«La nostra lotta contro la marea nera» di Enrico Benedetto

«La nostra lotta contro la marea nera» «La nostra lotta contro la marea nera» Un giorno con i volontari sulle coste della Bretagna reportage Enrico Benedetto invialo a BATZ-SUR-MER m EZZO secolo fa, bunkerizzammo il litorale on il Vallo Atlantico per impedire che sbarcasse la marea anglo-americana. E adesso rieccoci di guardia con l'Onda Nera. Buffo, no? Ma c'è una differenza: adesso i francesi ci amano». Chiamia�molo Hans. E' un soldato della Germania Duemila. In�sieme a diversi commilitoni smacchia la Bretagna. Sì, la brigata franco-tedesca oggi ha come armi pala e secchi. Ma anche bulldozer, teloni, container, e prodotti chimici. Dallo scorso weekend lavora�no a Quiobert, il più ampio cantiere della Costiera Selvag�gia che da La Baule si avven�tura nell'oceano formando una penisola splendida e fino allo scorso dicembre incontaminata. Di militari te�deschi, non si può dire che la Bretagna avesse nostalgia. Gli ultimi, asserragliatisi nel�la loro base sommergibilistica a Saint Nazaire, capitolaro�no dopo Berlino. E il paesag�gio bretone ormai incorpora, mezzo secolo più tardi, quel�l'interminabile soggiorno del�l'occupante: fortini, gallerie, muraglie, block-haus. I Breto�ni respirarono per 5 anni la paura. Adesso la si condivide insieme agli ex nemici, scru�tando l'Atlanti�co per avvistare l'avversario co�mune: la nafta. Quiobert è si�to di stoccaggio. Bisogna ripulirr l'insozzatissima scogliera, al�lestendo nel con�tempo una strut�tura logistica af�fidabile che inoltri il magma oleoso verso l'entroterra ove 4 stazioni l'immagazzineran�no fino a quando lo si neutra�lizzerà. E i migliori uomini della Brigata sono qui per testimoniare come la futura Difesa europea passi, volen�do, proprio attraverso l'ecolo�gia. Le squadre lavorano dal�le 9 alle 17. Obiettivo: ognuno smaltisca 1000 chilogrammi d'idrocarburi prò capite al giorno. Scusate se è poco. Ma il comandante Antoine Marchal, che dirige la compagnia, preferisce stringere i tempi. La sua Armée binazionale è peraltro in trincea con la Protezione civile. E poi ci sono corazzieri, vigili del fuo�co, fantaccini. Totale: 400 uomini. I curiosi parcheggiano l'au�tomobile a qualche centinaio di metri per gettare un'occhia�ta. Il villaggio non è lontano. A proseguire verso il finisterre, fa da capolinea Le Croisic, tra le prime vittime dell'inqui�namento. In direzione contra�ria, dopo Batz-sur-mer si deli�nea invece l'Atlantic City transalpina: La Baule. Ieri mattina, squadre di omini bianchi punteggiavano il ba�gnasciuga. Cazzuola, vanga, secchielli. E un trattore che li segue. Sono una trentina, e si direbbe che girino a vuoto. La baia è candida, perché osti�narsi? Ma basta abbandonare la promenade lungo-Oceano avvicinandosi, e lo stivale «Bisogcon leOgni 2i team dopo qualche passo diviene viscoso. Guardi meglio. Tra rami ed alghe, chiazze tran�slucide giallastre. Sembra una colonia di meduse arena�tesi: è nafta. Irriconoscibile, dopo 5 settimane in mare. Spiega il caposquadra: «E' l'emulsione. Il liquido perde le componenti volatili, inglo�ba sabbia e acqua. Mi racco�mando, non tocchi». Da Vannes, il quartier generale del�l'Operazione Polmar moltipli�ca le messe in guardia: «Evita�re il contatto!». «Ogni 24 ore, equipaggiamo i vari gruppi di materiale nuovo, sottolinean�do che non bisogna manipola�re le sostanze raccolte». Ma allora il pericolo tumori c'è? «Semplici precauzioni. E co�munque guanti e tela di cera si rivelano spesso inutilizzabi�li». Risaliamo sulla promena�de. 11 Casinò scintilla. E dire che non è neanche mezzogior�no. Ma le slot machines sono già affollatissime. «Con 50 franchi, ci passo la giornata», dice Anne-France Schlucht, parigina trasferitasi nei dintorni con la pensione. E il petrolio? «Oh, quello! E' una montatura dei giornali. Guar�di qui, facciamo la vita di sempre. Altro che apocalisse ambientale». Dovrebbero organizzarle un viaggio a Belle-Ile. D'isolabella non le resta che il nome, e i ricordi. Una battaglia navale romana, druidi, mona�ci irlandesi, l'invasione bri�tannica, i coloni rimpatriati dal Canada quando l'Ancien Regime l'abbandonò ad Albio�ne, e nell'BOO tardive glorie intellettuali. Claude Monet e Alexandre Dumas che vi fece morire Portos ne «I tre mo�schettieri». Seguirono Colette e Sarah Bernhardt. Ma oggi l'isola che guarda il Golfo del Morbihan è in pericolo. Nafta ovunque. Il sindaco ha fatto riaprire fuori stagione le colo�nie per albergare gratis i volontari. Il cibo lo fornisco�no i «Produttori Bretoni». A Le Palais e Sauzon, i due minuscoli capoluoghi, si vive un surreale clima di guerra. In prima linea, i volontari. Isy Derdelincks è il veterano: sessantunenne. Sta preparando i sandwich per il pranzo. Fiam�mingo, è il beniamino dei più giovani. Sbarcando, aveva il necessario per la ripulitura, ca�so unico nei registri dell'isola. Natacha Adam, invece, di anni ne ha solo 20. Belga come Isy, nonché la più giovane sui circa 40 membri che annovera il gruppo Greenpeace. Sono appena giunti da Bruxelles, e il buonumore non manca. Li coordina Bernard Huberlant, agrimensore. Briefing la sera. Poi alle 6 si alza il primo gruppo, di corvée per le cola�zioni. «Quando scoccano le 8 chiamo l'ufficio centrale, la "cellula di crisi" da cui ema�nano le direttive. Ci affida una spiaggia e noi partiamo, sul bus comunale. Oggi è "Le Poulain", domani chissà...». Come procede Greenpeace? «Olio di gomito. E' faticoso, ma paga. Per un metro qua�dralo di scogli davvero sozzi ci vuole mezz'ora». Con i detergenti non sarebbe più rapido? «Si, però la Mairie desidera evitare il ricorso alla chimica. E ha ragione! Gli smacchiatori uccidono i microrganismi, indispensahili per l'equilibrio biologico». I rischi sanitari non lo preoccupano troppo. «Che il laboratorio "Analytika" giu�dicasse di natura canceroge�na i residui, l'avevo appreso venerd�consultando Inter�net, quindi ben prima che lo scandalo infuriassi!. Il nostro tossicologo conlesta quello analisi. Di conseguenza, cre�do alla versione ufficiale. In�somma, nafta. Che può indur�re, beninteso tumori. Ma do�po 12 ore, la tossicità diminui�sce. E i ragazzi lavorano con la brezza. Ecco perché non utilizziamo filtri o mascheri�ne. Ma riduco al massimo la permanenza delle insenature, ove gli odori stagnano». In�somma, neppure Greenpeace cavalca l'allarmismo. «Voglio però sottolineare che la situa�zione è comunque drammati�ca», osserva Bernard. Le sue truppe sono disciplinate. Alle 18, dopo la «svestizione» che richiede 45 minuti si crolla dal sonno. «Ma domani organizzo una serata speciale che illustri storia e fini del�l'associazione». Come sareb�be? Non la conoscono? «Solo due o tre. Non ho un battaglio�ne di militanti. Per loro Gre�enpeace è un intermediario, il mezzo per giungere sui luoghi della catastrofe trovano una buona infrastruttura organiz�zativa. Ma chissà, qualcuno potrebbe convertirsi cammin facendo». «Bisogna evitare il contatto con le sostanze inquinanti Ogni 24 ore equipaggiamo i team di materiale nuovo» «Evitiamo tutti i solventi chimici Gli smacchiatori uccidono i microrganismi sulla costa» Arrivano gli uomini di Greenpeace «Per pulire un metro quadro di scogli ci vuole mezz'ora» .»*-.» «v Un uccello mono su una delle spiagge della Belle Ile. sopra la Còte Sauvage che ora ha gli scogli completamente anneriti dal petrolio

Persone citate: Alexandre Dumas, Anne-france Schlucht, Bernard Huberlant, Buffo, Claude Monet, Colette, Natacha Adam, Polmar, Sarah Bernhardt, Sauvage

Luoghi citati: Berlino, Bruxelles, Canada, Germania