Bossi: non cambio nome alla Lega di Gigi Padovani

Bossi: non cambio nome alla Lega Il segretario supera la «prova del fuoco» nel Veneto, partecipando ad un corteo contro l'immigrazione Bossi: non cambio nome alla Lega Sfilata a Mestre, il leader riconquista il partito Gigi Padovani invialo a MESTRE Firmare o non firmare? Ma sì, entro una settimana si siglerà questo patto tra Lega o Polo e finirà il tormentone. A chi nel partilo tomo di dover pagare un prezzo troppo allo a Fini e a Casini, Umberto Bossi dice: non cambioremo nome. A chi non sa se credere in quello che fino a poco tempo fa veniva definito il «mafio�so di Arcore», spiega: «Dobbiamo fidarci di Berlusconi, ha capilo ohe con noi può stare dalla parte del cambiamento. Possiamo incomin�ciare ii sognare, sarà un cambia�mento epocale, tre o quattro anni di grandi riformo, a partire dal coordinamento dolio Regioni». A chi tomo che lui si sia venduto al Cavaliere: «Se qualcuno pensa che abbiamo ottenuto qualche assesso�rato, sappia che ho provveduto a dire di no». Infine a chi non è ancora convinto, i numeri: «Vole�te che stiamo fuori? Allora il Polo vincerebbe soltanto in Puglia e in Lombardia, poi sarebbe finita per ogni idea di federalismo: maggiori�tario secco o regno dell'Ulivo con i Nobili». Dopo tanto silenzio, dopo mez�zo interviste e dichiarazioni. Bossi ha deciso di verificare so la partita che «da almeno un anno», ha spiegato Sta giocando con Berlu�sconi reggerà alla verifica più im�portimi'!: gli umori della sua Bale�na Verdi!. Certo, ce ne sono di coso dii spiegiiro al popolo dei leghisti, alle Guardie padane con i giubbot�ti, alle signoro con lo sciarpe della Padania, ai militanti avvolti nei drappi della Serenissima. E il pri�mo «si» alla sua linea l'ha raccolto in Veneto, Qui, nella terra dove un gruppo di esaltati nel maggio '97 andò all'assalto del campanile di San Marco con un'autoblmdo. Do�ve duo domeniche fa a Casella d'Asolo unii ragazza di 15 anni è stata violentata da un albanese, salvato por un soffio dal linciaggio grazie all'intervento dei carabinie�ri. Dove ora c'è il segretario provin�ciale del Carroccio, Alberto Mazzonetto (bacchettato però dal presi�dente l'odorale Stefano Stefani) che invila a sparare ad altezza d'uomo contro i clandestini. Così, Bossi ieri pomeriggio ha riunito i trecento quadri del Vene�to in un grande albergo alle porte di Mostre e por un'ora ha spiegalo, rassicuralo, lanciato slogan. Alla fino il responso dei segretari di seziono, annuncialo da un trion�fante Gianpaolo Gobbo, leader re�gionale (lolla Liga Veneta è stalo un plebiscito por la nuova linea: su 273 votanti, 206 «sì», 5 «no» e due astenuti. Poi, in piazza Ferret�to, nel salotto buono di una Mo�stri! tradizionalmente freddine verso il Carroccio, il comizio finale por lanciare il grande sogno «del partilo degli llighlantler», tra musiche etnico-pop di Hevia e romantico-padanedi Verdi. L'occasione ora ima marcia con�tro la criminalità, oiganizzata da Mazzonetto in funziono anti-immigrati: una fiaccolata alla quale hanno partecipato Quattrocento militanti intirizziti con slogan du�ri e puri: «Basta stupri-basta assas�sini/fuori tutti i clandestini»; «Betlin, Cacciari, andatevene via/Moslro, la Padania non sono l'Alba�nia»; «D'Alema, D'Alema vaff...». Ma, mentre il corteo sfilava per lo vie di Mestre, Bossi nella sala dei Dogi dell'albergo in un incon�tro a porte chiuse ripercorreva gii ultimi anni della vita politica por spiegare, soprattulto, le ragio�ni di quella rottura del '94: «Andai a Palazzo Chigi e vuotai il sacco, sbattei la porta. Quando venimmo via, in macchina c'era con me Borghezio. Mi disse: 'Certo biso�gna essere matti...'. Gli risposi: sì, lo siamo, ma sappiamo di esserlo. Questo è coraggio. E quando sono tornalo dal leader del Polo, gli ho dello: ha visto, Cavaliere, avevo ragione io». Fuori, in una salelta, ci sono le telecamere di «Serenissima tv», per una intervista che andrà in onda mercoledì. Alla domanda sul cambiamento di nome, dopo aver dello ai suoi che il movimento si chiamerà sempre Lega Nord, il «senatur» apparo più possibilista circa quel «per l'Indipondonza del�la Padania», che è legalo, ricorda, soltanto ai gruppi parlmontari. Poi, nel comizio, infila anche una riabilitazione per Craxi, che «mise il suo piedone tra comunisti e democristiani», e in ciò «fu un grande», quindi un attacco ai tran�sfughi Cumino, Gnulti, Comencini, infine un riconoscimento a Berlusconi (che non vuole più assorbire la Lega) con un chiari�mento, ben scandito: «Noi non entriamo nel Polo». E il popolo leghista? Tiepido, ma fiducioso. Nessun fischio per il Cavaliere, nessuna contestazione, applausi di circostanza. Qualcuno accetta di commenlaresolo dietro l'anonimato, come Angelo, 23 an�ni, da Cosso: «Berlusca? A me sta qui, poro...». Grazia, da Pieve di Soligo: «Se mi fido del nuovo alleato? No, mi fido eli un certo Bossi». Aggiunge Mirko Maculan, da Thiene (Vicenza): «Pure Bossi aveva dello, dieci anni fa, che per le nostre idee saremmo andati anche con il diavolo. Eccoci qui». Angolo, taxista di provala fedo leghista, commenta: «Avevamo cinepto ministri e la presidenza della Camera. Allora sfasciammo lutto. Ora si rifa l'accordo: per�ché?». Il patto col Polo sottoposto al voto dei segretari: solo 7 su 270 contrari Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi: apertura a cambiare Il nome del gruppo parlamentare ma non quello della Lega

Luoghi citati: Arcore, Casella D'asolo, Fini, Lombardia, Pieve Di Soligo, Puglia, Thiene, Veneto, Vicenza