Par condicio, oggi ultimo scontro di Maria Grazia Bruzzone

Par condicio, oggi ultimo scontro In serata la Camera vara le norme sugli spot tv in campagna elettorale. Il centrodestra: rotto il filo delle riforme Par condicio, oggi ultimo scontro Dal Polo appello a Ciampi: non firmi la legge Maria Grazia Bruzzone ROMA Falliti gli ultimissimi contatti tra maggioranza e opposizione, con l'ostruzionismo del centro�destra ma a tappe forzate la Camera si avvia ad approvare il discusso disegno di legge sulla par condicio nella comunicazio�ne politica e elettorale. E il Polo insorge e si appella a Ciampi, oerché non firmi il disegno di egge. Gli estremi tentativi di media�zione si consumano in mattinata in un incontro fra il sottosegreta�rio alle comunicazioni Vincenzo Vita, il responsabile di Fi Paolo Romani, la presidente della com�missione Affari Costituzionali Rosa Russo Jervolino e il relato�re del disegno di legge Luigi Massa. Ma è ormai scontato che un accordo non è più possibile, neppure dal vertice di maggio�ranza a Palazzo Chigi era uscita un'indicazione diversa. Così, quando Forza Italia rinnova la richiesta già avanzata da Berlu�sconi di adottare nei messaggi politici televisivi e radiofonici criteri che tengano conto della forza elettorale di ogni partito, la risposta è negativa. «Sia per il metodo che per il merito» preci�sa Vita, e spiega che il Polo ha portato avanti una contrappposizione frontale al ddl, e che un criterio di tal fatta poi penalizze�rebbe le forze politiche più picco�le e quelle nuove». Quasi in contemporanea, lo stesso D'Alema critica la contro�proposta di Berlusconi, sostenen�do che «proibirebbe a forze come la Lista Bonino o i Democratici di avere spazi in televisione». Il presidente del Consiglio nota che da una ipotesi del genere il suo partito sarebbe sicuramente avvantaggiato, «ma in un sistema'democràtico si cerca di tute�lare tutte le forze, anche le più piccole e le nuove. Altro che bavaglio». Piccati e preoccupati, gli uo�mini del centrodestra annuncia�no la fine di ogni confronto sulle riforme con il centrosinistra. «A questo punto il problema non è solo tecnico», dice Romani uscendo dall'incontro. «Tra mag�gioranza e opposizione è ormai rottura definitiva e totale», di�chiara Beppe Pisano. Berlusconi è ancora più duro. Sostiene che «l'opposizione era disponibile al dialogo», accusa la maggioranza di aver fatto «un colpo di mano» e di «essersi appropriata delle regole più elementari». «Nessu�no può cambiare le regole men�tre gioca e stabilirne a proprio vantaggio», insiste il Cavaliere, che si dice «sorpreso» delle di�chiarazioni di D'Alema. E annun�cia che chiederà al Capo dello Stato «che utilizzi le sue preroga�tive per bloccare questa legge incostituzionale». Netta la rea�zione di Veltroni: per il segreta�rio dei Ds è una «escalation di estremismo, una ulteriore mani�festazione di perdita di controllo e di senso di responsabilità della destra italiana». Un clima di scontro non diver�so da quello che si respira in aula, dove il momento del voto sugli emendamenti viene ancora dilazionato dall'ostruzionismo del Polo, al quale il presidente Violante concede tempi supple�mentari, replicando ancora una volta seccamente alle accuse che gli vengono di nuovo mosse di non aver rispettato il regolamen�to, costringendo le opposizioni a non esprimere le proprie ragio�ni. Negli interventi le critiche alla «impar condicio» si intrec�ciano agli attacchi alla Rai. Il nodo vero per Fi sono da sempre i tg pubblici. Ed è di nuovo Romani a citare dati dai quali risulta che su 15.000 minuti complessivi di comunicazione politica nell'ultimo trimestre '99, ben 9262 sono stati occupati da esponenti della maggioranza. «Romani è reticente, non ha citato il suo emendamento, che per ovviare a questa presunta disparità propone di fissare per legge un rapporto fra le notizie che riguardano maggioranza e opposizione, non gli spot ma le notizie», gli risponde il verde Mauro Paissan. Intanto dalla Rai arrivano le repliche alle critiche mosse da Violante, sulla scia dello prote�ste dell'opposizione, per come i lg hanno seguito il dibattito sulla par condicio. I tre direttori respingono all'unisono gli adde�biti e sostengono di aver «fatto i giornalisti», riportando i fatti con equilibrio e completezza. Oggi si dovrebbe votare la legge, e le dichiarzioni di voto saranno trasmesse dalla Rai in diretta. Il leader del Polo Silvio Berlusconi con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

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