L'uomo che scoprì l'oro di Brescia di Luigi La Spina

L'uomo che scopr�l'oro di Brescia l/INDUSTRIALE-RIVOLUZIONARIO «COGESTIONE NELLE AZIENDE E RITORNO ALLA CAMPAGNA» L'uomo che scopr�l'oro di Brescia C'è un costruttore dietro il boom del vino Pranciacorta inchiesta Luigi La Spina BRESCIA UNA limousine bianca, una Ca�dillac dai vetri neri supera gli sbalorditi camion sull'autoslrada e si inerpica, ingombrante ma disinvolta, per le piccolo vie che salgono fra le colline. Si ferma da�vanti a una vecchia villa, splendida�mente restaurata, e dal posto di guida esce un autista dal viso ambra�to, tipicamente indiano. No, questa non e la scena iniziale di un film ad Hollywood, né queste colline sono quelle di Beverly Hills. Siamo in una ci igia mal ima d'inverno, vicino alla capitale italiana del fono e i (lodivi, dolcissimi, sin quali sorge la grande casa sono quelli della Pranciacorta, un;i volta terre abbandonalo, offii ricche di vitigni che hanno Iraslormalo quei pendii in cave del nuovo oro: lo bollicine di un vino ormai conosciuto in lutto il mondo. Eppure la California non e lui ta�na da Brescia. Anzi, qualcuno, con quel pizzico di esagerazione che servi' però a capire, subito o meglio, le novità, la definisce oggi come la citta più americana d'Italia, Davve�ro tante (use sono cambiato qui. Come sono lontani gli stereotipi della «Leonessa» e i suoi personaggi simbolo legali alle vecchie grandi famiglie, i Lucchini e i Barella han�no lasciato i rifleltor�ai modem! capitani di ventura, raccolti da Gnuti i, por comprarsi la più grande azien�da italiana di teieconiimica/iotii Nel quartiere dei grattacieli d�Uro scia, simbolo dei grandi poteri della citta, un palazzo di cristallo ospita la Pinmatica, l'oggellodi delirio borsi�stico di lino millennio, la famosa socii'ia di software bancario guidata dal salernitano Crudele, E persino la secolare divisione iragueliieghibol. lini nel mondo bancario si è conclu�sa in un clamoroso matrimonio; il cattolico San Paolo di Brescia e il laico Credilo Agi ano si sono fusi nel Banco di Brescia e nella holding della Banca Lombarda. Incuranti degli spinti zanardelliani e risorgi mentali, pronubi, invece, quelli dei vicini veronesi Romeo e Giulietta, i generali dei due eserciti si sono scambiate le divise davanti all'atto�nita città, anche se lo truppe conti�nuare a guardarsi In cagnesco. Il direttore di «lunghissimo cor�soi) del Giornale di Brescia, Gian Ballista Lanzani, memoria storica della città, allento osservatore dei suoi riti o del mutar dei suoi miti, consegna al visitatore un quadro molto più mosso e imprevedibile dei luoghi contimi che ancora la incasel�lano nella memoria degli italiani. Cosi come l'ex politico De Gianni Ponlana, ora ritiratosi a fare solo il professore universitario, avverte la tenta/ione (li una città «che pensa di disfarsi della politica e non solo della vecchia politica», l'or cui la tradizione monliniana di impegnò politico o diviene patrimonio di tulli 0 non trova nessun erodo, almeno finché Ha/oli, com&serabra, preferi�rà non cedere alle lusinghe romano. K lo stesso Martiuazzoli presenta la sua candiduluru alla presidenza del�le Regioriò, più come fondatore del nuovo l'pi che come ex sindaco. La nuova storia che si può raccon�tare da queste parti, allora, non parla di acciaio, né di elellrodomeslici, né di banca e neanche di telefoni odi liil.emet, ma di corno un imprenditore dell'edilizia all'idi il tran-tran dei suoi affari a una cogestione di collaboratori e tomi alla campagna per trasformare la viticoltura in una industria moderna,altonta al marke�ting, all'immagine del prodoiio e alla valorizzazione di un territorio. «Si amraolle Vittorio Moretti -, oro stanco, le aziende non andavano bene e non mi divertivo piti, cosa che, pernio, è importante nel lavoro. Allora ho pensalo che so la genio che mi stava vicino tosso stala coinvolta negli interessi, toccala nel pollato glie dai risultati della società, avreb�be imparato a decidere e a non aspettare sempre e solo da me l'im�boccala. Osi, ho parlato con loro, ho parlato anche col sindacalo, che ha capito, e. a mela degli Anni HO, ho cominciato la cogestione nelle mie imprese, Certo, sono stato agevolato sia dallo spirito imprenditoriale che, da questo pani, o l'orto, o almeno era l'orlo, sia dalla mentalità nell'edili�zia che e un po' abituala alla cointe�ressenza nel portare a termine, bene e rapidamente, i lavori. Le coso sono andate subito meglio e io mi sono potuto dedicare a costruire non più i prefabbricati, ma a fare lutto quello che lei vede qui intorno. E credo di averlo fatto bene, no?». Il sorriso di compiaciuta soddisfa�zione allarga la faccia padana del padrone di quella magnifica villa, appollaiala sul cucuzzolo di una collina di Erbusco, un paesino a venti chilometri da Brescia. Il fazzo�letto al collo, la giacca sportiva sui pantaloni di velluto danno proprio impana americana» al proprietario deir«Alberoia», un complesso alber�ghiero di lusso il cui ristorante 6 tenuto da uno dei guru della cucina italiana, Gualtiero Marchesi, Seduto vicino alla figlia Camion, che, tra l'altro, gestisce anche l'hotel, raccon�ta la sua storia: «Ero il primo di quattro tìgli e quando mio padre andò a Milano a corcar fortuna nell'edilizia avevo 8 anni e andavo anch'io in cantiere, l'a ia, poverello, sbagliò zona: cercò di costruire a Gorla. L'avesse l'atto a San Siro sarebbe diventalo Berlusconi. Inve�ce, cambiali su cambiali. Era un artista, non faceva mai i conti giusti ed è inoito con i debiti. IJpcomincia�to da zero, anch'io con le cambiali. Si vede proprio che la famiglia doveva rispellare una tradizione debitoria». Moretti improvvisamente tace e guarda la figlia, come se, per un momento, paragoni la diversa condi�zione in cui adesso lui riesco ad avviare la strada delle suo tre ragaz ze. E, magari, se sia davvero il caso di invidiarle o no. «Costruisco pre�fabbricali e noi primi Anni 70 lavoro tanto e, in cinque anni, divento ricco. Ma, qui, mio nonno aveva ima cascina, tornavo sempre qui, appo ria ixjIovo. Avevo sposalo una ragaz�za del mio paese e avevo l'hobby della cantina, ma intuisco che può diventare un affare investire sulla terra. Acquisto questa villa, a caro prezzo, incontro un enologo bravissi�mo, Mattia Vezzola, e cosi comincia l'avventura del Pranciacorta. Ma se la faccia raccontare da lui, che io devo andare a Milano e sono già in ritardo». «C'era una volta proseguo Vez�zola con l'enlusiasrno di chi narra una specie di miracolo ma se ne allonde altri una terra desolala, piena di vecchie cavo. I campi orano abbandonati, e addirittura, svendu�ti. Poi, un grappo di imprenditori, Ragnoli, Borlucchi e, subito dopo. Morelli capiscono che bisogna appli�care alla campagna i sistemi più moderni e sofisticati dell'industria, con la valorizzazione del marchio o del territorio, con l'estrema attenzio�ne al nutrkeling e alla pubblicità. Ma, sopratluilo, punlando alla qua�lità, alla sua eccellenza. Nasce una sfrenata e benefica emulazione, ga�ra a chi fa il vino più buono. Capia�mo, tulli insieme, il valore di impor�re il nome "Pranciacorta" per la nostra produzione con le bollicine. Cosi, vinciamo la sfida sui mercati e questa lena che non valeva niente, ora la si compra a prezzi folli». Intorno al «Pranciacorta», e guai a chiamarlo spumatile o Champa�gne, nasce la diversificazione e lo sviluppo del territorio: sorgo l'«Albe�reta», appunto, con la sua bianca limousine che accompagna visitato�ri di lutto il mondo, giapponesi naturalmente por primi, a esplorare vigneti e cantino, ma anche a gioca�re a golf nei duo campi vicini. Ad andare in vela sullo barche costruite da Moretti nel suo cantiere. Maxi Dolphin. E magari a fare shopping alle «Porte franche», mi nuovo enor�me centro commerciale da lui fabbri�calo al fondo della collina, sempre ad Erbusco. Tino Emo, un amico e collaboratore di Morelli, ma anche ex assessore provinciale alla Cultu�ra, conoscitore appassionalo di Bre�scia commenla; «fluesta poteva ossore una terra dislnitta dai piccoli capannoni, come in Brianza. La scel�la dol vino, invoco, ò stata un grande meccanismo por la sua salvezza». [5. continua] Una città che cambia volto: è finita simbolicamente la secolare divisione tra guelfi e ghibellini nelle banche con la fusione San Paolo-Credito agrario Miteni, ^ ^m| L'imprenditore Vittorio Moretti. A destra: piazza della Loggia, cuore della "Leonessa d'Italia»