da fargli tene�ro un discorso che ha un po' doloso i fans convinti o quelli per cui è figura di culto. Di vibrata accusa verso una mag�gioranza ipocrita e soprattutto liberticida, ma sfortunatamente privo di effetti speciali. Da quésto punto di vista, del teiccoinunicatoro aggiornato ac�cusato di tolecrazia, Berlusconi ha voluto difenderò le suo tecni�che moderne: diverso da quei partiti che spendono i soldi del finanziamonlo pubblico in «vec�chie strutturo, partiti, funziona�ri, sedi, giornali». Roba obsole�ta, paragonata ai suoi fulminan�ti spot recenti: i Ds a congresso che approvano una mozione an�tiproibizionista, e subito dopo lui in maglione a congratulare drogati redenti, e cosi via. Più traballante il seguito, la possibi�lità ventilata, «per chi non vuol dare soldi al nemico» (luil di «acquistare spazi su altre emit�tenti nazionali» (quali?) o sull'odiata Rai. Peraltro «totalmenlo schierata» in difesa uella mag�gioranza. La Rai lo trasmetteva in dr-etta, il dibattito sulla par condi�cio. Ma ancor prima di intervcnl re, il leader di Eorza Ualia mo�strava nervosismo nel dover usa�re una roto poco affidabile. Era irrivato mentre parlava Gian�franco Fini, si era seduto a leggere e rileggere i suoi fogli in corpo 1G (per non usare pli occhiali). Abbronzato e doppiopattato come Ha copione, ma con un'aria da studente pre-esa�me; sul suo banco, anche un evidenziatore fucsia del genere che si usa per sottolineare nei libri di testo. E l'inizio è sfiducia�to. «Fino all'ultimo», Berlusconi era indeciso se parlare o no. Visto che «la maggioranza non ha mai voluto prestare attenzio�ne» ed è rimasta «chiusa nella difesa faziosa degli interessi di parte». D'altra parte, «Forza Ita�lia è e resta un partito modera�to»; d'altra parte la maggioran�za si è comportata con «acquie�scenza» «verso una menzogna», «in questa Vicenza». Vicenza, non vicenda, però capita; sulle reti Meriiuaet, «Paperissima» l'hanno mventata per questo. Comunque, dopo il voto di giu�gno (Fcrzu icalia primo partito alle Europee, Bologna vinta da Guazzaloca), c'è stato «un festi�val di menzogne». Culminato con la par condicio, con la quale «voi private il 25 per cento di elettori italiani di ascoltare la libera voce di Forza Italia». L'italiano è quel che è, il tono è sinceramente accorato. Quello di un leader che vede la demo�crazia minacciata; perché «ogg5 sulla comunicazione politica si è proceduto con un colpo di mag�gioranza, un colpo di mano». Non dice un colpo di altro, ma si sta arrabbiando sul serio. Per�ché questa par condicio è, in ordine sparso, «anticostituziona�le, liberticida, antistorica, di�spersiva della volontà popola�re». E mina «la.costruzione del bipolarismo» di cui tutti si riem�piono la bocca; invece «favori�sce la polverizzazione della rap�presentanza popolare». «E' una legge fatta contro di noi e in favore delle decine di partiti e partitini della vostra coalizio�ne». L'aula, già rumorosa per tutto il pomeriggio, rumoreggia come non mai. Qualcuno dai banchi Ds urla battute. Anche il premier Massimo D'Alema, al banco del governo, ride aperta�mente, si stira un po', commen�ta con Enzo Visco. Ma Berlusco�ni è partito con le cifre: alla Rai «cinquemila minuti alla maggio�ranza, 1500 all'opposizione»; e poi «Retequattro può fare un milione di ascolto, Raiuno nove milioni». Perciò il centrosinistra «ha avuto dieci volte più contat�ti di noi nei mesi prima delle Europee». Ecco la spiegazione di tutti quegli spot recenti con Berlusconi, dagli auguri di Nata�le in poi: «Una piccolissima legit�tima difesa per colmare il diva�rio». Conclusione: è una «strada pericolosa per la democrazia, una violazione dei diritti dell'op�posizione, passo dopo passo si arriva al regime». Il leader è vibrante, mal'atmosfera, a risul�tato scontato, è già sbracata. Lo applaudono i suoi, la Lega pochi�no, An senza esagerare. Anche Fini la prende in ridere: durante il successivo Mussi show, quan�do il diessino attacca a sorpresa a parlare in tedesco, si mette le mani sotto il naso a segnalarne i baffetti. Accidenti, è vero, c'è anche il caso Haider in ballo. Oggi è andata così, domani chissà che altro succede. Il presidente di Forza Italia era molto nervoso e ha deciso di parlare soltanto all'ultimo momento A sinistra il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, a destra il leader del Polo Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Bologna, Europa, Roma, Vicenza