Duisenberg scuote gli Undici di Francesco Manacorda

Duisenberg scuote gli UndiciDuisenberg scuote gli Undici brezzi a rischio». E tutti promettono riforme Francesco Manacorda corispondente da BRUXELLES Il pericolo che minaccia l'Europa è l'inflazione, la soluzione possono es�sere le riforme strutturali. A Bruxel�les, nel consìglio Ecofin che coincide con l'ennesima caduta dell'euro, la Banca centrale lancia il suo avverti�mento sulla debolezza della valuta e i governi replicano promettendo rifor�me che dovrebbero consentire una crescita forte senza spingere i prezzi. «Il tasso di cambio dice Ù presi�dente della Bce Wim Duisenbeig gioca un ruolo importante nella stra�tegia della Banca centrale europea, e un suo ulteriore indebolimento po�trebbe significare un rischio per l'obiettivo della Bce di mantenere la stabilità dei prezzi». Per la prima volta dalla nasata dell'euro, insom�ma, spiega che il valore della moneta comune rispetto al dollaro può essere un problema per gli Undid, perché può riportare nei loro confini, attra�verso un aumento del costo delle importazioni, quell'inflazione che cre�devano di aver domato. Sono parole che pesano, quelle die Duisenbeig pronuncia uscendo dalla riunione dei ministri economia e finanziari della zona euro, anche perché contraddico�no la versione ufnciale che ancora i governi si ostinano a dare: il balzo del dollaro sull'euro (oltre il 16"™ in un anno) e il contemporaneo aumento dei prezzi petroliferi non creano 'sostengono rischi per l'inflazione. Ma dietro la sicurezza ostentata nelle dichiarazioni ufficiali anche i mem�bri dell'Euro 11 cominciano a chieder�si se le cose stiano davvero cosi, se il picco di inflazione previsto finora per marzo-aprile sarà davvero il livello massimo che raggiungerà l'aumento dei prezzi o se i peggio deve ancora arrivare. Di fronte al calo continuo dell'eu�ro, i ministri e Duìsenberg hanno sottoscritto ieri una dichiarazione comune, come avevano già fatto in due precedenti occasioni a luglio e a dicembre, in entrambi i casi senza apprezzabili effetti sulle sorti della moneta unica. Vi si legge che «i ministri dell'Euro 11 e la Bce condivi�dono l'opinione che la crescila è attualmente molto robusta nell'area euro ed è sempre più radicata nella domanda interna. Di conseguenza l'euro ha potenziale per apprezzarsi, solidamente basato sulla crescila e sulla stabilità dei prezzi interni. Una forte economia va di pari passo con una moneta forte». Ma oltre alla fiducia d'obbligo nelle potenzialità dell'euro, e all'av�vertimento ai mercati che la crescita non dipende dall'export (e quindi che un euro debole non fa poi cos�piacere agli imprenditori) c'è anche scritto che «il consohdamento fiscale verrà continuato» e che «i ministri condivi�dono un impegno comune a rafforza�re il processo di riforme strutturali, per assicurare un livello di crescita alto e non inflazionistico nella zona euro». Dal punto di vista politico è questa la vera novità. Messi nell'ango�lo dai mercati che nonostante al crescita europea continuano a non fidarsi dell'euro, minacdati in modo abbastanza esplicito dalla Bce di un rialzo dei tassi, gli Undid dichiarano pubblicamente che quelle riforme strutturali di cui parano da tanto dovranno andare finalmente in porto e cercano di muoversi insieme, usan�do quel coordinamento delle politi�che economiche su cui hanno scom�messo due mesi fa, al vertice europeo di Helsinki. «Siamo di fronte a una ripresa forte, superiore anche a quella delle ultime previsioni», spiega il ministro del Tesoro Giuliano Amato, che ha appena visto le stime del Fmi per una crescita del S1)*! quest'anno e il prossi�mo nella zona euro, ma «c'è anche la lercezione che questa cresdta potreb3e avere un respiro più corto delle sue potenzialità se non si fanno alcune cose». Quali? «Più concorrenza, più tecnologia, più qualità nei bilanci pubblici», sintetizza il ministro. La congiuntura da sola, insomma, non basta, perché «di fronte a un'econo�mia statunitense che ha già fatto le riforme spiega ancora Amalo il rischio è che l'Europa ripeta le espe�rienze del passato, con cicli di cresci�ta anche intensi, ma brevi». Per conso�lidare la cresdta, allora, bisogna pun�tare sul coordinamento delle loro politiche economiche e «sulle riforme strutturali dalle quali pensiamo che dipenda la capacità dell'Europa di mantenere un trend di crescita». Per ora di fronte all'impasse registrato sul fronte fiscale dove l'opposizione britannica rende impossibile qualsia�si forma di coordinamento, ci si con�centrerà sulla qualità dei bilanci pub�blici (puntando su investimenti pro�duttivi e riduzioni della pressione fiscale che favoriscano lo sviluppo), sull'integrazione dei mercati finanziari e sull'accesso al capitale di rischio per le piccole e medie imprese, 11 primo banco di prova sarò tra due mesi, al Consiglio europeo straordina�rio di Lisbona che verterà proprio su sviluppo e occupazione e dove per la prima volta i Quindici si daranno, spiega Amato, «calendari e scadenze in certi ambili di riforme strutturali», anche perche «l'Europa dovrà dimo�strare che il suo impegno è a base di fatti e non di parole». Amato: «La ripresa c'è ed è molto forte Per non spegnerla dobbiamo dare più competitività al nostro sistema» Carlo Azeglio Ciampi e (a sinistra) il presidente della Bce Wim Duìsenberg

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Duisenberg, Giuliano Amato

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Helsinki, Lisbona