Perugia apre il fronte terremoto
Perugia apre il fronte terremoto Perugia apre il fronte terremoto Si allargano le indagini sulla «banda Tenaglia» Sandro Tarantino BARI La magistratura ili Perugia ha acquisitogli atti dell'inchiesta sulla Missioni: Arcobaleno per valutare sr vi siano state irregolarità nella gestione degli aiuti umanitari in occasione del terremoto del '97. Dopo l'arresto dei quattro rappresentanti della Protezione Civile \n\r lo scandali, del campo profughi di Valona, si apre cosi ufficial�mente il «fronte del terremoto», ossia l'incluesta sugli interventi che la stessa Protezione Civile; assicurò in Umbria e Marchi; ut ilizzando quelle stesse persone finite in carcere; il capo della Missione Arcobaleno, Massimo Simonel li, e i suoi collaboratori Luciano tenaglia, Alessandro Mòbono e silvia Lucatelli. len, in quasi cinque ore di riunione, il procurati «re di Perugia Nicola Minano ha ascoltato il suo collega della Procura di Bari, Riccardo Dibitonto, e il sostituto Michele Emiliano, litolare dell'inchiesta sulla Missione Arcobaleno, deci�dendo alla fine di tornare a casa con alcuni alti giudiziari da approfondirei Minano non dice di averi; oitinnito copia dei documenti, ma prov�vede Dibilonlo a superare la sua riservatezza con una ammissione nella: «Il procuratore di Perugia ha acquisito degli atti, altrimenti non sarebbe venuto a Bari». Chiarissimo. Cosi comincia operativamente ad allagarsi l'indagine sulla «banda Tenaglia», come l'ha definitiva il giudice per le indagini preliminari ili Bari, Daniela Rinaldi, che ha ordinato gli arresti rilevando che i quattro, cioè Simonolli coadiuvato dai responsabile del camp.) di Valona, Tenaglia, dall'addetto alla conlabilità, Mobuno, e dalla dipendente della Proiezione Civile Silvia Lucatelli, hanno formato una banda stabile molto affiatata che operava ani.he prima della missione in Albania a soste�gni) delle popolazioni in fuga dal Kosovo. L'i «squadra Tenaglia», accusata di avere truccalo i conti del camixi di Valoma permettendo la cessione di una parte dei viveri all'albanese Hhami Isufi, era impegnata anche nelle zone del terremoto. Perciò si apre il nuovo fronte giudiziario: finora, formalmente, non c'era alcuna inchie�sta. «Se avessimo avuto elementi per ipotizza�re condotte illecite in Umbria dice Emiliano avremmo sicuramente trasmesso per compe�tenza gli atti alla Procura di Perugia, cosa che non è avvenuta perché non abbiamo riscontra�to nulla». Ma alla prudenza del sostituto procuratore Emiliano si contrappone la vee�menza con cui il responsabile della Procura barese, Dibitonto, parla invece di indagine conoscitiva che investe tutte le attività di Simonelli e dei suoi sottoposti dall'BB a oggi. Un'indagine che va dunque dall'Armenia al�l'Umbria a Samo. Non bisogna tuttavia dimen�ticare che l'inchiesta sulla Missione Arcobale�no punta anche sull'Albania, dove è ancora in lilierta il quinto destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare, Rhami Isufi, un signore che, dopo avere fatto lo scafista, si è riciclato costruendo un albergo e stringendo alleanze con imprenditori itaJiani entrando nel gioco degli appalti pubblici. Uno scenario che l'in�chiesta non trascura e rappresenta, come dice Emiliano, «una prospettiva interessante». «Il procuratore umbro ha certamente acquisito degli atti, altrimenti non sarebbe venuto a Bari»
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