Croazia, un presidente per dimenticare Tudjman di Giuseppe Zaccaria

Croazia, un presidente per dimenticare Tudjman Oggi le elezioni, favorito l'indipendente Stipe Mesic ma è probabile che si debba ricorrere al ballottaggio Croazia, un presidente per dimenticare Tudjman I croati di Bosnia guardano con apprensione al voto che potrebbe sancire la fine del sostegno di Zagabria Giuseppe Zaccaria invialo a ZAGABRIA Il signor Obdrad Kosovac è da tempo direttore della tv di Slato, fino all'altro ieri «tele-Tuthman». Della sua lunga e navigata camera si ricorda soprattut�to un documonlario sul cardinale AlojseStepinac. Anzi, due. Por metterò la cosa in termini più comprensibili, basta diro che si tratta del medesimo documentario presenta�to in duo versioni La priuui (firmata da Kosovac dodici anni fa, quando la Jugoslavia ora ancora unita o comuni�sta) dipingeva il discusso cardinale di Zagabria ai tempi di Anto l'avelie come complico dogli nistascia^odun�que dei nazisti. La stessa inchiesta, ntrasmessa di recente durante l'impe�ro di l',ninJoTudjiiian, presenta invece il canlinalo come un vero difensori.' della Poilo, praticamente un santo. E' bastato canceUare il «sonoro» e ripro�porlo in termini esattamente opposti. Interpellato su questo strano rovosciamento di veduto e sul futuro della sua carica, il marmoreo Kosovac ha risposto: «Io sono un professionista, e certo non mi dimetto». E nella Croazia ancora stordita dagli gli effetti del terremoto politico aie l'ha investita, molli dei nuovi boiardi di Sialo staimi) seguendo l'esempio di questo fulgido opinion-leader, Ongi, ad appena due settimane dal voto elio alla sepoltura di Tmljnian ha fatto seguirò quella deU'cHdz*, si do�vrebbe eleggere il nuovo presidente. Sembra dillicilo che uno dei tre mag�giori candidati possa superare il 51 por cento, e lo previsioni dicono che la scolla sarà rinviata al ballottaggio del 17 ili febbraio. Ma mentre i fumi dell'ubriacatura libertaria comincia�no a svanire, riaffiorano questioni di fonilo cui sembra molto difficile porre riparo, almeno in tempi brevi. Stipo Mesic, indipendente, e nel '90 compo�nente la «presidenza collegiale» elio mise fino alla Jugoslavia, sembra l'uo�mo più accreditato. I sondaggi gli attribuiscono un 32-33 por cento dei voli. E' un politico affidabile da ogni punto di vista: tront'anni fa i comuni�sti lo condannarono por iinazionalismo», poi lo rìabilitarono,come mana�ger, ha condotto infine una campagna disinvolta e «personale» come in Croa�zia non s'ora mai visto. II liberale Budisa Drazen (intorno al 23 por conto) rappresenta la coalizio�ne che lui appena stravinto le elezioni politiche, ma anche lo sue nascenti contraddizioni che poi si concentrano in una domanda: come potranno convivere una visione dolio Stato social�democratica (nel senso di un comuni�smo non troppo «ex») od una concezio�ne social-liboralodi stampo todosco? All'ex ministro dogli Ksteri Mate ( Iranic prima fondatolo, poi contostaloro intorno doll'«l lilz»-sono legati gli ultimi spazi di sopravvivenza dell'ap�parato di potere. Non a caso, l'intera campagna di Granii; (il cui successo elettorale è valutato intorno al 12 por cento) si è basata sul fatto che all'èste�ro l'uomo è ben conosciuto, e potreb�be giovare ad un recupero il'immagi�ne del Paese. L'altra soni, in una tv di Stalo travolta da improvvisa ubriacatura libertaria, i novo candidati allo presideliziali si sono affrontali in un «dibat�tito all'americana» con linaio forte�mente italico, giocato su urla od insul�ti. Il dima che la Croazia sia vìvendo comincia sempre più a rassomigliare a quello che investi l'Italia nella prima Caso di «mani pulite»: inchieste sui giornali, ninilti di potenti noi quali confluiscono dieci anni di frustrazio�ne. Solo adi.'sso, por esempio, si t ppronilono le gesta di Stjopan Tu Ijnian, ultimo rampollo del «padre della Patria». Mentre il fratello Miroslav si dedicava alla direziono dei servizi segreti, il trentacinquenne Stjopan si avventurava nelle vie, per cosi dire. del terziario. Una sterminata catena di «boutiques» e «night clubs» aperti senza autorizzazioni, un progotto mai realizzalo dio provedeva la nascila di un megaparco di divertimenti già battezzato «Zagriland», in società con un losco figuro di nome Mangiarello. (ìli accostamenti fra il giovane Tudjman ed un altro odiatissimo rampollo (quel Marko Milosovic che ha aperto la sua «Bambiland» in Serbia) si spre�cano.Ma al di là di una «pulizia» che tutti promettono e di una ripresa economica durissima, la vera ragione porcili gli ambasciatori di tutta Euro�pa seguono queste elezioni con parti�colare interesse e un'altra. L'influen�za che i nuovi equilibri croati esercite�ranno sui disequilibri di Bosnia. Fino�ra, nella traballante coabitazione bo�sniaca i croati d'Erzegovina hanno svolto un ruolo-chiave. Oggi, i candi�dati di Zagabria giurano che d'ora in poi «le sovranità saranno rispettate» e gli ex «fratelli» di Mestar dovranno cavarsela da soli. Jadranko Prljic, ministro degli Esteri di Bosnia (non�ché erzogovese) é a Zagabria in cerca di rassicurazioni.Sulla scacchiera bal�canica, non è escluso che la stabilizza�zione di un Paese possa segnare la destabilizzazione di un altro. Pteilsiednik PreilsiBtìnilt Un passante a Zagabria passa accanto ai manifesti di Budisa Drazen, candidato alle Presidenziali di oggi

Persone citate: Budisa, Budisa Drazen, Marko Milosovic, Mesic, Stipe Mesic, Tudjman I