Lorca a Nuova York

Lorca a Nuova YorkLorca a Nuova York un amico (d 00 n mpa j: me ) ali e !a Chri d misteriosamente ritirato Annunciata perii 29 no�vembre (a Londra, da Chri�stie's), è stala sospesa all'ulti�mo momento l'asta del mano�scritto di «Poeta en Nuova York» di Federico Garda Lorca. 11 riapparire del manoscritto avrebbe ponilo se�gnare il punlo conclusivo di una vicenda durala più (lisessaill'anni. "(laro Pepe, sono passalo a tro�varli e erodo che tornerò domani. Abbracci." Scrisse queste poche pa�role, con la sua singolare grafia. Federico, su un foglio intestalo di "Cruzy Raya". Era una visita liciio Iosa all'amico José Bergamìn, il 13 luglio del 1936, nella redazione madrilena della rivista e della casa editrice omonima. 11 clima in città è convulso, lo voci di un colpo di staio militare si fanno sempre più pressanti. Federico ha deciso di partire perché non si sonte al sicuro. Rinun�cia a raggiungere in Messico l'ami�ca attrice Margarita Xirgu (pare cheavcssogiàacquistalqil biglietto della nave, ma che questioni senti�mentali lo abbiano indotto a rima�nere in Spagna), preferisce andare a Granada dove, tra l'altro, ha pro�mosso di festeggiare con la fami�glia, il IH, il proprio onomastico e quello del padre, anch'egli Federi�co; parte perciò la sera del 13 e il giorno dopo è a Granada. Il 17, in Marocco, comincia la sollevazione antirepubblicana, i ribelli danno il via alla tragedia della guerra civile. (La terribile corsa di Federico verso la morte si concluderà il iHoil 19 di agosto, quando sani assassinalo da truppe falangisti^ a Fuénte Grande di Vi/.nar, e la sua suite diventerà agli occhi del mondo la carta di presentazione del regime spagno�lo). Prima di partire, come se già avesse ben chiaro il proprio deslino. Federico che ha da poco compililo trentotto anni decide di affidare a Beigamln la raccolta di poesie Poeta on Nuova York aftin�ché la pubblichi nelle edizioni "Cruz y Raya" (alla lettera, "croce e trattino", "più e meno", ma in senso lato e anche questo sembra prede�stinato "punlo e busta"), attivissi�ma e prestigiosa collana che Ira il 1934 e il I93G ha dato alle stampe. Ira gli altri, Rafael Alberti, Luis Cernuda, Jorge Guillón e i due volumi di Residencia en la lierra di Pablo Neruda. Sembra quasi che Federico, cosciente dell'incalzare del tempo, voglia dare alla propria opera poetica una veste editoriali! consona all'importanza che lui le allribuisce, o che altrimenti sareb�be stata destinala a rimanere in secondo piano rispetto alla sua fama di uomo di tfeatro che nel inondo va sempre aumentando. L'ansia ili mettere in salvo (forse perse pili che per il pubblico) lo SUO open; semina poi ribadila dalla consegna, moni re prepara le valigie per Granada, la sera stessa, a Rafa�el Martinez Nadal di un pacco contenente "carie personali" e un brogliaccio del dramma HI pùblico; "Prendi. Conserva questo cose per ine," dice Federico. "Se mi succedo qualcosa distruggi tutto. Altrimen�ti, ridammelo quando ci rivedre�mo", (Fortunatamente, Mart.inez Nadal non segui le indicazioni di Federico, almeno por quanto riguar�dava quell'imprescindibile testo te�atrale: ma si dovrà attendere il 1986 per la prima mondiale della pièce, messa in scena da Lluis Pasqua) al Piccolo Teatro di Mila�no). Può darei, dunque, che quel 13 luglio Federico fosse passalo fretto�losamente da "Cruz y Raya" per consegnare il manoscritto definiti�vo, da ilare alle stampe, del suo poeta (è anche possibile, tuttavia. che la consegna fosso avvenuta qualche tempo prima, e che già la casa (idillico liergainin insieme a Manuel Altolaguirre stesse proce�dendo alla preparaziono per la stam�pa). Il precipitare della situazione politica si rifletterà anche sul desti�no ili Poeta: il libro non potè uscire in Spagna, ina il manoscritto segui�rà Bergamin nel suo esilio, prima in Francia (dovi; Paul Éluard si adope�rò, senza successo, per pubblicarlo) e poi nel 1939 in Messico, dove Bergamin viene nominato presiden�te della Junta de Cultura della Repubblica, fonda la rivista "Espana Peregrina" e la casa editri�ce Seneca. Finalmente, a sorpresa, la prima edizione (li Poeta: appare, bilingue, con la data del 20 maggio 1940, a New York, presso W.W. Norton BCo, Ine, Publishers. Il volume è a cura di Rolfe lluinpliries, che ha anche eseguilo la traduzione, ed è preceduto da una premessa di Bergamin: con eviden�te credibilità, dunque, il manoscrit�to e giunto a New York dallo mani dello stesso Bergamin, che ne dete�neva l'unico esemplare. Ma la sor�presa ò aumentata dal fatto che meno di un mese dopo, il 15 giugno, appare a Città del Messico, per i tipi di Seneca, un'altra edizione que�sta soltanto in spagnolo "con quattro disegni originali, una poe�sia di Antonio Machaclo, una pre�messa di José Bergamin". Non si intende il motivo di questa sovrap�posizione, e tanto meno si riesce a comprendere il motivo di differen�ze nella trascrizione dei testi, e aildiriUnra nella struttura della rac�colta tra lo due edizioni, difforonzo tanto sostanziali da suggerire che le due edizioni potrebbero non derivare dallo stesso originale, co�me invoce ragionevolmente si deve crederò. I* discrepanze tra le due edizio�ni hanno innescalo un dibattito critico e filologico, durato olire dnquanl'anni, che ha dato la stura a diatribe puntigliose, talvolta argo�mentate con fantasiosa spregiudica�tezza, tra lorchisti di nulo il mon�do. La questione è ora giunta a una svolta decisiva perché il famoso manoscritto è riapparso nella sua integrità, a quel che sembra esani possibile procedere alla realizzazio�ne di un'inoppugnabile edizione cri�tica. Come spesso accade con docu�menti preziosi per la storia della cultura«Poeta», senza dubbio, lo è -, il manoscrillo viene messo all'in�canto: l'asta avrebbe dovuto svol�gersi a Londra, presso Christie's, il 29 novembre, con un prezzo-base; indicativo tra lo 100 e le 150 mila sterline, circa 400 milioni ili lire. Le sorprese non finiscono qui. Infatti, non si è in grado di ricostrui�re con precisione l'iter del mano�scrillo, che secondo il catalogo d'asta, sarebbe questo! "Federico Garda Lorca; Jose Bergamin; Rafaela Arocena deUssfa; privale colleclion". Secondo Gonzalo Sanlonja (autore di un interessante studio sull'attività dell'Editoria] Seneca, Al otTÒ lado del mar), i) manoscrillo avrebbe perduto alcune pagine ne�gli Stati Uniti e sarebbe quindi tornato in Messico con qualche lacunadi qui le discrepanze ira le due edizioni e, dopo essere servilo a Bergamin per realizzare l'edizio�ne Seneca (malerialmenlo curata da Emilio Prados e da Eduardo Ugarte, compagno di Lorca nell'av�ventura teatrale della Rarraca e cognato di Bergamin), sarebbe rima�sto poi nella sede della casa editri�ce, affidato a Ugarte, per passare alle cure della famiglia Ugarte-Arniches, e quindi a quelle di "una collezione privata messicana", che lo avrebbe fortunatamente conser�vato e protetto integro fino a oggi. Altri tasselli li apporta Nigel Dennis, ispanista dell'università di St. Andrews, in Scozia, che da vent'anni indaga sulle sorti del manoscritto e si accinge a pubblica�re un libro suU'argomonto. Secondo Dennis, questo sarebbe slato il suo percorso; nell'autunno del 1936, durante un bombardame nto su Madrid, la segretaria di Bergamin, Filar Sainz ile Garda Ascot, recupe�ra noia sedo di «Cruz y Raya» il manoscrillo di Lorca (e quello di dCuerpo perseguido», di Prados, al�tra grande figura della cultura spa�gnola di quegli anni); bergamin lo porta in Francia, poi in Messico. Dopo le due edizioni americane, Bergamin consegnò il manoscrillo non a Ugarte (come peraltro affer�mo più volte, erroneamente) ma a Jesus Ussia, e da questi passò nelle mani clella vedova la Rafaela Arocena (le Ussia che compare nel catalogo di Christie's la quale lo affidò, per conservarlo, a Ernesto de Oteyza, che lo tenne con sé per olire vent'anni. Infine, alla morte dell'Arocena, nel 1995, Oleyza cedette il manoscritto a un militare spagnolo, Saavedra, che lo lasciò alla figlia, Manuela Saavedra do Aldama, residente in Messico, la quale l'avrebbe poi «materialmente affidalo alla casa d'aste, Bergamin morto noi 1983 nonostanie le numerose richieste, dopo la stampa, non mostrò mai a nessuno il manoscrillo originale, sostenendo una volta di averlo per�duto, una volta di conservarlo in un baule e cosi via: questo atteggia�mento indusse il sospetto che voles�se nascondere suoi radicali intervenli sui testi (oggi, a quel che sembra, smontiti in buona misura dal riapparire del manoscritto). Ennesimo coup de lliéàtre: la notizia dell'esistenza del manoscrit�to risale ad almeno due anni or sono. Fruito di una coincidenza assolutamente casuale, è riferita da uno dei protagonisti, Manuel Fernàndez-Monlesinos (segretario del�la Fundación Federico Garda Lor�ca, e nipote del poeta): una sera è a cena, a Madrid, con alcuni amici che vivono in Messico e, mentre si chiacchiera di conoscenze comuni, qualcuno dice che a Cuemavaca una sua amica ha il manoscritto di Poeta. "La sorpresa è stata enor�me", ricorda Fernàndez-Montesinos, e subilo la Fundación contatta la proprietaria, la invita a Madrid; l'ospite non arriva, ina arrivano le fotocopie del manoscrillo. Si parla di una donazione, che non ha luogo; si parla, larvatamente, di un acqui�sto; poi, più nulla. E infine, all'im�provviso questa, si, ò una sorpre�sa ecco all'asta il prezioso docu�mento. La Fundación, alla vigilia dell' asta, non sombra intenzionata a concorrere. Avrebbe dovuto furio con maggiori disponibilità finanzia�rie, il ministero della Cultura, per affidare poi l'opera alla slessa Fun�dación, o alla Biblioteca Nacional di Madrid. Avrebbe potuto essere una competizióne dura, perché il prezzo di partenza appare eccessivo e por�cile potrebbero scendere in campo le adineradas università statuniten�si, disposte a pesanti csborsi per assicurarsi una testimonianza slori�ca di tale portala. Perché il prezzo sarebbe eccessivo? Perché il manoscritto in realtà non è tale, ma si traila di un datti�loscritto lovviamenlo non ese�guilo dal poeta, e crealo soltanto in vista della pubblicazione della raccolta po�etica) che occupa un centinaio di pa�gine, in cui appaiono soltanto tre poesie totalmente scritte a mano da Federico, mentre le altre carte reca�no correzioni autografe sul testo scritto a macchina; ma non sono tutte correzioni d'autore, molte so�no siale apportalo da mano scono�sciuta. Fernàndez-Montesinos ha fatto osservare che all'incirca la slessa cifra fu pagata a suo tempo per acquistare il manoscrillo di El pùblico, quello si totalmente auto�grafo. E a voler ben vedere, anche il testo di Poeta nella sua stesura definitiva non ò del tulio ignoto; è apparso, prima, in una "edizione speciale" di mille copio, realizzala pochi mesi or sono, con illustrazio�ni di Rafael Alberti, dalla Junta de Anclalucia; e noi prossimi giorni, apparirà, a cura di Mario Hernàndez, nella "Biblioteca Lorca" di Alianza Edilorial. Entrambe le edi�zioni sono state condotte sulle foto�copie arrivalo dal Messico, e i cura�tori hanno avuto a disposiziono anche i manoscritti delle prime stesure di quelle poesie lorchiane, questi si autografi e fortunatamen�te conservati dalla Fundación, (pe�raltro già riprodotti in un bellissi�mo volume nel 1990, a cura anch'es�so di Mario Hemàndez). Alle 14,30 di lunedi 29 novembre doveva iniziare l'asta da cui il mano�scrillo definitivo di «Poeta en Nue�va York» sarebbe potuto tornare alla piena disponibilità degli studio�si. E invece, la soqjresa: il lollo viene ritirato poche ore prima dell' asta. Al momento, grande riserbo sul perché di tale decisione, e una vaga rassicurazione da parte della portavoce di Christie's ("il mano�scrillo sarà di nuovo messo all'incan�to l'anno prossimo, in aprile"). La famiglia Lorca lo si saprà in segui�to -rivendica la proprietà del mano�scritto non ritenendo applicabile il meccanismo della "prescrizione ac�quisitiva", quello che consente di entrare in possesso di un bene dete�nuto per un certo numero di anni (in questo caso, sessanta). L'avvocato statunitense VUilliam P. Kosmas, che rappresenta la Fundación e la famiglia Lorca fuori di Spagna, si dichiara fiducioso di otenere la resti�tuzione del manoscritto: «Vogliamo portarlo in Spagna, prepararne un'edizione in facsimile e presenta�re il contenuto dell'originale nella pagina intemei della Ffundación» (rindirizzo è: www.garcia-lorca. ore). Ma siamo ancora nel campo delle supposizioni. rivendicherebbe la proprietà dell'opera Si spiegherebbe cos�la decisione. della Casa londinese fortunosamente in una collezione privata messicana non sarebbeun documento autografo, ma un dattiloscritto PER molti «Poeta en Nueva York» è il libro di poesia più significativo in tutta l'opera di torca. Di sicuro, coincìde con un momento nodale della sua i. esperienza umana e artistica: �testi raccolti in Poeta N.Hs'UV Ti furono composti nel soggiorno americano del 1929-30 (e rielaborati a fondo negli anni seguenti). La ,""*" ' ■••'■" u"" ragione di quel viaggio risiede nella necessità del •■""-•••-•... poeta, allora poco più" che trentenne, di distaccarsi '-~ dalla realtà in quel momento, soffocante della sua Spagna, ancora immatura per accettare la diversità ■^ jjT (non soltanto sessuale, ma nel sentire, nel leggere la realtà) di Federico, e per fuggire dalla depressione causata da una nuova delusione d'amore. Agiugno del 1929 il poeta arriva alla Columbia University, dove frequenta il dipartimento di spagnolo; poi, un soggiorno nel Vermont, sul lago Eden, e il ritomo alla* '•'V , Columbia. Assiste, testimone inatteso, al crack di Wall Street. I nove mesi del soggiorno newyorkese ("l'esperienza più utile della mia vita") rappresentano una conferma e una liberazione: si sente sempre più dalla parte dei deboli (i neri di Harlem), nella cui sorte drammatica vede identificarsi la propria; si sente sempre più distante dalla civiltà occidentale, dalla sua inumana crudeltà. Nel marzo del 1930, prima di tornare in Spagna, torca va a Cuba: un mutamento essenziale, dal gelo al calore, una rinascita di gioia nella vita del poeta. Questo percorso è ritratto nelle composizioni di Poeta, in brani come II redi Harlem, Paesaggio della folla che vomita. Panorama cieco di New York, Grido verso Roma, Ode a Walt Whitman, Lorca a Nuova York U COSI' Lorca parlava di New York in una conferenza tenuta alla Residencia de Senoritas di Madrid nel marzo 1932, " (...) E tuttavia quello che è davvero selvaggio e frenetico di New York, non è Harlem. C'è calore umano e ci sono grida di bambini e ci sono case e ci sono l'erba e II dolore che ha consolazione e ferita che ha dolce fasciatura. , "Quello che è impressionante perché freddo e perché crudele è Wall Street. Arriva l'oro a fiumi da tutte le parti della terra e la morte arriva con esso. In nessun luogo del mondo si sente come l�l'assenza totale dello spirito (...) E quel che è terribile è che tutta la folla che lo riempie crede che il mondo sarà sempre uguale, e che il suo dovere consiste nel muovere quella grande macchina giorno e notte e sempre. Risultato perfetto di una morale protestante, che io, come spagnolo tipico, grazie a Dio, non sopportavo. "Ho avuto la ventura di vedere, con i miei stessi occhi, l'ultimo crack in cui andarono perduti diversi miliardi di dollari, un vero tumulto di denaro morto che si precipitava nel mare, e mai, in mezzo a diversi suicidi, persone isteriche e gruppi inebetiti, ho sentito l'impressione della morte reale, la morte senza speranza, la morte che è putrefazione e nienf altro, come quell'istante, perché era uno spettacolo tremendo ma senza grandezza. E io che sono di un paese dove, come dice il grande padre Unamuno, "sale di notte la terra al cielo", provavo quasi un'ansia divina di bombardare tutta quella strettoia oscura in cui le ambulanze si portavano via i suicidi con le mani piene di anelli. " (...) Ma la nave si allontana e cominciano ad arrivare, palma e cannella, i profumi dell'America con le radici, l'America di Dio, l'America spagnola. "Ma che cos'è questo? Di nuovo la Spagna? Di nuovo l'Andalusia mondiale? "È il giallo di Cadice con un grado in più, il rosa di Siviglia che vira al carminio e il verde Hi Granada con una leggera fosforescenza di pesce. "La Habana sorge tra canne da zucchero e rumore di maracas [...l. E al porto, chi viene ad accogliermi? Viene la bruna Trinidad della mia infanzia... umana crudeltà. Nel marzo del 1930, prima di uba: un mutamento essenziale, dal gelo al lla vita del poeta. Questo percorso è ritratto nelle come II redi Harlem, Paesaggio della folla che w York, Grido verso Roma, Ode a Walt Whitman, dolore che ha consolazione e ferita che ha dolce f"Quello che è impressionante perché freddo e peWall Street. Arriva l'oro a fiumi da tutte le parti dmorte arriva con esso. In nessun luogo del monl�l'assenza totale dello spirito (...) E quel che è tutta la folla che lo riempie crede che il monduguale, e che il suo dovere consiste nel muogrande macchina giorno e notte e sempreperfetto di una morale protestante, che tipico, grazie a Dio, non sopportavo. "Ho avuto la ventura di vedere, con i ml'ultimo crack in cui andarono perdutdi dollari, un vero tumulto di denarprecipitava nel mare, e mai, in mezsuicidi, persone isteriche e gruppsentito l'impressione della morte senza speranza, la morte che è punienf altro, come quell'istante, pespettacolo tremendo ma senza grasono di un paese dove, come dice iUnamuno, "sale di notte la terra al quasi un'ansia divina di bombardarstrettoia oscura in cui le ambulanzsuicidi con le mani piene di anell" (...) Ma la nave si allontana earrivare, palma e cannella, i prdell'America con le radici, l'Aml'America spagnola. "Ma che cos'è questo? Di nuovnuovo l'Andalusia mondiale? 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