Dopo Valona lo scandalo s'allarga

Dopo Valona lo scandalo s'allarga Nel mirino la cooperazione Italia-Albania. Dai magistrati accuse alla polizia italiana a Tirana che risponde: non possiamo indagare Dopo Valona lo scandalo s'allarga Igiudici si attivano sul post-terremoto Francesco Grignetti Sandro Tarantino ROMA La Procura di Bari sta proceden�do con un'inchiesta a tutto campo, sospettando dell'intera cooperazione italo-albanese a partire dal 1997 e non solo della missione Arcobaleno. «Le inda�gini ha spiegato ieri il procura�tore capo, Riccardo Dibitonto sono finalizzate a capire se i finanziamenti pubblici che l'Ita�lia ha elargito all'Albania, an�che attraverso le missioni uma�nitarie, siano finiti nelle mani della criminalità organizzata al�banese. Sono d'accordo che è un problema politico nazionale an�dare a portare aiuti in Albania. Ma è anche un problema politi�co nazionale capire che cosi facendo si alimenta la criminali�tà organizzata albanese». Per estensione, poi, si sospet�ta del dopo-terremoto di Um�bria e Marche, dove hanno operato gli stessi uomini della Protezione civile. Domani il pro�curatore di Perugia, Nicola Mi�niano, sarà a Bari per parlare con i colleghi. Ma intanto fa sapere che non una sola segnala�zione di reato è ancor arrivata. Uguale interesse c'è da parte della magistratura marchigia�na. E si sta attivando la Corte dei Conti. Forse resteranno tut�ti delusi. «La nostra indagine fa sapere il pm Michele Emilia�no è concentrata su quanto accadde al campo di Valona. Non ho notizie dirette su Um�bria e Marche. Se le avessi, le avrei già date alle procure com�petenti». C'è, in verità, un indagato nelle Marche. E' l'assessore re�gionale alla Protezione civile. Bruno Di Odoardo, accusato di false dichiarazioni al pm. Ma è una vicenda sempre collegata con Valona: l'assessore Di Odo�ardo avrebbe smentito quanto raccontato dal capo dipartimen�to della Protezione civile, An�drea Todisco, che ha riferito di pressioni di Simonelli sui volon�tari marchigiani perché andas�sero nell'hotel dell'albanese Rhami Isufi. La colonna marchi�giana effettivamente non andò mai ad alloggiare in quell'alber�go di Valona. «Ma fu una mia autonoma decisione. Non ho mai subito pressioni da nessu�no. Né posso averne parlato con Todisco, che querelerò», sostie�ne l'assessore Di Odoardo. Procede dunque, per il mo�mento, solo l'inchiesta su Valo�na. Emiliano ieri sera stava sentendo nuovi testimoni. Di�ce: «C'è molta voglia di raccon�tare quanto accadeva al campo di Valona. Percepisco un gran�de interesse intorno alla nostra inchiesta. E invito chiunque sia a conoscenza di fatti legati al campo di Valona a farsi avanti. E' sufficiente contattare la pro�cura di Bari». Dopo la prima tornata di interrogatori la sensazione è che ci siano già alcuni punti fermi. Ancora Emiliano: «Si è capito il perché della manomis�sione del registro. Non chiedete�mi di più. Comunque possiamo dire di non aver preso un gran�chio. Ci sono stati molti chiari�menti, ma non tutto è chiarito». Da Bari, intanto, il procurato�re capo Riccardo Dibitonto met�te sotto accusa la nostra politi�ca estera in Albania e la missio�ne di polizia a Tirana. Sono colpevoli, ai suoi occhi, l'ima di «alimentare» la criminalità or�ganizzata locale con l'alibi del�l'emergenza umanitaria, l'altra di tacere su quanto accade sot�to i suoi occhi. 11 ragionamento del procura�tore capo proscinde infatti dallo stretto ambilo penale. «Noi ita�liani dice abbiamo reso un cattivo servizio ai Paesi euro�pei. Ecco perché Francia e Ger�mania, durante il vertice in Finlandia, non hanno voluto finanziare la lotta all'immigra�zione clandestina verso le no�stre coste. Noi sbagliamo se continuiamo a inviare finanzia�menti pubblici in Albania, per�ché in quel Paese mancano le condizioni di sicurezza e di stabilità. Non vi chiedete per�ché gli americani non si stanno interessando all'Albania, anche se essi stessi vogliono combatte�re la criminalità organizzata?». In particolare Dibitonto ce l'ha con la polizia italiana, che non avrebbe inai fatto rapporto alla sua procura. «E' mancata la sinergia tra organi istituziona�li: hanno seguito l'interesso po�litico, ma questo non coincide con quello del magistrato. Le indagini in corso, ad esempio, sono state avviate grazio agli articoli di stampa. Ma com'è possibile, sapendo cho ci sono in Albania decine di poliziotti italiani?». Gli replica seccamente da Tirana il questore Nicola Simo�ne, responsabile della missione di polizia in Albania: «Chi affer�ma questo sta semplicemente dimostrando di non conoscere il protocollo tra Italia e Albania che regola la nostra missione. Noi non siamo qui per fare polizia, no per perseguire il crimine. Siamo qui per svolgere esclusivamente attività di con�sulenza, assistenza e addestra�mento alla polizia albanese. Non abbiamo il diri! to di indagi�ne o di segnalazione». Nel registro degli indagati finisce anche l'assessore regionale delle Marche alla Protezione Civile iriEO tMERGWA mmi civii Soccorsi dopo il terremoto che ha devastato Marche e Umbria e nell'altra foto Massimo Simonelli. capo della missione a Valona