Superscuola per Eco

Superscuola per Eco Nasce alla facoltà di Lettere di Bologna il prototipo di università europea Superscuola per Eco Formerà gli umanisti del futuro Claudio Altarocca BOLOGNA SEMBRA una cosa soltan�to accademica e invece non lo è, riguarda la quali�tà dei nostri studi futuri, I la formazione di una nuo�va classe dirigente. Si tratta di questo; nelle Università si vivono tempi inquieti, frenetici, perché si riscontra un forte scadimento degli sludi e si teme che s'abbassi�no ancor di più. E' l'Università di massa, si dice. La risorsa, il rime�dio è scorto allora nelle cosiddet�te scuole di eccellenza, con cui si cerca appunto di elevare il livello delle specializzazioni e della ricer�ca. Già da tempo esistono istitu�zioni simili, e sono gloriose, a Pisa e a Trieste. Ma sono poche, pochissime. Ed ecco che ne sorgo�no altre qua e là nel Paese, e un domani fonneranno un sistema aperto e unico. L'altro giorno a Pavia è stato tenuto a battesimo l'Istituto universitario di studi superiori, e ora a Bologna, sede della più antica Università euro�pea, si vara la Scuola supcriore di sludi umanistici (abbreviata nel�la sigla un po' impronunciabile «Sssub»), con caralterisliche tut�te F,ue, molto interessanti. Le spiega bene Umberto Eco, perché l'idea è sua, lui ne è il presidente. Questa Scuola è la sua nuova creatura: Eco ha lascia�lo l'insegnamento nel Corso di laurea che ha fondalo pochi anni fa, in Scienze della comunicazio�ne, sempre all'interno della Facol�tà di Lettere, e si è fatto distacca�re qui, in una sede neanche siste�mata del lutto, apprestata in un solo mese grazie a una «cinica astuzia», parole dello stesso Eco («Deve venire Ciampi!» intimò agli uffici tecnici; poi Ciampi non è venuto, ma verrà comunque presto). E' un appartamento di poche stanze a due passi dalla nobile via Zamboni e dal Rettora�to, e vi brilla un'Auletla Magna per una cinquantina di persone con' soffitto a cassettoni decorati del Cinquecento e un affresco in alto, lungo le pareli, che rappre�senta il gran corteo di Carlo V incoronalo imperatore in San Pe�tronio. Lui, Eco, si è assegnato uno Studio Ovale. Piccolino, pe�rò. Le caratteristiche della Scuo�la, dunque, la prima del genere in Italia, e con tutta probabilità non solo in Italia. Essa si occupa di formazione post-laurea, diventa parole ancora di Eco «un vero e proprio sito della formazione scientifica». Coordina e potenzia i 27 Dottorali di ricerca in discipli�ne umanistiche attualmente esi�stenti nell'Università. Non si so�stituisce certo a loro, che restano perfettamente autonomi, né avrà studenti suoi. Offrirà invece servi�zi scientifici, individuerà territo�ri comuni di studio e affinità interdisciplinari, organizzerà ap�positi seminari chiamando stu�diosi e personalità di rilievo inter�nazionale, il cui invito potrebbe essere finanziariamente troppo gravoso por un singolo Dottoralo. Un'altra attività, più di imma�gine, più utile a dare visibilità, saranno le Lezioni magistrali, alti cicli di studio aperti al pubblico, sul modello del Collège de France. Si comincia subito, il 31 genna�io, giorno dell'inaugurazione uffi�ciale della Scuola, con una serie di lezioni condotte dal Premio Nobel per la pace Elie Wiesel, testimone dell'Olocausto; a lui si devono nel mondo iniziative per l'educazione conlinua alla tolle�ranza, contro ogni forma di discri�minazione e razzismo. Wiesel ter�rà sei riflessioni sul Talmud, il grande libro sacro dell'ebraismo. In primavera sarà poi la volta del compositore Luciano Borio. E più avanti si profilano, per la Scuola, attività di moderni Collegi Uni�versitari e di Centri di ricerca avanzata, in grado anche di ospi�tare studiosi. Accanto a Eco, un pool di sei professori di primissimo piano; il geografo Lucio Gambi, il musico�logo Roberto Leydi, il francesista Liano Pelroni, l'italianista Ezio Raimondi, lo storico della filosofia Antonio Santucci e il latinistalinguista Alfonso Traina. «Questa Scuola, senza falsa modestia, è un esempio da seguire», dice il Rettore, Fabio Roversi Monaco. «In Francia nell'Università di Nanlerre stanno organizzando una struttura simile annuncia il Preside di Lettere, Walter Tega, coordinatore -. Faremo un'alleanza. E avvieremo rapporti con le Università di Torino, Milano, Napoli, Panna, per valonzzare la didattica e la ricerca». Tutti soddisfalli. Sta nascendo, fra speranze e difficoltà, la nuova architettura comune dell'Università europea. E la prima iti Italia, coordina e potenzia 27 dottorati di ricerca Fra i docenti Elie Wiesel, il maestro Serio e il musicologo Leydi GLRcmfncpe Umberto Eco approdò all'Università di Bologna circa trent'anni fa per insegnare nella prima canedra italiana di semiotica al Dams. Da allora è stato l'infaticabile motore di mille iniziative culturali, ha creato la facoltà di Scienze della Comunicazione ed ora la nuova Super Scuola per umanisti