Gli undici centri della discordia

Gli undici centri della discordia Gli undici centri della discordia Tra violenze e disperazione, l'odissea degli espulsi Brunella Giovara MILANO Uno per tutti: Trapani. Il 29 dicembre scorso ci sono morti in cinque. Gente del Maghreb che cercava di fuggire; dalla «Casa di riposo Rosa Sorraino Vtilpitla», ovvero uno degli 11 centri di permanenza temporanea allesti�ti su! territorio nazionale per ospitare i clandestini sottoposti a procedura di espulsione. Allrimenti chiamali «lager di Stato» da tutti quanti l�combattono e ne chiedono l'immediato sman�tellamento. «Né carceri, né alber�ghi», li dermi il neo ministro dell'Interno Bianco suliilo dopo i fatti di Trapani. Disse anche che era indispensabile «garantire condizioni di vivibilità nel rispet�to della dignità umana, miglio�rando, laddove è possibile;, ciueBte stesse condizioni». Ieri il ministro ha annuncialo che il centro milanese di via Gorelli verni smantellalo prima possibi�le. Ed è imminente la chiusura di quello di Francavilla Fontana: il sottosegretario Alberto Maritati, che ha fatto un primo sopralluo�go in tutti i centri, l'ha giudicalo «non idoneo» e ne ha ordinalo il trasferimento. Strutture troppo spesso ina�datte ad accogliere persone che .pure «non sono detenute, ma trattenute», dice Maritali. Carce�ri dismesse, ex ospizi, casermette. container. Difficili da visita�re, tanto che il ministro Laura Balbo per valutare di persona lo stato di via Gorelli, a Milano si e fìnta accompagnatrice di Moni OVadia, Cosa ha visto, il ministro? Gente ingabbiata che gridava «siamo prigionieri», stes�sa scena da Nord a Sud, nella mi ppa desolante dei centri nati da la legge Turco-Napolitano. Torino, ad esempio. File di container, afosi d'estate e gelidi d'inverno. Alte recinzioni ai ac�ciaio, reti robuste;, cemento, tuiecamere a circuito chiuso e fari per illuminare il lutto di notte. Poco prima dell'inaugurazione delia struttura di corso Hrunelleschi la Rete cittadina immigra zione e diritti ribad�che era «un campo di concentramento». Gèstione e assistenza affidate alla Croce Rossa, che ha fatto di lutto per garantire il meglio. Ma non e bastalo: a fine '99 i consiglieri comunali e regionali di Rifonda�zione comunista riuscirono ad entrarci, e ne uscirono sconvolti: «La disperazione porta a conti�nui alti di autolesionismo. Uno uomo si e gettato contro un vetro blindalo. Le donne vivono in condizioni pessime. E adesso hanno anche inizialo uno sciope�ro della fame». Il centro sarà trasferito fuori città, ma fra tre anni. Fino ad oggi ha ospitato 957 clandestini, G33 dei quali espulsi. Roma invece è più grande. Ponte Galeria. attualmente abita�to da 170 immigrati, dove la tensione è sempre alta ma è esplosa dopo la morte di un tunisino, Mohamed Ben Said, la notte di Natale. Il 15 gennaio Ponte Galeria è stato scenario di una manifestazione di protesta finita con 12 feriti, tra manife�stanti e poliziotti. L'altra sera replica, e rivolta interna, incen�dio di materassi e coperte, danni pesanti agli arredi, televisioni lanciate dalle finestre. «Contestano il centro perché ci sono troppe sbarre», dice il sottosegretario Maritali. «Ma la popolazione è variegata, siamo costretti a separare gli uomini dai transessuali e dalle prostitu�te. Assicurare l'incolumità è un lavoro, mi creda, mollo diffici�le». Scendendo a Sud la situazione migliora, ma di poco. Non ci sono container, ed è già qualco�sa. In Puglia, San Foca e L'Abbadessa sono in struttura muraria. L'Abbadessa ha sede in una pro�prietà della Provincia di Lecce, 75 ettari di verde e costruzioni che sono state ristrutturare in modo abbastanza soddisfacente. Il centro di Francavilla Fontana verrà chiuso e trasferito a Respinco, in un vecchio campo militare che In passalo ha ospita�to i profughi kosovari. Ma il trasferimento scatterà solo quan�do la nuova sede sarà pronta, non prima. Lamezia Terme si è guadagna�ta r«assoluzione» di Maritati. Catania Fontanarossa ex caser�ma è chiuso per mancanza di ospiti (dirottati su Ragusa e Tra�pani), come anche il centro di Lampedusa, attualmente vuoto. Termini Imerese è in buone con�dizioni, anche se da ristruttura�re e da adeguare alle nuove direttive del ministro Bianco. Il punto dolente resta Trapani, che colleziona rivolte e morti. Nel�l'agosto del '98 un gruppo di immigrati simulò una rissa per tentare la fuga dai tetti. Un agente rimase ferito, 11 extraco�munitari vennero arrestati. Nel gennaio del '99, 11 feriti tra agenti e rivoltosi: una cinquanti�na di clandestini della Sierra Leone si erano ribellati a carabi�nieri e polizia, per impedire il trasferimento di 11 donne. A marzo nuova rivolta di un grup�po di clandestini già pronti per il rimpatrio forzato. A inizio dicem�bre un tentativo di fuga, a fine mese l'ultimo episodio, il più grave: un rogo appiccato ai mate�rassi, un diversivo per favorire l'evasione che si trasformò in una trappola. Cinque morti tra le fiamme. Il sindaco Laudicina disse che bisognava «forzare i tempi» per il nuovo centro di accoglienza progettato vicino all'areoporto Birgi. Nell'attesa, la vecchia struttu�ra verrà ampliata con spazi per il, tempo libero e per lo sport. La gestione, un tempo affidata esclusiyamente alla polizia, gar^ allargata ad alcune associazioni che si occuperanno dell'assisten�za religiosa, morale e legale. Il ministero ha chiesto l'aiuto di cooperative di volontari laici e religiosi, che hanno assicurato la loro presenza. Altra strada non c'è dopo l'adeguamento delle strutture, che non è più rimandabile per migliorare questi cen�tri, e gestirli «nel rispetto della dignità umana», come disse il ministro Turco, subito dopo il rogo di Trapani. ICeNTRI KRGUIMMKMUai IN ITALIA 1 TORINO 1 MILANO 7 FRANCAVILLA, 1 fONÌfNA(BR) ROMA (Ponte Galeria) LAMEZIA TIRMI (CZ) CATANIA I rONTANAROSSA RAGUSA TERMINI IMMISE ,j. ■ì:v ^-V .JV La cartina dei centri di permanenza A sinistra, quello di Trapani