CIBI TRANSGENICI OCCHIO ALL'ETICHETTA

CIBI TRANSGENICI OCCHIO ALL'ETICHETTA '4CCOfiDOA--"-^W: " CIBI TRANSGENICI OCCHIO ALL'ETICHETTA Maurizio Mollnarl A Montreal, la rivincita su Seattle. L'accordo r.i^giuiito fra 130 Paesi sui cibi cransgentei è stato intatti il primo, timido, passo avanti verso un'intesa sui principi del mercato globale, ■lupo il falli�mento, sulle barricate, del ver�tice dell'Organizzazione mon�diale del commercio (W'to). 1 delegati ili Montreal hanno approvato il Protocollo sulla bìosiatrezza grazie a un compromes�so: le spedizioni di alimenti con prodotti geneticamente modificati dovranno esporre una particolare etichetta (co�me chiedevano Europa, Terzo Mondo e ambientalisti), ma la dicitura non comporterà per i produttori l'obbligo di separa�zione all'origine fra cibi transgenici e tradizionali (come chiedevano Stati Uniti, Cana�da, Australia, Argentina, Cile e Uruguay). La battaglia del�l'etichetta si è cosi conclusa con l'intesa su quello che ci verrà scritto: -Questa spedizio�ne può contenere organismi geneticamente modificati-. Coincidono cosi le regole vigennciclWioU ~i-ue r. ta RT cici w coxon i Viii.-..;n-t.^i. wj» nione pubblica, e si coniuga il diritto dei produttori a esporta�re senza barriere con quello dei consumatori a importare, tute�landosi anche in assenza di certezze scientifiche sulla pre�senza di sostanze dannose per la salute e l'ambiente. l'er il l'i"!uivll,,.\uilu biosicurez�za i Paesi importatori saranno informati sulla spedizione di •organismi modificatidestina�ti ad essere rilasciati nell'am�biente (sementi, microbi o pe�sci), ma non sulla spedizione di prodotti alimentari per il con�sumo. II movimento ambienta�lista incassa il successo di aver tatto accettare ai Paesi esporta�tori leetichette, ma lamenta la presenza nel Protocollo di nu�merose clausole che lo annacquano, l'esclusione ilei prodotji, farmaceutici e le etichette non obbligatòrie Stigli'scaffalidi negozi e supermercati. Gli Stati Uniti inoltre, pur impe�gnandosi ai rispettare l'accor�do, non vi aderiscono. Da Montreal non arriva insomma un'intesa solida, ma, per ora, l'unica possibile: sui cibi trasge�nici, ne fobia, né arroganza.