Ragazze speciali senza vecchiaia

Ragazze speciali senza vecchiaia Ragazze speciali senza vecchiaia tà femminile. Tante le loro esperien�ze, tra successi, sconfitte, scoperte a volte esaltanti, errori, passioni pub�bliche e private. In un'Italia dove cambiavano gli stili di vita, i compor�tamenti sociali, e si liberalizzavano i contraccettivi, si istituivano i con�sultori, ci si mobilitava per divorzio e aborto, si varavano il nuovo dirit�to di famiglia e la legge sulla parità nei luoghi di lavoro. E adesso? Quale cosiddetta mezza età? Quale vec�chiaia possibile? Siamo, insiste la Piazza, «più istruite, più indipenden�ti, più sane, più ricche, consapevol�mente più longeve delle generazioni che ci hanno preceduto; con un'espe�rienza della vita pubblica incompa�rabilmente più intensa; una possibi�lità di manipolazione della nostra biologia mai conosciuta prima; con un pensiero accumulato sul rappor�to tra i generi che ci dà l'autorevolez�za di dire in prima persona donne che nel mondo esistono per sé ciò che siamo e vorremmo essere nel lungo futuro che ci aspetta, dialo�ganti ma non dipendenti da parole altrui». Tante le risorse ed esperien�ze accumulale. Ma il contesto socia�le è disponibile ad accoglierle e valorizzarle? No, ammettono la so�ciologa e le coetanee che hanno intessuto con lei la trama del libro. «Per ora la società non ci aiuta», dicono. Anzi, «sembra fatta apposta per negare la possibilità di una seconda vita adulta dignitosa, re�sponsabile, attiva, decente... Vivia�mo in un deserto sociale». Uno scenario desolante. Che però non le induce al fatalismo né a ottùnistiche ricette né all'accettazio�ne passiva di uno dei ruoli che sarebbero a portata di mano: quello della pensionata che si ritira nel cono d'ombra della casa; quello dell'eterna garante dei servizi di cura a figli, mariti, vecchi genitori; oppure quello della donna che osti�natamente insegue l'eterna pseudo�giovinezza. A quel deserto sociale «le ragazze di cinquant'anni» repli�cano con una sfida: inventare anche questa parte della vita, far nascere nell'immaginario collettivo la figu�ra medita di un nuovo soggetto politico. Senza false modestie, u loro proposito: «Che questo nuovo sog�getto possa avere un peso sulla scena sociale è un augurio che ci facciamo, ma soprattutto un asso nella nostra manica se sapremo giocarcelo bene». Liliana Madeo E 5 una generazione «specia�le», sostiene la sociologa Marina Piazza, quella delle donne che oggi hanno cinquant'anni. E spiega nel suo saggio Le ragaz�ze di dnquant'anni: nate fra il '43 e il '53, sono state bambine e preadole�scenti nell'Italia chiusa e arretrala degli Anni Cinquanta, adolescenti e ragazze negli Anni Sessanta, prota�goniste o testimoni del vento ribelle del '68, studentesse o operaie o impiegate nell'autunno caldo, le pri�me ad entrare in massa nella scuola dell'obbligo e poi nel mercato del lavoro, le prime a vivere la scoperta di sé e del proprio corpo, della propria sessualità e del proprio desi�derio, a sottrarsi al controllo delle famiglie, a compiere gesti di tra�sgressione e di sfida non più in solitudine ma sentendosi soggetto politico, parte di una realtà più ampia, quando sembrò possibile reinventare sé e le regole del mon�do. La prima parte della vita raccon�ta l'autrice se la sono davvero inventata queste «ragazze», capaci di uscire dagli schemi della tradizio�ne e di ridefinire i confini dell'identiMarina Piazza Le ragazze di cinquant'anni Amori, lavori, famiglie e nuove libertà Mondadori 194 pagine, 28.000//re

Persone citate: Liliana Madeo, Marina Piazza

Luoghi citati: Italia