Ma lo scoramento è ingiustificato

Ma lo scoramento è ingiustificato Il primo anno dell'unione monetaria è stato prospero per quasi tutti i Paesi. 11 solo problema è che agli Usa va meglio Ma lo scoramento è ingiustificato Ss or Paul Krugman DAVOS UANDO il dollaro scivo|la rispetto allo yen, gli imericani non la prendo no come un'onta. Uno yen forte preoccupa soprattutto i giapponesi, in quanto temono, a ragione, che possa portare fuori dal mercato mondiale i prezzi dei loro beni e che i accia svanire le speranze del�la loro incerta ripresa econo�mica. Guardando ai «fondamenta�li» dell'economia, le 11 nazio�ni che hanno adottato l'euro come moneta comune dovreb�be essere disincantate quanto gli Stati Uniti rispetto alle fluttuazioni valutarie. Come l'America, «Eurolandia» è una grande area economica che commercia soprattutto al suo interno. Se i suoi tassi di cambio fluttuano, come in ef�fetti fanno, perché dovrebbe preoccuparsene? Invece, il declino dell'euro da quando è stato introdotto all'inizio dell'anno scorso valeva 1,17 dollari ed è caduto sotto la parità ha suscitato gemiti e vesti stracciate. In termini strettamente eco�nomici questo scoramento non è giustificato. Chi ha stu�diato a fondo la nuova moneta (li chiameremo «eurologi»?) vi dirà che il vero test del suo successo è interno. Conduce davvero alla promessa unifica�zione del mercato interno? Consolida la stabilità economi�ca delle nazioni di Eurolan�dia? I fatti parlano di una partenza soddisfacente, se non gran�de. Il primo anno dell'unione monetaria è stato piuttosto prospero per la maggioranza dei suoi membri. E' solo per�ché gli Stati Uniti vanno anche meglio se l'euro è caduto ri�spetto al dollaro. Il motivo per cui questo appare un problema è che pur avendo l'unione monetaria eu�ropea una ragion d'essere in�tema e a lungo termine, alcuni euroentusiasti, in particolare francesi, hanno sempre nutri�to uno scopo meno verosimile: dare un pugno in un occhio all'America, far abbassare la cresta al dollaro. Nei lunghi anni di dicussioni che hanno condotto all'unio�ne monetaria, ho sentito ripe�tere un'infinità di volte che sfidando la supremazia del dollaro l'euro avrebbe portato a un grande trasferimento di ricchezza e di potere attraver�so l'Atlantico. Questo era e rimane un nonsenso. No c'è dubbio che nel 2005 i gangster russi pagheranno con biglietti da 100 euro anzi�ché da 100 dollari. Ma, e con questo? Per quanto folle, questa agenda nascosta fa s�che mol�ti europei tendano a giudicare l'unione monetaria non in ba�se alle performance dell'econo�mia europea ma allo status competitivo dell'euro rispetto al dollaro. Da onesto e dall'ulti�ma scivolata dell'euro nasce il dilemma della Banca centrale europea. Deve difendere il prestigio dell'euro, cosa che può fare solo mettendo a repentaglio i suoi scopi fondamentali? O deve restare ferma nei suoi principi, lasciar declinare il cambio e convivere con l'imba�razzo che ne risulta? Fino a una settimana fa, la Banca centrale ha tentato un gioco pericoloso, cercando di puntare a tutte e due le cose. Ufficialmente non veniva fis�sato come obiettivo alcun valo�re specifico del lasso di cam�bio fra euro e dollaro. Ma ripetute affermazioni da parte dei funzionari della Banca centrale, secondo cui la moneta europea sarebbe sotto�valutata, sono state interpreta�te dai mercati come una forte indicazione che non si sarebbe permesso all'euro di cadere al di sotto della parità. E questa supposizione di per sé ha soste�nuto l'euro. Perché ogni volta che il cambio si avvicinava alla parità (e di fatto ha passa�lo gli ultimi mesi pencolando�vi poco al di soprai gli specula�tori compravano euro, conget�turando che avrebbe potuto soltanto risollevarsi e di certo non andare più ^iù. Adesso il gioco è finito. L'unica maniera efficace di rafforzare l'euro è alzare i lassi di interesse, in tal modo minando la crescita reale del�l'economia europea. D'altro lato, se la Bce non alza i tassi, gli speculatori potranno di�chiarare aperta la stagione di caccia all'euro e almeno tem�poraneamente farlo andare an�cora più giù. La cosa giusta è non far nulla. Ci sarà qualche titolo derisorio, ma dopo un mese o due la gente si guarderà attor�no, vedrà che l'Europa regge ancora e si dimenticherà di tutto quanto. Avrà la Banca centrale il coraggio di non agire? Lo sco�priremo presto. Economista al Mit Copyright The New York Times Sbagliato giudicare la forza dell'Ile in base ai rapporti fra le monete La cosa più giusta è non fare nulla Gli europei reggono e lo si vedrà presto

Persone citate: Paul Krugman

Luoghi citati: America, Europa, Stati Uniti, Usa