IL CORAGGIO DI DIRE: ORA BASTA di Barbara Spinelli

IL CORAGGIO DI DIRE: ORA BASTA IL CORAGGIO DI DIRE: ORA BASTA Barbara Spinelli QUELLO che sta acca�dendo nelle ultime ore rappresenta un'innova�zione di rilievo per l'Eu�ropa che poco più di un anno fa diede vita alla Moneta Unica. Politicamente inoperosa, orfana di immaginazione nonché di audacia sulle questioni strategi�che, incerta se mettere veramen�te in causa le gelose sovranità degli Stati membri, l'Unione ha compiuto ieri un gesto di corag�gio. Ha pronunciato un suo non possumus, alla presa del potere da parte del neofascista austriaco Jòrg Haider. I quattordici gover�ni alleati di Vienna ha precisato il Presidente di turno, il premier portoghese Antonio Guterres rifiuteranno di avere rapporti con l'Austria nel caso in cui l'estrema destra che s'incarna nel partito liberale entrasse nel go�verno. E' molto più di quello che aveva detto nei giorni scorsi il presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Non si tratta più soltanto di giudicare la coalizione era democristiani e liberali «sulla base degli atti e dei programmi». Il non possumus de�gli Stati europei è di carattere preventivo, dissuasivo. Il No è pronunciato prima della demo�cratica ascesa al potere di Hai�der, prima che un eventuale disastro si manifesti, prima di sapere se i programmi economi�ci o dell'immigrazione siano o non siano compatibili con i dettami europei. Alcuni governi, come quello belga, già sono pronti a richiama�re gli ambasciatori: Bruxelles d'altronde aveva subito chiesto, invano, una riunione d'urgenza dei ministri degli Esteri. Le trattative viennesi non sono an�cora concluse, e nel Parlamento europeo un cospicuo numero di deputati già si è presentato in aula con la gialla stella di David appuntata sulle giacche. Anche a Parigi Chirac si era allarmato, con più intensità di altri colleghi. E' significativo che i motori di questo risveglio dell'Unione, sia pure tardivo, siano proprio loro: il Belgio, il Parlamento europeo, Jacques Chirac. Jòrg Haider li ha già prescelti come nemici. Ha replicato che di un personaggio megalomane come Chirac, che si diverte a giocare con gli ordigni nucleari, «se ne frega altamente». Ha insultato i belgi alle prese con corruzione e pedo�filia. Non ha ancora vituperato il Parlamento e il suo Presidente Nicole Fontaine, che nei giorni scorsi aveva giudicato «insoppor�tabile» una coalizione con l'estre�ma destra austriaca. Ma verrà anche questa ingiurìa, prima o poi: Haider si sente un uomo a parte, un enfant terrible e fasci�noso, in un mondo di poteri forti che congiura per abbatterlo. Le sue grida contro l'establishment mondiale sono ricorrenti nei co�mizi, nei ritrovi con i fedeli in birreria, negli incontri con la stampa, nei club che frequenta, assiduo, dove si duella fra uomi�ni energici e si è fieri quando si riportano come nelle Mensur, nelle competizioni delle confraCONTINUA A PAGINA 5 TERZA COLONNA

Persone citate: Antonio Guterres, Chirac, Haider, Jacques Chirac, Nicole Fontaine, Romano Prodi

Luoghi citati: Austria, Belgio, Bruxelles, Vienna