Scuole d'affari, la Bocconi in serie A

Scuole d'affari, la Bocconi in serie A L'ok del Financial Times. Il preside Elio Borgonovi: «Siamo ambiziosi, vedrete l'anno prossimo» Scuole d'affari, la Bocconi in serie A In classifica con gli atenei migliori del mondo Brunella Giovata MILANO «Piccola, ma buona». Il Finan�cial Times promuovo in serio A la Sda Bocconi, che entra nella classifica internazionale dello migliori business school. Al pri�mo posto rosta salda la Harvard Business School, sogno che il modello americano per quanto riguarda il Master of Business Administration continua ad essere vincente. Ma le europeo si fanno sotto. Lo prova l'ingros�so nei primi dieci posti della London Business School e della Inseaddi Fonlainobloau. La Boc�coni è «solo» al numero 48, ma il preside Elio Boraonovi si dichia�ra ultrasoddislatto. Dichiara: «Siamo molto ambiziosi, perciò puntiamo ad entrare noi primi quaranta posti, l'anno prossi�mo». Como? «Abbiamo molti pro�gotti avviati ed altri allo studio, e insomma, pensiamo di poterce�la fare». L'indagine ò stata condotta su oltre conto strutture preselezio�nate. «In passalo non abbiamo potuto partecipare porche non avevamo i requisiti minimi richiosti spiega Borgonovi Loro irendono in considerazione, tra e altre cose, l'attività di ricerca, l'international mobility, e la per�centuale di donne iscritte. Su alcuni settori noi avevamo dello effettivo difficoltà: ad esempio, abbiamo molti docenti cho stu�diano all'estero, ma difficilmen�te riusciamo ad attirare docenti stranieri». Su altri fronti la Sda Bocconi è invece piazzata benis�simo: al secondo posto nel «rag�giungimento degli obbiettivi», considerato dal punto di vista dei diplomali MBA. Sulla chiave del successo, Bor�gonovi ha le idee chiare: «Rispet�to a quello anglosassone, il mo�dello italiano il nostro ha caratteristiche di flessibilità che sono risultate vincenti». Cioè? «Il master si conclude con un focus su alcuni temi. Quello sulla moda, o sulle piccole e medie imprese. Quindi, alla fine del periodo formativo gli iscritti hanno la possibilità di un appro�fondimento». Ma il fattore che «ha giocato positivamente» è lo stretto legame tra l'attività del master e la formazione dei cosid�detti dirigenti già in servizio: «Da tempo gli executive education cioè i corsi di fonnazione per gente già inserita nel mondo del lavoro sono molto sviluppa�ti. In questo modo i nostri docen�ti sono costretti a confrontarsi con problemi di stretta attualità, e a riversare questa esperienza nei master». E il modello anglo�sassone, quello della Ivy League? Harvard è al primo posto, Mit è al quarto... «E' un modello più tradizionale e standardizza�to. Il nostro invece viene percepi�to come più legato ai processi e ai problemi. Nel management oggi c'è bisogno di creatività». Che fare, per salire ancora in classifica? «Incrementare la pre�senza di visiting professore e il numero delle borse di studio per attirare più studenti stranieri». Quanto agli stipendi altro requi�sito preso in considerazione per la classifica Borgonovi ammet�te di non poterci fare niente: «Nel confronto dei salari dei diplomati, gli stipendi italiani sembrano molto più bassi di quelli americani, gravati come sono da oneri che negli Usa non compaiono». Così, tre anni dopo il diploma, un manager uscito da Harvard guadagna 173 mila dol�lari l'anno. L'italiano con ma�ster alla Sda Bocconi, 81 mila. Elio Borgonovi preside dell'università Bocconi

Persone citate: Borgonovi, Elio Boraonovi, Elio Borgonovi, London

Luoghi citati: Como, Milano, Usa