Cortei e scontri, un controverlice a Davos di Fabio Poletti

Cortei e scontri, un controverlice a Davos Cortei e scontri, un controverlice a Davos Ma i timori di una seconda Seattle non si sono avverati Fabio Poletti inviato a DAVOS Sulle vetrine! di Me Donald nel cuore clell.i l'romenacle, la pub�blicità ammicca al forum: «Pensa globale, mangia loca�le». Sono le prime a finire in frantumi, sotto ai colpi di bastone dei giovani del centro sociale; Reitnalle di Berna in questo pomeriggio di neve e candelotti lacrimogeni, limousiih! e blindati della Polizei, completi grigi e; passamonta�gna sul volto, globalizzazione e promesse mantenute dai ma�nifestanti. Che dopo Seattle, ritornano sul palcosccenico del mondo in questa cittadina dei Grigioni. Sono in duemila, sono arri�vati in pullman e; in Irono da mozza Europa. Ci sono i Verdi, quelli dei centri sociali, gli anarchici, gli ambientalisti, quelli con le bandiere con Che Guevara o con la falce e martel�lo di Rifondazione, i Cobas del latte di casa nostra e i contadi�ni francesi capeggiati da Jose Bove, in prima l'ila con i suoi baffoni, il colbacco di pelo e la pipa tra li; labbra. Francoise arriva da Parigi, fa parie del gruppo /.ero percento e; sogna: «Vogliamo una società senza profitti». Venti chilometri prima di Davos ci sono i posti di blocco, ma la polizia lascia correre. Il corteo non sarebbe autorizza�to, ma i primi cento metri volano veloci. Davanti ci sono i tedeschi con uno striscione! azzurro che simboleggia lo spirilo di Davos: bambini donulriti e cibo radioattivo. Un pugno nello stomaco per que�sta stazione sciistica alla mo�da con le vetrine di KerTagamo e lo gioiellerie. Duecento metri prima del centro congressi dove i poten�ti del mondo si confrontano, ci sono quattro poliziotti con i caschi e gli scudi di vimini a sbarrare la strada. Vengono travolti, uno rimane a terra ferito. Grazia Francescato dei Verdj, si sgola al megafono «.Siamo non violenti...», urla ma il corteo non si forma. Cento passi dopo i poliziotti sono molti di più, sulle; camio�nette hanno reti che srotolano a fare barricalo. I tedeschi lanciano qualche petardo e molti slogan, ma pòi si fanno da parlo. Arriva Bove; con i contadini francesi. Tengono in mano uno striscionemarrone: «Le multinazionali non detteran�no legge». E lui, spiova: «Sia�mo stati a Seattle, oggi siamo a Davos. Siamo pronti ad anda�re; ovunque, per manifestare; contro il capitalismo e; lo sfrut�tamento». Qualcuno suona una fisarmonica, Pietro che arriva da Pavia con la bandie�ra de;i Milk warrior, i guerrieri del latte che si sono battuti contro le quote, racconta: «An�che noi siamo contro le multi�nazionali e le manipolazioni genètiche sui semi, che stravol�gono l'agricoltura e strangola�no i piercoli produttori», Qualcuno promette a Jose Bove, un incontro e;on i vertici del forum. Lui che ha già detto di no all'invilo per i lavori ufficiali, aspira dalla pipa e sibila: «Va bene, ma lo faccia�mo qui». Passano cinque; minu�ti, poi dieci, poi mezz'ora: «La mia dignità non mi permette di aspettare oltre». Insieme ai suoi contadini, cerca di sfondare il posto di bloccò, La polizia reagisco con le bombolette; di Mace paraliz�zante, volano lacrimogeni e proiellili di gomma. Dall'altra parte-palle di neve e slogan rabbiosi; jeKascisti, fascisti», «assassini, assassini». Poi parte uno slogan, che non si sentiva dal maggio francese: «Questo non è che l'inizio, cc)ntinuere;mo a com�batterò». Uno che porta un cartello dove c'è scritto «no a una società e;ho fa dell'econo�mia di mercato il suo obictti�vo» dice: «La lotta è sempre quella...». Quattro Verdi guidati da Bobbo Caccia, leader dei centri sociali del Nord Est, aggirano traffico e polizia. 'Arrivano fino alla sede del forum e srotolano uno striscione con�tro il cibo transgenicc). Rivendica, il consigliere co�munale veneziano: «Ci hanno ripreso la Bbc e Bloomberg Tv. Invece che i soliti cortei, biso�gna pensare ad azioni di distur�bo. Bisogna ritornare allo spiri�to di Seattle...». E ancora una volta la città americana sul Pacifico, diventa simbolo ed esempio per gli ecologisti del Duemila, divisi tra mille ani�me ma con una sola parola d'ordine: no alla globalizzazio�ne, no all'economia di mercato mondiale, no alle manipolazio�ni genetiche. Slogan ripetuti in mille vo�lantini scritti in francese, tede�sco o italiano. Slogan, che diventano una formula politi�ca nelle parole della portavoce dei Verdi italiani. Grazia Fran�cescato: «Siamo qui a dire che la vita non è una merce. Poche multinazionali non possono impadronirsi del patrimonio genetico dell'umanità. Ci vo�gliono regole, ci vuole un coor�dinamento di osservatori in ogni angolo del mondo». Qualcuno si lamenta per l'assenza di Greenpeace, che ha preferito portare la prote�sta dentro al forum. Una ragaz�zina del centro sociale Molino di Lugano, a tutti ricorda il prossimo appuntamento: «Ci vediamo a marzo a Ginevra, alla ripresa dei lavori del Wto». IL TEATRO DEGLI SCONTRI rprru Jakobshorn Un agente ferito alla testa nel corso degli scontri viene soccorso da un collega

Persone citate: Bloomberg Tv, Bobbo Caccia, Bove, Francoise, Grazia Francescato, Guevara, Jose Bove, Mace

Luoghi citati: Berna, Europa, Ginevra, Lugano, Parigi, Pavia, Seattle