«Conoscevo Pafinuro e non era il generale Delfino»

«Conoscevo Pafinuro e non era il generale Delfino» Secondo l'ex uomo dei servizi segreti, si tratterebbe di un ufficiale proveniente da una famiglia che in passato ha avuto a che fare con vicende legate all'eversione di destra «Conoscevo Palinuro e non era il generale Delfino» L'ultima rivelazione nelle memorie diLabruna, stroncato da un infarto Francesco La Licata ROMA Fedele al suo personaggio, an�che da morto Antonio Labruna ucciso da un infarto in una clinica di Bracciano se n'è andato lasciando in sospeso l'ennesimo scoop della sua vita. L'ex ufficiale del Sid, negli anni identificato (forse non sempre a ragionel come l'unico «virus» delle deviazioni del servizio se�greto più discusso della nostra storia, si apprestava a pubblica�re un libro di memorie che dovrebbe essere la sintesi di quanto ha riferito alla magistra�tura, una volta decisosi a colla�borare col giudice Guido Salvini di Milano. Labruna ha parlato della stra�tegia della tensione, delle bom�bo di Milano, del tentativo di golpe del 1970 di Junio Valerio Borghese edha parlato di Celli e della P2. In questo guazzabu�glio si colloca una vicenda che per anni è anelala avanti con un clamoroso errore. Ricordale il capitano dei carabinieri, nomo in codice «Palinuro», complice dei golpisti fascisti di Milano? Questo fantomatico nome è sla�to altribuilo al generale France�sco Delfino, dice lui (anzi scrive nel suo librai «per bloccargli la carriera». E invece il vero «Pali�nuro» sarebbe un altro. Chi ne conosceva l'identità? Proprio Antonio Labruna, l'ex capo del Nod (nucleo operazioni direttel. Sapeva, ma non aveva mai volu�to parlare. Oggi, forse, quel nome e nelle sue memorie, dal momento che qualche tempo fa lo aveva confidato a due alti ufficiali dell'Arma e ne aveva fatto oggetto di ima «trattati�va», con tanto di avvocati. Fu lo slesso ex ufficiale del Sid a parlare con un generale, dicendogli che «non era Delfino il capitano Palinuro». «Io so chi è», aggiunse specificandone l'identità ed attribuendola ad un capitano che negli Anni 70 operava a Milano alle dipenden�ze del generale Malelti (come Labruna). I vertici dell'Arma, dunque, certamente conoscono la rivelazione che Labruna fece, proprio menire si accingeva ad accettare la collaborazione col giudice Salvini. Perché non par�lò prima, Labruna? Forse per non mettere in piazza il nome di un ufficiale che, nel frattem�po, aveva assunto ruoli impor�tanti ed ambigui nel rapporto con i servizi segreti di altri Stali. Il nome rivelalo da Labru�na, comunque, farebbe riferi�mento ad un ufficiale prove�niente da una famiglia che in passalo ha avuto a che fare con vicende legale all'eversione di destra. Se questo nome, quindi, è staio fallo (oltre che ai due alti ufficiali) anche alla magi�stratura, sul personaggio do�vrebbe essere slata avviata una inchiesta, dal momento che a «Palinuro» sono stati attribuiti comportamenti illegali di prote�zione di terrorisii neri e addirit�tura di complicità nell'organizzare allentati alle sedi fasciste per favorire la strategia della tensione. Ha concluso cosi, Antonio Labruna, la sua esistenza di agente segreto non sempre al di sopra di ogni sospetto, anche se oggi è proprio un magistrato impegnato nelle inchieste più scottanti di quel «passato» a difenderne la memoria, indican�dolo come un «capro espiato�rio» e «ufficiale subalterno in servizio presso il vecchio Sid del generale Malelti, che aveva pagalo per lutti, anche più di quelle che trano le sue colpe». In effetti a Labruna, piduista insieme con molli dei suoi supe�riori, è slato attribuito un ruolo tanto viscido e complicalo (dal�la prolezione di Ventura e Giannellini aiutati ad espatriare ai tentativi di depislaggio delle indagini sulle stragi) da non poter essere liquidalo senza la ricerca di altre correità. Qual�che volta è stalo vago per pro�leggere le sue fonti, come nel caso della segnalazione, ai tem�pi del sequestro Moro, sul covo di via Gradoli. Labruna scrisse un appunto che consegnò ad un poliziotto, ma il nome del suo informatore lo fece molti anni dopo. Malafede o riservatezza di mestiere? Fedele al suo personaggio l'ex uomo del Sid è morto lasciando in sospeso l'ennesimo scoop della sua vita L'ex ufficiale del Sid Antonio Labruna e nella foto a destra il generale Francesco Delfino

Luoghi citati: Milano, Roma