La rivincita di Topgun John

La rivincita di Topgun John —— t~—m—: ■~" ' :—r?—'~ ' '—'—~~—r7*— IL REDUCE CONTRO IL «FIGLIO DI PAPAS . La rivincita di Topgun John Il simbolo di una generazione tradita reportage Augusto Minzoiini inviato a NASHUA EL parterre c'è un tipo sulla quarantina, molto su di peso, con un tic nervoso, che passeggia sfoggiando una ma�glietta con la scritta «Veterani del Vietnam» e agitando un cartello che pubblicizza,un sito internet: www. mccainpatriots.com. Intor�no a lui c'è gente con berretti militari o di associazioni di ex militari, E anche sul palco della sala del Crown Plaza di Nashua a festeggiare la vittoria schiaccian�te nelle Primarie del New Hamp�shire dell'eroe del Vietnam, John McCain, contro il figlio di papà, George Bush, ci sono per lo più compagni d'armi. Sullo sfondo dello striscione giallo dell'Accademia Navale Usa, infatti, i commilitoni del comandante John si alternano al microfono per parlare dell'incre�dibile impresa: dare oggi 18 punti a Bush (490Zo a 310Zo) deve essere stato difficile quanto bombarda�re Hanoi allora. Cosa che costò a McCain cinque anni nelle prigio�ni viecong, torture annesse, e l'umiliazione della firma sulla famosa dichiarazione «sono un criminale di guerra» per ricon�quistare la libertà. Ce ne è abbastanza per segna�re una vita. Appunto. E a sentir parlare i veterani, ci si accorge che questa vittoria è vissuta co�me un risarcimento politico da quella generazione fjià celebrata sul grande schermo m film come «Platoon» o «La sottile linea ros�sa». Grida, ad esempio, dalla tri�buna Orson Swindle, altro reduce della sporca guerra: «Sembrava che tutto il Paese repubblicano appoggiasse Bush ma alla fino della giornata Bush ha perso. Perchè? Perché noi abbiamo un uomo. Deve essere un uomo a fare il lavoro del Presidente, non un ragazzo». Per capire il personaggio Mc�Cain, per comprendere 1 outsider anti-Bush, bisogna entrare in que�sto spirito di rivalsa, in una visio�ne del mondo che va oltre gli schieramenti, che piace agli elet�tori indipendenti, repubblicani, ma rapisce anche i democratici. Quella del ragazzo che per un dovere di famiglia nonno e padre sono stati ufficiaU di Mari�na deve arruolarsi (come raccon�ta nella sua autobiografia «Faith of My Fathers»); che diventa un Top Gun; chenegli anni della contestazione ha un unico atto di ribellione, la fidanzata spogliarel�lista; che vive il Vietnam e poi scopre la politica proprio per rivendicare il passato di una gene�razione tradita. Questo è McCain. Un solitario che è repubblicano, ma potrebbe anche essere altro. Con un tempe�ramento forte, indipendente e con un caratteraccio incline alle scenate. Insomma, un personag�gio tutto d'un pezzo, a tinte forti. Che piace agli elettori indipenden�ti, ma è visto con diffidenza dalla macchina del partito repubblica�no e dalle grandi lobby economi�che che condizionano non poco l'elezione del Presidente. Nessu�no si fida di uno che come tutti i reduci appare quasi un disadatta�to. Non per nulla mentre Bill Bradley, l'outsider del campo de�mocratico, è stalo ricoperto di finanziamenti, McCain non ha visto il becco di un quattrino. Non per niente Giuliani, il sinda�co di New York, per stringere rapporti con Bush, con l'uomo del partito, ha fatto in modo che la candidatura del comandante John non fosse presentata in un terzo dei collegi di New York nelle Primarie del G marzo. La spallata del New Hampshi�re dovrebbe porre fine all'isola�mento. Questo è almeno il piano del comandante John. Con una tipica tattica di militare, McCain, invece di sprecare risorse in que�sta prima ondata di Primarie, si è concentrato su New Hampshire, South Carolina e Arizona, lo Stato che gli ha dato i natali. Se riesce a centrare da qui al 22 febbraio questa tripletta ai danni di Bush, la strada per la Casa Bianca po�trebbe aprirsi davvero. Il risultato di ieri, comunque, gli ha già dato la possibilità di lanciare qualche segnale ai suoi avversari. Negli Usa sono facili alle apoteosi. Un suo sostenitore, il senatore Warron Rudman, è arrivato a paragonare il successo di ieri alla vittoria in una batta�glia della guerra d'Indipendenza. E ha chiuso con un messaggio ai notabili del partito repubblicano: «A mia memoria nelle Primarie del New Hampshire non c'è mai slato un margine cosi nello tra il primo e il secondo. McCain può andare alla casa Bianca grazie ai voti di uomini, di donno, di indi�pendenti. Ma McCain, questo va ricordato a qualcuno, è soprattut�to un vero conservatore, un vero repubblicano». Lui si è presumalo sul palco del Crown Plaza in compagnia della moglie e dei setto figli avuti da duo matrimoni. Con quell'elo�quio diretto, senza infingimenti, che può attirare gli elettori ma fargli anche molti nemici. «Noi abbiamo mandalo un messaggio alla Washington dolio lobby e doi grandi interessi ha dolio, silliibbando le parole por dargli più enfasi : il cambiamento sta arrivando». E ancora: «Bisogna riformare il sistema politico... La campagna del New Hampshire 6 finita, ma la grande crociata na�zionale è appena cominciata»; «Non dimonticherò quello cito ho imparato quassù. Una donna mi ha guardato negli occhi e mi ha dotto: "E' importante che il prossi�mo prosidonio Usa dica sempre la verità", lo la dirò» Poi i coriandoli o i palloncini rossi, bianchi e blu, o le melodie della Mark Humbert Little Big Band, hanno dato gli ultimi toc�chi a questo quadrello tipicamonte americano. A questa miscela di patriottismo, di valori conserva�tori, ma anche di ribellione verso i burocrati di Washington. Il tut�to moderato dal tratto del perso�naggio che a differenza degli altri candidali repubblicani non mar�ca troppo il djscorso contro l'abòr�to, né si dimentica degli emarginati. Ora la scommessa di McCain è tutt'altro che facile, vincere con�tro Bush è un conto, vincere a dispetto dell'intero partito repub�blicano è un altro Bisogna veder iosa accadrà nel South Carolina e in Arizona, dove i sondaggi asse�gnano una buona percentuale al figlio di papà. Un'altra vittoria e la sorpresa potrebbe diventare un evento che potrebbe atliraro sull'uomo nuovo anche gli eletto�ri di New York odella California. Noi frattempo nel personaggio potrebbe maturare anche l'appe�al del Presidente. Ha una moglie che sta bene sulla scena e anche un ixatello pazzariollo, come lo avevano Carter e Clinton. Il vec�chio Joseph McCain, capelli can�didi come John, chi» ieri paonaz�zo per la felicità è salito più volte sul palco a raccontare lo storio di famiglia: «Avevo questo braccia�letto d�rame con inciso il nome di .John quando lui ora prigioniero in Vietnam. L'ho ritrovato e lo porterò fino a quando non giure�rà da Presidente»; «Quando John fu abballino per 24 ore io e mio padre pensammo che fosso mor�to. Da allora ho capito che può sopravvivere a qualunque cosa. Arriverà in quella casa al 1600 di PensQvania Avenuo. Alla Casa Bianca». Storio da raccontare davanti al cammello, ovviamente, sul Vietnam. Dopo i risultati ha detto: «E' un messaggio alla Washington delle grandi lobby» I suoi fan dicono già: «Ha sfondato perché è un uomo. E deve essere un uomo a fare il lavoro del Presidente, non un ragazzo» Arruolatosi per «dovere di famiglia» ha scoperto la politica come rivalsa sul Vietnam Nella foto In alto. Al Gore con la moglie Tipper. Qui sopra, John McCain