Primarie, il giorno dei ribelli

Primarie, il giorno dei ribelli Corsa alla Casa Bianca: il voto in New Hampshire premia gli outsider repubblicani e democratici Primarie, il giorno dei ribelli Bush battuto daMcCain, Gore tallonato da Bradley Andrea di Robllant comspondenle da WASHINGTONLa corsa per la Casa Bianca pareva finita prima ancora di essere comin�ciata, con Al Gore e George W. Bush lanciati verso la nomination dei rispettivi partiti. E invece gli eletto�ri del New Hampshire hanno dato una grande rimescolata alle carte e la gara elettorale si è improvvisa�mente infiammata. John McCain, il ruvido senatore dell'Arizona in guerra con l'esta�blishment repubblicano, ha inflitto una pesantissima sconfitta a Bush Jr (50 per cento contro 31 per cento), squarciando l'alone di ine�luttabilità che si era creato attorno alla candidatura del governatore del Texas. In campo democratico, il vice�presidente Gore sperava di dare una botta decisiva al suo rivale, il senatore Bill Bradley. Invece ha faticato molto più del previsto per respingere l'assalto dell'ex campio�ne di basket, portando a casa ima vittoria risicata (52 per cento a 47 per cento). Come ha scritto il New York Times, «non è stala una buo�na notte per i delfini del 2000». Improvvisamente il momento ap�partiene agli insorti. Per McCain, la strada è ancora tutta in salita. Bush ha l'appoggio del partito, una fortissima struttu�ra organizzativa a livello nazionale e le casse piene di soldi, mentre il senatore dell'Arizona ed r; prigio�niero di guerra può solo contare almeno in questa fase sull'impeto creato dalla sua vittoria nel minu�scolo Stato del New Hampshire. Bush Jr ha fatto buon viso a cattivo gioco nemmeno i sondaggi dell'ultimissima ora avevano fatto pensare a una sua sconfitta di tali proporzioni e ha parlato di «un piccolo incidente di percorso che mi renderà più forte». A livello nazionale, del resto, mantiene un buon margine di vantaggio sul suo riv ale. «McCain ha vinto una batta�gli.-!, io vincerò la guerra». Ma dietro le quinte, la squadra di Bush è preoccupata. McCain, che pure è sempre stato un conservato�re doc, è riuscito a posizionarsi al centro dove si presume che le elezioni del 2000 saranno vinte con un programma più moderato del suo rivale. E soprattutto si è presentato agli elettori come il ca�valiere solitario deciso a ripulire il sistema politico dopo gli eccessi dell'era Clinton-Gore. Ha costruito la sua vittoria pe�scando sia tra i repubblicani che tra gli indipendenti. E, particolare tutt'altro che irrilevante, un demo�cratico su tre nel New Hampshire dice che non esclude di votare McCain nelle elezioni generali. «Il messaggio sta funzionando», ha esultato McCain partendo per la Carolina del Sud, dove il senatore spera in un'altra vittoria a sorpresa nelle Primarie del 19 febbraio. Sa che per andare avanti deve conti�nuare a vincere. E' la maledizione del candidato ribelle: un passo fal�so, una grossa sconfitta, e la sua corsa è finita. Bill Bradley, il ribelle che vuole sconfiggere l'erede designato del partito democratico, ha un vantag�gio rispetto a McCain: ha le casse piene di soldi e una struttura orga�nizzativa ben piantata in tutto il territorio. Ma come McCain si pre�senta agli elettori come l'alternati�va «pulita» ad Al Gore, il leader onesto e integro che segue la pro�pria bussola ulteriore e non è inzac�cherato dal fango cliiitoniano. Ma Bradley deve cominciare a vincere perché b sua candidatura acquisti da'* .ero credibilità. Non è più sufficiente coi itenere le perdi�te. Non ci sono pr narie democrati�che fino al 7 ma-. u, giorno in cui ce ne saranno cedici tutte insieme, incluse quelle di due mega-Stati, California e New York, «So bene che dovrò ottenere vittorie impor�tanti il 7 marzo», riconosce Brad�ley, L'ex senatore del New Jersey continua a ripetere che lui andrà comunque fino in fondo per strap�pare la nomination a Gore, ma in cuor suo sa che dovrà vincere almeno una delle due grandi Prima�rie del 7 marzo per andare avanti. Per la cronaca, gli altri candidai i in corea nel New Hampshire tutti repubblicani hanno fatto peggio del previsto: Steve Forbes ha preso il 13 per cento, Alan Keyes il 6 per cento e Gary Bauer 1' 1 per cento.