Festa e lacrime a Santiago che non riesce a dimenticare di Mimmo Candito

Festa e lacrime a Santiago che non riesce a dimenticare Festa e lacrime a Santiago che non riesce a dimenticare reportage Mimmo Candito Inviato a SANTIAGO Eccolo qui dunque, di nuovo, questo Cile spaccato in due. Eccolo, con le sue feste e i suoi lutti,.Un paese malato d�schizofrenia, che canta e piange contemporaneamente, preso nella tenaglia di una storia che ancora non ha avuto nemmeno il tempo di fingere che il passa�to sia finito davvero. «Viva ed General», dicono gli uni, quelli che stanno col fantasma, e agita�no le loro bandierine nell'afa opprimente dell'estate austra�le; lo chiamano II Generale, loro, come a dire che tutto fu fatto con ordine e disciplina, con il rispetto "ma il rispetto vero" della legge. Gli altri invece hanno ricordi assai più amari, dicono «Il Tiranno al muro», e fanno vedere i manife�sti d'un Pinochet con la faccia da boia e poi la triste galleria in bianco/nero dei loro parenti morti ammazzati dal Generale. La storia non scende in stra�da, non ama ripetere le sue lezioni. Ma l'eco lontana di Stoccolma e di Vienna, il dovere della memoria che la vecchia Europa sta dibattendo in questi giorni tentati dall'angosciosa trascuranaza sull'Olocausto, ar�riva ora fin quaggiù, che siamo lontani da voi 15mila chilome�tri e se allunghiamo la mano tocchiamo già il Poolo Sud. Qui, la memoria non è però una faccenda di studiosi, o di vecchi con la canizie del tempo; qui la memoria è ancora la vita di tutti i giorni. Solo che ognuno, poi, la vede a suo modo. Nelle sale della Fondazione Pinochet, dove le signorine so�no tutte ammodo, i cavalieri sembrano la copia di Ciano, e perfino laria respira di soddi�sfazione, la festa non è nemme�no tracotante. «Il generale tor�na», si limitano a dire felici. E dicono anche che stanno contan�do le ore, «vogliamo fargli una grande festa, dimostrargli il no�stro affetto e la nostra riconosceiisa». Intanto, però, non ce l'hanno più con la Spagna, «che ci ha traditi, dimenticando gli antichi legami comuni»; adesso ce l'hanno con il Belgio, che pare stia sostituendo Madrid nell'insislere su un'estradizio�ne del vecchio dittatore. "Ma noi abbiamo fiducia, la giustiza trionferà». Dev'essere però una Giusti�zia diversa da quella che stanno chiedendo i parenti dei desapa�recidos. Ora che don ^ a Sola è morta, lei che era l'anima e la forza di questo gruppo sconsola�to, e quel suo ufficietto comun�que sa sempre della sua presen�za e della sua costanza, le facce che si vedono in giro mostrano più rabbia che rassegnazione. «Le ragioni della politica vinco�no su quelle della Giustizia», dicono, e si capisce che nelle loro parole la "politica" è scritta in minuscolo e "Giustizia", inve�ce, merita il maiuscolo. «Ma non la giusti/.ia di Straw, o di Aznar, che pensano solo ai buo�ni affari dei loro paesi con il Cile e sono pronti a vendersi il tiranno per qualche b'.'nn con�tratto con Santiago». Scuotono la testa, dicono anche che la battaglia continua; ma c'ò aria di sconfitta, come negarlo. Però il Cile è fatto anche delle sue istituzioni, non solo della sua gente qualunque. E le istituzioni hanno corso mollo più in avanti de' loro paese, preparando già per il vecchio dittatore rimbambito (tale è sta�to definito dai medici di Straw) una ciambella di salvataggio: quando Pinochet sbarcherà a Santiago, troverà che con una sollecitudine almeno sospetta i due rami del Parlamento hanno votato una modifica dell'art.30 della Costituzione, relativo allo status giuridico degli ex presi�denti. La norma cancellata attri�buiva, al Capo di stato che ha terminato il suo mandato, la nomina a senatore a vita; la nonna riformala concedo che gli ex presidenti possano rinun�ciare all'incarico senatoriale e )erò "mantengono ugualmente a dignità di quell'incarico". In altre parole, Pinochet ora può anche dimettersi dal Senato, senza perdere né il soldo (circa 4.000 dollari al mesel né, sopratlullo, l'immunità parlamenta�re. Che la riforma dell'art.30 sia stata votala all'unanimità dal Senato, e con ben 78 voli a favore e soltanto 6 contro nella Camera, la dice lunga sulla sua natura politica, che è di rispon�dere a un largo intento di compromesso tra il governo di centrosinistra e l'opposizione di destra. Con questa norma, dunque, Pinochet diventalo ormai per troppi un fantasma ingombrante viene messo ele�gantemente in un angolo, ma senza che corra grandi rischi di finire in galera anche se qual�che "medico comunista" doves�se scoprire, poi, che la diagnosi falla a Londra fu accomodala per ragioni, diciamo, diplomati�che. I parenti delle vittime sconsolati «Le ragioni della politica hanno vinto»

Persone citate: Aznar, Ciano, Pinochet, Straw