UNA NOVITÀ DI GILBERTO BOSCO di Leonardo Osella
UNA NOVITÀ DI GILBERTO BOSCO STAGIONE RAI UNA NOVITÀ DI GILBERTO BOSCO Composta per il complesso e diretta da Gyòrivànyi-Ràth ECCO un altro segno positivo riguardo la vitalità dell'Or�chestra Sinfonica Nazionale della Rai. Per l'appuntamento al Lingotto di gioved�3 febbraio alle 20,30 e venerd�4 alle 21, sarà eseguita in prima assoluta un'opera scritta espressamente per il sempre più lanciato com�plesso. L'autore è il torinese Gilberto Bosco, il titolo «Concer�to in forma di variazioni (con un valzer, una polacca e Igor in visita), per orchestra»: un termi�ne che enuncia intenti in un certo senso virtuosistici. Un lavoro di tal genere ha illustri precedenti innanzi tutto nel «Concerto per orchestra» di Bartók e nelle consimili 8 com�posizioni di Goffredo Petrassi. Però Bosco va oltre, miscelando ingredienti sostanzialmente tra�dizionali un tema che «nascon�de alcune alchimie intervallari e seriali», un valzer e una polacca «pescati sul filo della memoria», alcuni ritmi che rinviano a Igor Stravinskij secondo un appa�rente ossimoro formale: «Deri�vare gli elementi più liberi in modo severo, lasciando invece ad un trattamento più fantasti�co ciò che in qualche modo è già predeterminato (in questo caso la scrittura a canone)». Questa pagina nuova di zecca vedrà sul podio Gyòrgy Gyòrivànyi-Rath, che a Torino riceve sempre successi schietti. E natu�ralmente, trattandosi di un di�rettore ungherese, non manche�rà un piacevole omaggio a quel�la terra. Si tratta delle «Danze di Galànta» di Zoltàn Kodàly: viag�gio nel folclore che il musicista, nato nel 1882, aveva conosciuto bambino in quella cittadina ru�rale. L'opera, che ha un prece�dente nelle analoghe «Danze di Marosszék», s'inizia con un can�to dall'andamento rapsodico, che rivela l'anima sognante di un popolo musicale per antono�masia. Ma ben presto irrompe il ritmo, pulsante e continuo, e la danza si scatena: il turbinio di gonne e il battere sonoro di stivali diventano musica irresi�stibile, trascinante. Questa pagi�ne, tra le meglio riuscite di Kodàly, fu scritta per celebrare gli 80 anni della Società Filarmo�nica di Budapest e richiede dagli orchestrali un impegno notevo�le dal lato virtuoslstico. La serata si chiuderà con la «Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61» di Robert Schumann. Il clima del complesso lavoro, na�to nel 1846, risente di due even�ti biografici: da un lato l'aggra�varsi delle turbe nervose del compositore, che gettano sulla Sinfonia oscurità praticamente inesistenti nella Prima, compo�sta nel 1841; dall'altro la decisio�ne di approfondire lo studio e l'esercizio del contrappunto. E in effetti Top. 61 appare accura�tamente costruita, con relazioni motiviche che tirano in ballo la «Jupiter» di Mozart, la n. 104 di Haydn e il ciclo di Lieder «An die Ferne Geliebte» (All'amata lonta�na») di Beethoven. Punto focale della Sinfonia è senz'altro l'Ada�gio, nel quale si manifestano quelli che lo stesso Schumann in una lettera defin�«suoni di dolo�re» e di cui si riverberano le ombre ancora nel Finale, che pure sfocia in una effusione gaia e luminosa. Leonardo Osella A destra Oyorgy Oyvrwónvi Mtlt. ' Nellafoto sotto il Ixtsso Alessandro l'erducci tra i cantanti in scena al Regio /ter il concerto del .'il gennaio dedicato a Lucia l'alentini Terroni
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