PANICO A TEATRO

PANICO A TEATRO PANICO A TEATRO PARIGI, 1962. Tre uomini gesticolano eccitati a un tavolino del Café de la Paix, lo stesso dove Gurdjeff aveva limato i «Racconti di Belzebù a suo nipote». Con l'aria da cospiratori sfaccenda�ti proclamano la fine del teatro: ciò che resta lo chiamano Movi�mento Panico, un non-teatro tra Dada e Surrealismo che forse lo stesso Gurdjeff avrebbe approvato o forse bollato con il suo liquidatorio «merde». Ma che impor�tava a Jodorowsky, Arrabai e Topor? Loro ardivano andare al di là dei giudizi, diritti nel vuoto del terrore o dell'estasi per poi magari dire, come il guru della «Montagna incantata»; «Sia�mo tutti ancora più mortali che mai e questo è solo un film: macchina indietro!». Oggi Alejandro Jodo�rowsky vive ancora a Parigi, dove da quindici anni legge i tarocchi al Cabaret Mistique e pratica la sua Psicomagia, dopo aver raggiunto fama mondiale con il cine�ma e i fumetti. Fernan�do Arrabal è co�nosciuto come poeta, pittore, matematico e giocatore di scac�chi, ma l'attività preferita è ancora il teatro. Topor è morto recentemente, e a lui è dedicato «Teatro Panico», la sesta edizio�ne del Progetto SpaziOsservatorio organizzata in questi giorni tra Torino e Ivrea dal Mutamen�to Zona Castalia con la presen�za eccezionale di Jodorowsky e Arrabal. Il grande evento si articolerà in una serie di incontri con gli autori, film, una mostra di fumetti, un seminario e due spettacoli teatrali. «Opera Pani�ca» di Jodorowsky, coproduzio�ne Teatro Alkestis di Cagliari e Il Mutamentolin prima nazio�nale il 29 ad Ivrea, il 30 a Grugliasco, il 31 a Moncalleri, il 1 "febbraio a Torino), in parti�colare segna il ritorno alle sce�ne di colui che viene ormai venerato, a dispetto della criti�ca ufficiale, come un Maestro del Novecento. Nato in Cile da genitori ebreo-russi, viaggia ovunque e studia con Marceau. Ha scritto un numero impres�sionante di lavori, pare 347, e 27 «effimeri panici», veri e propri progenitori dell'happe�ning, in nome dell'arte totale tra Artaud, Beckett e lonesco, dove l'attore è spinto al supera�mento continuo dei propri limi�ti. «L'Architetto e l'Imperatore d'Assiria» è considerato invece il capolavoro di Arrabal, e sarà messo in scena dal Teatro delle Trasmigrazioni con la regia di Vincenzo Amato: favola circola�re, simbolica e macabra, contie�ne in se tutti gli aspetti della «cerimonia panica» e allo stes�so tempo una sferzante critica sociale. Un'occasione importan�te per verificare quanto ancora sia assurdo l'assurdo degli An�ni Sessanta. Qui sotto pubblichiamo uno stralcio della conferenza sul teatro tenuta da Jodorowsky a Volterra lo scorso agosto. Monica Sìcca tra Dada e Surreaforse lo stesso avrebbe approvabollato con il suorio «merde». Ma tava a Jodorowbai e Topor? Lorandare al di là ddiritti nel vuoto o dell'estasi per dire, come il g«Montagna incanmo tutti ancora pche mai e questofilm: macchina indOggi Alejandrowsky vive ancordove da quindici atarocchi al Cabaret pratica la sua Pdopo averfamac .1 sinistra Jodorowsky. Qui sopra una scena do «L'Architetto e l'Imperatore d'Assiria» di .Arralxd

Luoghi citati: Cagliari, Cile, Grugliasco, Ivrea, Parigi, Torino, Volterra