IL diabolico pifferaio del'anti-Europa

IL diabolico pifferaio del'anti-Europa IL diabolico pifferaio del'anti-Europa La sua arma: il populismo per aggirare la democrazia il personaggio Carlo Baslasln IL genio è uscito dalla lampa�da. Troppo a lungo l'aveva�no accarezzato.. Jòrg Hai�der non può più essere ricac�ciato indietro. La reincarnazio�ne di un'ombra tipicamente europea, cos�naturalmente au�striaca, ha preso corpo. La smentita di ogni illusione sul�la prescrizione biologica degli errori del passato scuote di nuovo il tamburo nel mezzo del sonno europeo. Dr Jekyll ha bevuto la pozio�ne della jinemoratezza. Cin�quantanni non sono stati abba�stanza. Eccolo, Mr Haider, con la sua faccia alpina e asciutta, dare un volto popolare e mo�derno al disprezzo per la demo�crazia cos�tollerato da quei professionisti del governo che Nietzsche chiamava «bianchi liberali». L'uomo che nel 1988 aveva definito la repubblica austria�ca «un aborto della storia» ne è ora il deus ex machina, l'uomo che può far nascere o"far morire ogni evento, governo e opposizione al tempo stesso, in una sintesi che si conviene a chi non paga alcun prezzo al�le convenzioni del confronto, ai riti beneducati che ancora ci si ostina a chiama�re radici della presunzione de�mocratica euro�pea. Come un manIra, da ogni ango�lo dell'Austria Felix toma l'esorcismo dell'in�tollerabile: «Haider non è un nazista». Quando prese il con�trollo dell'Fpò, a 36 anni, venivano distribuite ai suoi comizi monete con l'effige di Hitler? Veniva salutato al suo�no del «Sieg Heill»? La sua nomina a capo del partito avvenne cacciando Norberert Seger all'urlo di «ebreo»? Ma Haider non è un nazista, non è un nazista, non è un nazista. E non lo è, perchè è solo il figlio naturale e storico del nazi�smo. Naturale perchè il padre era stato uno dei fondatori del partito nazista austriaco, quando questo era ancora ille�gale, e uno degli iniziatori del primo putsch del '34, quattro anni prima della marcia di Hitler nella piazza degli Eroi di Vienna. Storico perchè figlioccio po�litico di Friedrich Peter, l'Qberhauptfiihrer della prima Bri�gata di fanteria delle SS, ani�ma del partito che ha dato nascita all'Fpò di Haider, a suo tempo riabilitato e chiama�to al governo dal Grande Pa�dre della socialdemocrazia au�striaca, quel Bruno Kreisky cancelliere sotto la presidenza di Adolf Schàrf, il cui motto elettorale era «chi votava Adolf, vota ancora Adolf». Ma «nazismo» è una giacca diventata stretta dopo 55 an�ni, oltremodo scomoda, scon�veniente, perfino inutile. Il populismo s�è di moda. L'ane�Le sue ponon si didei suoi Privatizzil sistemaper le fam stetico della democrazia, la scorciatoia tra i diritti propri e i doveri altrui. Quanto Haider, fantasma abbronzato della rimozione eu�ropea, sia legato alla storia familiare lo si avverte in ogni sua espressione. La vicenda dell'arricchimento familiare ai danni di un'ebrea italiana cacciata dall'Austria, fa parte del suo senso di invincibilità che esercita un'attrazione ma�gnetica sull'uomo della stra�da. La presenza della sorella Ursula Haubner nelle trattati�ve di governo e il frequente ricordo del padre, fanno parte del mondo di riferimento del leader austriaco, refrattario a ciò che è esterno. Haider è la storia di un'Austria nascosta che alza la testa, che si scopre il settimo Paese più ricco del mondo e che in tanti anni di silenzio ha perso l'abitudine di chiedersi «perchè? per chi?». L'Austria perfetta delle vette della Carinzia, del secola�re rancore protestante, del dispetto per la vicinanza slove�na. L'Austria che è scesa alle periferie di Vienna, ha conqui�stato metà dell'elettorato tra gli operai socialdemocratici, tra i perdenti di un mondo più veloce e al tempo stesso sem, LscdeDsGmIldHdV pre più ingessato dai giochi di partito e di normale corruzio�ne di cristianodemocratici (Óvp) e socialdemocratici (Spò). Per 110 giorni Ovp e Spò hanno inscenato l'ennesima confusa manfrina sulla distri�buzione del potere, schiacciati dall'ingombrante assenza di Haider. Appena falliti i collo�qui tra i partiti che da 13 anni governano Vienna insieme, ap�pena chiamato a trattare con l'óvp, Haider ha messo in chiaro le cose: «In dieci giorni se vogliamo il governo è pron�to». Quale alternativa restava al presidente della Repubblica Klestil oltre alla potente attra�zione del fondo del burrone? Avrebbe potuto convocare nuove elezioni, ma i sondaggi sono univoci: l'Fpo sarebbe diventato il primo partito del Paese. Klestil può raccontare in giro il suo disprezzo per Haider, ma non è che l'ultima somiglianza al più infelice dei suoi modelli di nuovo Hindenburg. Perchè ormai è chiaro: gli austriaci vogliono Haider. Non solo il 26,9n'n che gli ha dato il voto a ottobre, ma almeno un terzo, oggi, forse più. E l'ipotesi del successo democratico dell'uomo che di�sprezza la democrazia è un'al�tra incredibile coincidenza con il passalo tedesco. Una maggioranza dei nume�ri per la coalizione nero-blu (Òvp-Fpòl c'è d'altronde già da anni. Ma solo oggi Haider, insieme alla propria forza, ha aumentalo la propria elastica adaliabililà. Continua a difen�dere «l'auslriacilà, nei valori, nei comportamenti e nel pen�siero», continua a considerare l'Austria il «nocciolo costituen�te della nazione culturale tede�sca», ma ha abbandonalo l'au�spicio pangermanista. Si muo�ve come il padre nobile della Carinzia e studia lo sloveno per catturare gli ultimi voli mancanti. Ha vinto le elezioni di ottobre con lo slogan contro «l'eccesso di stranieri», ma ora si riconosce nella «slima per turisti e forestieri». Due setti�mane fa è andato a trovare una delegazione governativa americana a Vienna e ha riba�dilo ciò che i suoi interlocutori volevano sentire: «Basta con la neutralità militare del pas�sato, l'Austria deve entrare nella Nato». Anche dal punto di vista economico, la posizione di Hai�der è poco distinguibile da quella dei partner cristianode�mocratici: privatizzazioni per 21 mila miliardi di lire con cui abbattere i centri di potere socialdemocratici, un sistema previdenziale basalo «sulle tre colonne» della previdenza pub�blica, integrativa e privala, un'accentuata politica familia�re con assegni per i figli delle madri austriache. «Saremo l'anima sociale del nuovo go�verno», dichiara, inserendo in programma sussidi che metto�no a rischio gli equilibri finan�ziari del Paese. La vicinanza più forte con l'Òvp è nella politica di sicu�rezza, che già ora prende for�ma con proposte di inaspri�mento delle pene. Quanto alla sicurezza esterna, nel capitolo 7 del programma di partilo si legge: «l'Austria deve contribu�ire attivamente alla costruzio�ne di un sistema di difesa europeo». Ma tutto resta nascosto die�tro i mutamenti tattici del leader del partito, cosi impre�vedibile da schiaffeggiare fran�cesi e belgi e da potersi comun�que permettere di dire «fare�mo vergognare con i fatti della nostra politica chi oggi ci condanna», alimentando cosi l'ultimo filo di speranza a cui chiunque può, in buona o cattiva coscienza, aggrappar�si. Di fronte a ciò che non è conscio d'altronde si è costret�ti a muoversi per indizi, spes�so banali. La selvaggia istinti�vità di Haider, il narcisismo ta la diga e di ogni a grande o scontro Carinzia ntinente dei suoi uomini. La personali�tà dell'imprenditore cartaceo Thomas Prinzhorn che aveva lasciato il partilo por le «mise�rabilissime maniere dei suoi membri» e che ora torna candi�dalo alla vicecancelleria, uo�mo d'affari durissimo, con sel�lo figli da cinque madri diver�se, laurealo a Harvard, che non si sente «membro di un partilo ma di un movimento che cambierà il Paese». O le convinzioni di Susanne RiessPasser, altra candidala a di�ventare numero due del nuovo governo, già iniziatrice del movimento austriaco contro l'adesione all'euro, t) infine della candidala al ministero degli Esteri, Renila FerreroWaldner, che in questi giorni condanna senza diplomazia «le ingerenze straniere nello questioni austriache». Quale reazione d'altronde sarà suscitata in questa pro�vincia di otto milioni di abitan�ti dalla minaccia europea alla sovranità nazionale è solo l'ul�timo dogli interrogativi. Come reagiranno gli austriaci alla prepotenza «dei burocrati di Bruxelles» ò l'ultimo ingre�diente di una miscela in com�bustione: per la prima volta l'ostilità all'Eu�ropa si può vesti�re dol diritto del�la Nazione viola�ta e offesa. Un'altra scorcia�toia europea vie�ne messa a nu�do, quella che vuole l'Unione europea essere una democrazia speciale legitti�mala da so sles�sa e non dal con�senso dei cittadi�ni. Il confronto con Haider, l'uomo del popolo, non potreb�be essere più duro. In un momento in cui viene a crollare la diga gommosa della Cdu tedesca, l'argino comprensivo di ogni tendenza estremista nella grande Ger�mania, lo scontro con Haider diventa il test acido dell'ani�ma europea. Su queste pagine nei giorni scorsi abbiamo sve�lato l'emergere dello tentazio�ni secessioniste che la caduta della Cdu ha fallo sorgere in Baviera, la regione tedesca confinarne con l'Austria. L'esito popolare dello scon�tro tra Bruxelles e Klagenfurt arriva dunque nel momento più difficile della storia politi�ca europea dell'ultimo decen�nio a cavallo tra ideologie svuotale e populismi regiona�li. L'inaudita minaccia di Bru�xelles di isolaro Vienna in caso di partecipazione al governo di Jòrg Haider, non ò priva di pericoli, ma è un'assunzione di responsabilità di fronte a una vertigine che se cogliesse la Germania diventerebbe esi�ziale. L'intera Europa ha chiu�so gli occhi finora ai fronte al pericolo del populismo, frullo dell'inerzia gravitazionale di coscienze atiratie da un'orbi�ta cieca attorno alle stelle implose della politica. Una traielloria che condur�rebbe ancora una volta l'Euro�pa verso il suo ultimo buco nero. Le sue posizioni economiche non si distinguono da quelle dei suoi partner democristiani Privatizzazioni per scardinare il sistema socialista e aiuti per le famiglie numerose Difende la «austriacità» e studia lo sloveno per strappare voti Grida contro «l'invasione» ma poi omaggia «i forestieri» Lo sostengono gli austriaci scesi nelle periferie, i perdenti di un mondo sempre più veloce e stanco di una politica ingessata Adesso che è caduta la diga della Cdu, argine di ogni estremismo nella grande Germania, lo scontro con il leader della Carinzia è il vero test per il Continente ^fvk* Lo sostengono gli austriaci cesi nelle periferie, i perdenti di un mondo sempre più veloce e stanco di una politica ingessata Difende la «austriacità» e studia lo loveno per strappare voti Grida contro «l'invasione» ma poi omaggia «i forestieri» leader della estra austrìaca Haider in un disegno di Ettore Viola Il leader della destra austrìaca Haider in un disegno di Ettore Viola