«Cicerone insegna a vivere» di G. Bec

«Cicerone insegna a vivere» «Cicerone insegna a vivere» Studentessa: gli ho dedicato il «Certamen» «Se oggi sto studiando giurisprudenza è anche grazie all'Ars Oratoria di Cicerone: è quel testo che mi ha fatto appassionare alle leggi e ai codici. Credo che tutti i bravi uomini di legge dovrebbero ispirarsi a lui». Chi parla, con entusiasmo, è una ventenne di Arpino, vicino a Prosinone, che si chiama Laura Materiale. Due anni fa ha partecipato al celebre «Certamen Ciceronianum Arpinas» organizzato dalla città natale di Cicerone e che quest'anno celebrerà la ventesima edizione: dal 4 al 7 maggio si aspettano 750 studenti italiani, europei e americani per la consueta «gara» di traduzione. Che effetto le fa il latino diffuso e insegnato su Internet? «Direi strano. Comunque non vorrei che andasse perso il contallo umano con i professori. Sono loro, se sono bravi, i primi a comunicare il fascino del latino». Com'è nato in lei questo fascino? «In quarta ginnasio, leggendo i lesti di Orazio e, appunto, di Cicerone. Mi è sempre rimasto impresso un polente passo del De Hepublica dove si parla della lolla per lo Stato, del coraggio individuale e delle sue degenerazioni». Lo legge ancora? «A volle si, la sera». Perché si partecipa a una sfida come il «Certa�men»? «Perché tradurre mi è sempre piaciuto, e sopratuitlo farlo in modo creativo. Con la letteratura, poi, mi è piaciuto ancora di più». Che consiglio si sente di dare a chi non riesce a farsi piacere il latino? «Di leggere i classici. Non è soltanto un fatto di apprencumento e di cultura. Questi libri contengono grandi lezioni di vita. E io sono riconoscente dei consigli che mi ha dato Cicerone». [g. bec]

Persone citate: Cicerone, Laura Materiale

Luoghi citati: Arpino