«Caro D'Alema, non lascio la mia Napoli» di Fabio Martini

«Caro D'Alema, non lascio la mia Napoli» ,L SINDACO NON CORRERJ^ER M* REGIONE «MAf ARO' CAMPAGNA ELETTORALE «Caro D'Alema, non lascio la mia Napoli» Bassolino: scelta di serietà che farà bene al centrosinistra colloquio Fabio Martini inviato a NAPOLI ECCO, questa è la mia vi�ta...». In gessalo grigio e gilet, Antonio Bassolino ha appena «salvato» un disoccupa�lo che minacciava di buttarsi dai bastioni del Maschio Angioi�no. Ora il sindaco rientra nella Sala dei Baroni dalla quale era uscito a spron battuto, chiede un caffè al bar e confida ai suoi collaboratori : «Sinceramente ho avuto paura: il ragazzo sta�va in bilico, si teneva soltanto con le mani e faceva freddo. Bastava un momento di emozio�ne e finiva male». Deglutito il caffo, Antonio Bassolino ripeto, quasi parlasse a se stesso: «Que�sta è la mia vita...». Difficile capire se negli occhi del sinda�co ci sia più orgoglio, più ama�rezza o tutte e due le cose insieme. Ma è questa è la scella di vita che lunedi Antonio Bas�solino ha puntigliosamente dife�so nei due colloqui riservali con il presidente del Consiglio e con il segretario Ds. «Il mio come ha ripetuto Bassolino più lardi ai suoi non è un no alla Regione. Le tre parole "non mi candido", io non le pronuncerò mai. Per la semplice ragione che il mio è un si, un si a Napoli. E' un si alla prosecuzione eli un lavoro che non posso interrom�pere dalla sera alla mattina. E questa è una scella di serietà che alla lunga gioverà a tutto il centrosinistra». Dopo il brusco addio al con�gresso di Torino, era la prima volta che il sindaco di Napoli riparlava a tu per tu con D'Ale�ma e Veltroni. Di quei colloqui, Bassolino ha parlato con il suo staff, ha comunicato l'esito del�la missione romana («Continue�rò a fare il sindaco») e ha sommariamente raccontato il contenuto delle due chiacchie�rale. A D'Alema e Veltroni, Bassolino non ha nascosto il suo tormento: «Non bisogna credere che io non abbia riflet�tuto a lungo sul da farsi...». E al presidente del Consiglio che pacatamente gli aveva ripetuto i vantaggi politici di un cambio di poltrona, prospettando tra l'altro la mole di investimenti destinali ad essere gestiti dai futuri presidenti regionali, Bas�solino ha risposto con il cuore in mano: «Ricorderai che quan�do mi fu chiesto di dare una mano al nuovo governo, non mi sono tiralo indietro, mi sono preso le mie responsabilità. So�no stati otto mesi infernali. perché ho fatto il ministro e il sindaco assieme, ma quando è arrivato il momento di sceglie�re non ho esitato. Ho scolto Napoli». Coito, il Bassolino che è ancia lo a Roma conosceva la posta in palio, sapeva benissimo di delu�dere il compagno D'Aloma e il compagno Veltroni, sapeva be�nissimo elio proprio al risultato delle elezioni in Campania è legato una parte del destino politico del governo. La notte del 16 aprile, quando si motteranno le bandierine, quando si calcolerà uhi ha vinto e chi ha perso, i riflettori saranno punta�ti sulle regioni di «serie A» e la Campania, seconda per popola�zione, è una di queste. Per tulli questi molivi Bassolino ha argo�mentalo con molta forza la sua «linea»: «A maggior ragiono do�po quei durissimi otto mesi di doppio incarico, non me la sento di interrompere oggi im�provvisamente il mio lavoro. La città è abituata a vedermi in mezzo alla strade, a incontrar�mi noi bar, a mettermi la mano sul braccio, a chiedermi conto di tutto., v E al di la dei calcoli politici, delle inevitabili ambizioni del personaggio, è proprio il rappor�to viscerale con la sua città il tormentone che Bassolino ha ripetuto nei colloqui con D'Alo�ma e con Veltroni; «Il mio non è un no alla candidatura alla presidenza (lolla Regione, il mio ò un si a Napoli. Intendia�moci bone: da parto mia non c'è nessuna sottovalutazione del ruolo della Regione, tutt'altro. Probabilmente dal punto di vi�sta personale avrei persino dei vantaggi, in termini di vita, di preoccupazioni, persino di gua�dagno,,. Ma Napoli ha un ruolo centralo, ò importante almeno quanto la Regione», Bassolino lo ha ripetuto tan�te volle in queste oro: «Napoli ó Napoli, Nessuna altra città, in Italia, ha un ruolo cosi impor�tante rispetto al suo contosto regionale. Forse l'unico parago�ne si può faro con Roma e il Lazio». Napoli è Napoli e Bassolino non so la sento di tagliare la curda prima del tempo. E per spiegarlo il sindaco ha usato in questi giorni una bolla espres�sione: «Napoli è una citta pos�sessiva. Nel bene o noi male», A Palazzo Cilici e a Botteghe Oscu�re Bassolino ha ripetuto quasi con lo stosse parole: «Non si può interrompere il lavoro. In città ci sono i cantieri per la metropolitana è in discussione quello che, di fatto, e il secondo piano regolatore dopo 100 anni e ci sono tante altre opere in corso. Se io me ne vado, arriva il commissario, ci sono le elozio�ni, si ferina tutto per mesi. Io sono il sindaco olotto dal 73 pei conto dei napoletani, ha votato per me gente di sinistra e di destra, A questa gente cosa dico? Che me ne vado prima del tempo?», E poi un argomento forte: «Se io mi dimetto, al posto mio si dovrà pur candida�re un altro, no? Ma allora, non è più serio candidarlo direttainento alla Regione?». A D'Ale�ma e Veltroni, Bassolino ha fallo una promossa: «In campa�gna elettorale, stavolta, mi im�pegnerò». Certo, dopo il «gran rifiuto», Bassolino non può per�mettersi il lusso di una sconfit�ta che rischierebbe di essere addebitata anche sul suo conto. E dunque, il sindaco potrebbe ritrovarsi a far comizi, a spen�dersi a favore di un personag�gio che per cultura e per metodi non ha mai molto amato: il «podestà rosso» Vincenzo De Luca, il sindaco Ds di Salerno che nelle ultime 48 ore ha conquistato la pole positìon nella corsa alla candidatura per palazzo Santa Lucia. «Questa è la mia vita Quando mi fri chiesto di dare una mano al nuovo governo, non mi sono tirato indietro Ma sono stati otto mesi infernali, da ministro e come primo cittadino: adesso non interrompo il mio lavoro» Il sindaco di Napoli Antonio Bassolino