«Bossi come Haider? Non fatemi ridere»

«Bossi come Haider? Non fatemi ridere» «Bossi come Haider? Non fatemi ridere» Berlusconi: aD'Mema i leghisti piacciono solo se stanno con lui Maria Teresa Meli ROMA Non appare granché preoccupalo, Silvio Berlu�sconi, per gli attacchi degli esponenti della maggioranza presidente del Consiglio in testa che paragonano Bossi a Haider e chiedono al Cavaliere di troncare le sue «relazioni pericolo�se» con il gran capo del Carroccio. «Il centro sinistra è il ragionamento che il leader di Fi fa ai suoi sta già in campagna elettorale: strumen�talmente associa Bossi a Haider per mettere in difficoltà il Polo. Hanno paura di perdere, lo fanno per questo. Temono l'accordo tra noi e la Lega. Già: Bossi è buono quando sta con D'Alema e cattivo se sta con noi. E' sempre il solito vecchio modo di ragionare». Ai giornalisti, poco più tardi, Berlusconi ripete suppergiù gli stessi concetti: si difende, contrattacca, e bolla le dichiarazioni degli esponenti della maggioranza come «speculazioni a cui nessuno darà credito». «Il partito di Veltroni spiega il Cavaliere ha nel governo chi orgogliosamente si dichiara comunista. Non solo: si sta preparando a un'alleanza con un partito che addirittura vuole rifondare il comunismo». Come a dire: chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Non accetta paralleli tra Bossi e Haider, il leader di Forza Italia. «Non ci può essere nessun confronto possibile», taglia corto. Quindi, riden�do aggiunge: «Eppoi sarebbe ora di rivalutare Bossi. Anche voi della stampa dovreste farlo. E' un animale politico, un uomo coraggioso, tenace e coerente». Terminata la frase il sorriso si allarga a dismisura. Il Cavaliere apre una cartellina, mostra un ritaglio di giornale, e precisa: «Queste cose non le dico io, le diceva D'Alema il 14 febbraio del 99». Si è preparato, Berlusconi, perchè ben sapeva dove sarebbe andata a parare la giornata. Se è in difficoltà per quel dialogo che ha ripreso con il numero uno del Carroccio, non lo dà a vedere. «Quando la sinistra fa un'alleanza con qualcuno insiste allora quel soggetto è validissmo, se quello stesso personaggio si schiera con noi, allora si tratta di un'ammucchiata. Ma io mi aguro che gli italiani abbiano orecchie por ascoltare, occhi per vedere e testa per decidere. Mi rendo conto che adesso ci può essere l'interesse del centro sinistra a speculare su questa storia, ma è evidente a tutti che di speculazione, appunlo, si tratta». No, il Cavaliere non ci sia a farsi «mettere in mezzo» su questa vicenda. Eppure un filo d'imbarazzo c'è. La "Padania" di ieri era l'unico giornale che non apriva la sua prima pagina con l'Austria, a cui dedicava un titolino a due colonne, che recitava cosi: «Haider e il grande boicottaggio». E oggi, il quotidiano del Carroc�cio, insisterà sull'argomento con un articolo, a dir poco, "controcorrente", in cui si racconta die le accuse di antisemitismo e filonazismo rivolte al leader del Fpò traggono la loro origine da un libro di Marius Simmel, il quale, in Tribunale, fu costretto ad ammettere ali non aver mai sentilo Haider pronunciare affermazioni di quello stam�po». Insomma, la Lega lo dimostrano anche tutti gli attestati di solidarietà dei diversi gruppi regionali del Carroccio al numero uno della Fpò sull'argomento non ha propriamente le carte in regola. Se ne rende conto lo slesso Bossi, il quale, ora glissa, e dice: «Non conosco bene Haider e pertanto non so e non sono in grado di giudica�re». Poi pensa all'attacco, e afferma: «11 nonno di mia moglie è mono a Dachau per aver salvalo 220 ebrei dalla deportazione. Nella mia famiglia, a differenza che in quella di tanti democratici dell'ultima generazione e in questa categoria potrebbe rientrarci pure D'Alema non ci fu gente che parlava di democrazia con la tovaglia al collo e le inani sui coglioni». Dichiarazione (anzi, citazione, visto che Bossi attribuisce la frase in questione a De André) con cui il Cavaliere farà fatica a dirsi d'accordo. Mentre di certo non gli riuscirà difficile sottoscri�vere quest'altra affermazione del leader del Carroccio: «Dalle parole di D'Alema si evince solo li uà paura dell'accordo elettorale tra Lega e Polo. Un accordo che lo manderebbe a casa per sempre». Un accordo che, proprio per questo motivo, Haider o non Haider, Berlusconi non si rimangerà. Il leader del Carroccio «Non lo conosco e poi il nonno di mia moglie è morto a Dachau La sinistra ha solo paura del nostro accordo col Polo»

Luoghi citati: Austria, Roma