E' RIMORTA DESDEMONA di Franco Venturi
E' RIMORTA DESDEMONA PALCOSCENICOGIOVANI E' RIMORTA DESDEMONA Leila Costa all'Università alle prese con «Otello» Venerd�28 gennaio alle 17 per «PalcoscenicoGlovani» Leila Costa si confronterà con il pubblico sul tema «Ma perchè Desdemona de�ve morire anche questa sera?» nell'Aula Magna Franco Venturi di Palazzo Nuovo (via S.Ottavio 20, tei. 011/891.71.46, ingresso 5 mila) VA detto che Shakespeare è di gran moda e quindi ci sarà chi penserà alla strizza�la d'occhio, alla furbata, all'aoperazione». Ma noi siamo adamanti�ni e cuniculali (?!?): è da mo' che andiamo da quella parte lì. E' da qualche anno che giochia�mo con Capuleli e Montecchi, e perfino col Dolce Principe, per�chè, semplicemente, ci riguarda�no. Raccontano storie nostre, ci spiegano un sacco di robe. Addi�rittura, certe volte, il nord-est (italiano) con quel gran via vai ira Verona e Venezia e Mantova) ma anche l'amore (internaziona�le, si sa). E tutto quel giocare con il finto e il falso, l'essere e l'appari�re, la memoria e il desiderio... E allora, Otello. Che tra l'altro è una tragedia cos�italiana. E non solo per via di Venezia e dei Dogi eccetera (più per via di Verdi, magari). Bizzarro no, che nel paese che ha inventato il delitto d'onore, l'archetipo, il si�nonimo quasi, della gelosia sia di importazione, Otelloanzi Othello. E Desdemona, naturalmente. E Jago e Cassio e Barbanlio: cioè in pratica tutto ciò che è conflit�to, pensiero, problema, dubbio contemporaneo. Roba grossa, roba nostra. Uo�mo/donna, nuovo/vecchio, padre/ figlio, nero/bianco, uguale/diver�so. Razza, patria, straniero, per�suasione, invasione, guerra. Ma anche, forse soprattutto, il vertiginoso potere del linguaggio. Le parole pronunciate da Othello hanno un significalo diverso, a volle opposto, quando a usarlo è Jago. Othello non lo sa. Jago lo sa benissimo. (Anche Orson V\Mles, ma questa è un'altra faccenda). Parole e potere. Il mezzo è il messaggio. Il padrone conosce migliaia di parole più dei suoi operai, per questo è il padrone. Le parole sono pietre. Dice, vabbè, mica le le ha delle Shakespeare, 'sle cose Ah no? Cos�abbiamo persalo di parti�re da lì, da questa grande trage�dia, e provare a raccontarla, a vedere quante altre sture riuscire�mo a scoprire e inventare in questo viaggio: quanto lontano rusciremo ad arrivare. Che poi: lontano da dove? Ulla Costa Gabriele Vacis
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