«Pronti a espugnare di nuovo Quito»

«Pronti a espugnare di nuovo Quito» L'UOMO CHE HA ROVESCIATO IL CAPO DELLO STATO IN ECUADOR «Pronti a espugnare di nuovo Quito» Il leader degli indios: diamo tre mesi di prova al Presidente intervista Joaquim ibarz QUIT0 ABBIAMO concesso a Noboa un periodo di tempo perchè cambi atteggiamento. Se entro tre me�si non avverranno mutamenti, i gra�vi problemi ritorneranno, ci sarà una grande sollevazione sociale e, maga�ri, una guerra civile»; questo l'avver�timento di Antonio Vargas, presiden�te della potente confederazione delle nazioni indigene dell'Ecuador (Conaie) che ha riunito a Quito le migliaia di indios che hanno scatenalo l'insur�rezione civile-militare terminala con la caduta di Mahuad. Vargas ricorda che nei 17 mesi della presidenza Mahuad, gli indios hanno promosso due pioteste e a migliaia hanno marciato sulla capitale: nella prima, a luglio del '99, obbligarono il presi�dente a fare marcia indietro su certe misure economiche neoliberali; nella seconda gli hanno tolto il potere. Ora il leader della Conaio avverte che, dopo la caduta di Mahuad, si è solo aperta una parentesi nella lotta di popolo. Come mai vi siete fatti ingan�nare dai generali? «Noi indios siamo uomini d'onore ed abbiamo creduto che anche i generali lo fossero. Ci hanno, inve�ce, mentilo come miserabili. Uno di loro ci ha fatto recitare il Padre Nostro: tutti noi abbiamo pregalo, ci siamo fatti il segno della croce. E loro, dopo, ci hanno tradito. Non hanno tenuto fede alla loro parola. I generali dovrebbero dimettersi tut�ti perchè sono bugiardi e traditori, al loro posto dovrebbero arrivare ufficiali giovani che non abbiano subito il contagio dell'inganno e della corruzione. Sì, perchè la cupo�la militare è sprofondata sino al collo nella corruzione». Il generale Mendoza, capo del�l'esercito, ha salvato la demo�crazìa, come sostiene il nuovo governo? «1 generali sono stati i maggiori cospiratori, pur di mantenere il potere. Abbiamo un loro documen�to, quello che definiscono "proclama" (e se necessario al mo�mento opportuno lo fenderemo pub�blico) ne quale le Forze Armale programmano di prendersi lutto il potere. Ce lo hanno letto: è il segno della loro strategia totalitaria. La nostra risposta è stata che non avremmo mai ceduto e che non avremmo permesso tutto questo». La sollevazione degli indios è finita? «No, continua. E' sospesa solo per un certo periodo: il tempo di discute�re le alternative del cambio al verti�ce. Se questo governo seguirà la stessa linea di Mahuad, andrà a finire male. Abbiamo, ormai, dello basta: se la gente muore di fame, se continua a dilagare la miseria, lotte�remo. E se il governo non muta atteggiamento, fra tre mesi si profilerà un problema molto più gran�de». Quella di Quito è stata una sconfitta per voi? «Al contrario. Abbiamo vinto la prima battaglia. Gli indios vincono a poco a poco. Abbiamo ottenuto l'appoggio nazionale ed intemazio�nale. E' stato un trionfo conquistare i tre poteri, anche solo per otto ore. E' stalo un trionfo che i deputali corrotti fossero costretti a riunirsi a Guayaquil per chiedere la benedizio�ne del cacicco della destra, Febres Corderò». Gli indios possono scegliere la via delle armi visto che la guerrìglia colombiana è tanto vicina? «Forte dell'esperienza di quanto è accaduto in America Centrale ed in Colombia, la Conaie vuole una lolla pacifica ed umana, l'unica arma da usare è ima coscienza pulita per poter lavorare in vista d un muta�mento totale. Abbiamo il potere di chiamare a raccolta il nostro popo�lo: gli indios hanno paralizzalo il Paese con la loro protesta. Noi, senza sparare, siamo stali otto ore seduli sulla poltrona presidenziale. Questa esperienza ci dà una grande lezione». Mentre li allontanavano dal Parlamento alcuni indios dice�vano ((Torneremo con le ar�mi». Può accadere? «Non precorriamo i tempi. Abbia�mo le armi della coscienza e della verità, queste si. Non siamo armati per la rissa da strada: questa è una guerra per la quale servono pazien�za e resistenza. La lolla degli indios non consiste nel venire, vincere ed andarsene. E' un'operazione a lun�ga scadenza». Ha fiducia nel presidente No�boa? «No. Bisogna attendere, vedere se dà una sterzala alla politica, pone fine alla corruzione e mette in galera i ladri che ci hanno reso poveri». Quanto durerà il nuovo gover�no? «Speriamo che combatta la corruzio�ne, ma se continua a vivacchiare come ne^li ultimi anni il movimen�to indio riannoderà la lolla». Ha paura che il nuovo governo la metta in prigione? «Se mi arrestano il popolo si mobili�terà ancor più rapidamente e saprà difendere noi dirigenti che siamo stati in prima linea». Copyright-La Vanguardia «Noi siamo uomini d'onore, abbiamo creduto che anche i generali lo fossero Invece sono bugiardi» Antonio Vargas. ti leader degli indios dell'Ecuador che la settimana scorsa hanno rovesciato pacificamente il capo dello Stato, occupando per otto ore la poltrona presidenziale

Persone citate: Antonio Vargas, Mahuad, Mendoza, Noboa, Vargas

Luoghi citati: America Centrale, Colombia, Cona, Ecuador, Quito