Il saluto dei compagni «poveri» di Maria Laura Rodotà
Il saluto dei compagni «poveri» Poca Milano da bere e molti baschetti alla Nenni, coppole, vecchi feltri Il saluto dei compagni «poveri» Maria Laura Rodotà O} questo ò un cimelio gari�baldino! Dei tempi di piena Tangentopoli!». Il signoro pugliese agita una bandie�ra rossa sbiadita, si intravede anco�ra un garofano. A occhio e croco, a mono che non si sia travestito con una giacca a vento più slazzonata della bandiera, da Tangentopoli non deve aver ricavato granché. JLa maggioranza è cosi, e questo è il paradossi?: a piazza" Navona, nella piccola ma infuriata manifestazio�ne in memoriam, Bettino Craxi viene commemorato dai socialisti poveri. In buona parte anziani, spesso meridionali, generalmente maschi, sinceramente addolorati. Niente cappotti cammellati da Mi�lano da bore, niente camicie azzur�ro bollente da Roma anni Ottanta dei giri di sottogoverno e di piano bar. Per il leader del Psi anticomu�nista, per uno strano contrappas�so non del tutto incoerente quan�do bisogna recuperare radici e rilanciarsi, c'è mezza piazza riem�pila di vecchie bandiere rosse e 1'«Internazionale» tutta intera, in versione marcelta. Per lui, sempre senza contraddiziono rilevala, ci sono applausi, i più forti, quando gli oratori attaccano il Pci-Pds-Ds, o anche Enrico Berlinguer. Il lutto «Per Craxi», si legge sul cartellone del palco. Sabato c'ora scritto «Ciao Craxi» (citando lui che disse «Ciao Nenni»), poi chissà perché hanno cambialo e il ciao cancellalo si vedo in trasparenza. Sotto, striscioni e cartelli rivendi�cano e attaccano. «Craxi grandi; statista», proclamano da Cutrufiano (Lecctl, «Craxi fuiitL1 di vita socialista»!! socialisti di Prcsicce). Si parafrasa il De Gregori di «Fa�bio»: «Hanno ammazzalo Bollino, Bellino è vivo». Si addita il nemi�co: «Pci-Pds-Ds ci avete insegnalo l'odio perciò i socialisti vi odieranno sempre». «Il comunismo è mor�to, Craxi no». «Avole ucciso un vero leader per i vostri porci como�di». E poi «Aguzzini la Baraldini teiTorista accolla con onore Cra�xi grande statista fallo morire in esilio», «La magistratura politica è il cancro che può distruggere la democrazia non giudica, perse�guila solo gli avversari della sini�stra». Un cartello annuncia un convegno sul tema alla Scuola Addolorata di Afragola, e sembra un posto adallo. A reggerli, tanta gente con cop�pole, vecchi feltri, perfino baschet�ti alla Nenni. Con loden, vestitoni della domenica, maglioni da bar di paese a ghirigori. C'è anche qual�che ex ragazza da piano bar roma�no, pellicelte, capelli biondi tinti e un po' di collagene qua e là. E qua e là c'è qualcuno famoso che gira: Ugo Inlini, Marco Pannella in mantella, Angelo Rizzoli, France�sco Cossiga che parla e va via subito dando un passaggio in auto all'ex direttore del Tg2 Antonio Ghirelli, Ottaviano Del Turco con nipotino, Giusy l,a Ganga unico in stila craxiano dogli anni d'oro, cappello a larga lesa e montone rovescialo. Poi ci sono un po' di curiosi, più giovani e perplessi. Quando ex loaders e famiglia escono dall'Ho�tel Raphael, c'è chi non si commuoyn, CotneX V i ^ "inni.rV dicftjQft nel '93 sono venula qui a tirare monetine. Non ho cambiato idea. L'unica differenza è che ora guada�gno bene e potrei tirargli la carta di credilo». Ma i socialisti non fanno caso. Hanno con chi pren�detela. Quando paria Enrico Bosolli gridano «via dal governo, stronzi», e lo fischiano. Quando Gianni De Michelis rivendica le battaglie «sopra il tavolo e sotto il tavolo», forse per sdoganare quel sotto il tavolo che di Tangentopoli fu la causa, applaudono e suggeri�scono «mandiamoli a casa». Poi parla Bobo Craxi Non la sorella Stefania che sta giù in piazza. Faccia tirata, giacca di tweed, maglione più lungo della giacca e pantaloni, in mano un garofano e duo bandierine italiano con faccia del papà. Sta col maritosocio Marco Bassetti o il figlio grande Federico, che non ha fatto salire sul palco perché «tu stai qui, con noi». Stefania resiste alla calca e ai fans. «Questo foulard col garofano me lo regalò papà tuo ncU'SO», la travolgo una signora che la bacia una dozzina di volle. Uno le grida «falsi, sono falsi, i mafiosi con cioquaDtfl anucidist' possono cura in Italia e lui no, iiialedotli!». Bobo finisce. In gente applaude, Stefania alza garofano e bandierine. E viene assalila, bacia�ta per venti minuti, omaggiala di «Stefania, le vojo bone», «continua sempre così», «sei stata la nostra forza», «dacco 'na mano a rina�sce». Poi va via, verso il solito Raphael. Tutto finisce senza guai. L'unico facinoroso è il cane di Piero Vigorolli (giornalista sociali�sta ora berlusconiano famoso por dei programmi di cronaca splatter) che quasi azzanna Bonedello Craxi, il figlio di Bobo. Ma non era voluto, lutti tornano incolumi. Q vorrebbero tornare. Un tripudio per Stefania che non sale sul palco ma resta in strada ira la gente «Dacci una mano, e rinasceremo...»
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